Dean Ketchum

gGiova

e-ehi.
Ottimo capitolo, il Kadabra sembra quasi cattivo...
è semplicemente crudele verso il nemico. Lo è anche Goku, per dirne una.
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IronBat96

Il Tony Stark di Gotham City. O viceversa
... e comunque avevo ragione: il pokèmon era un Alakazam! Alakazam rules! Bellissimo capitolo davvero comunque
 

IronBat96

Il Tony Stark di Gotham City. O viceversa
Sorry. Peró un Alakazam era più figo u.u
 
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IronBat96

Il Tony Stark di Gotham City. O viceversa
Beh kadabra non mi dice gran che... Comunque è credibile. Un abra potentissimo avrebbe solo fatto ridere
 

gGiova

e-ehi.
Capitolo 6: Il pedinatore

Dean e Kate corsero per l’ultimo corridoio che li separava dall’esterno; dietro di loro si sentivano sirene di polizia, dovevano muoversi o avrebbero avuto complicazioni. Il ragazzo cercò di aprire la porta, ma sembrava chiusa. “Fatti da parte” disse Kate, e lui si accorse solo ora che accanto a loro c’era un Meditite.

“Vai, Palmoforza!” ordinò la ragazza; il Pokémon si lanciò contro la porta e la colpì con un veloce attacco di palmo. Prima che Dean potesse chiedersi come avrebbe fatto una creatura così piccola a risolvere qualcosa, la porta volò in avanti, completamente sradicata. “Non male eh?” stuzzicò lei. Uscirono e dopo essersi guardati bene attorno, corsero verso le strade periferiche, cercando di stare il più lontano possibile dalla palestra.

Quando erano ormai arrivati a una stradina poco trafficata a nord-ovest dell’edificio, Dean sussultò: avrebbe giurato di aver visto un paio di occhi piccoli e luminosi, tra le casse pochi metri lì vicino. Si fermò a guardare, ma Kate lo afferrò per un braccio: “Andiamo!” disse, tirandolo.

Il resto del tragitto fu abbastanza tranquillo; decisero anche di osare e passare per la piazza di prima, che tanto era ormai gremita di folla, c’era di tutto e di più: chi chiedeva ovunque informazioni sulla capopalestra perché preoccupato, ragazzi che imprecavano perché erano giunti fin lì per cercare di ottenere la medaglia della città, semplici curiosi. Dean poteva proseguire senza problemi ma Kate cercò di guardare la gente in faccia il meno possibile: era molto celebre, e anche chi non la conosceva non avrebbe avuto grandi difficoltà a notare la sua enorme somiglianza con la capopalestra.

“Cerchiamo di non dare nell’occhio” disse ansiosa, andando a passo moderato ma con una certa fretta nervosa palpabile; se veniva individuata la catasta di domande era l’ipotesi meno problematica: tanto per cominciare, sarebbero rimasti bloccati nella città per settimane, al fine di rispondere a tutte le domande; avevano la sensazione che gli agenti non avrebbero trovato nessuna creatura pelosa e baffuta attenderli pazientemente all’interno, né alcuna donna in completo viola. Ed ecco che li rivide: occhi scintillanti, dietro un gruppetto di persone intente a discutere sull’accaduto. “Kate, ho paura che qualcuno… che qualcosa ci stia seguendo” disse, mentre la ragazza era intenta a girare lo sguardo da qualsiasi persona nei dintorni, risultando solo goffa e sospettabile. “Cosa hai dett… Oh no, non lui!” prima che Dean potesse dire niente, la ragazza lo prese per il colletto e lo trascinò a passo svelto verso una via periferica, giusto in tempo per non essere visti da un ragazzo biondo. “Ma cosa ti salta per la mente?” disse Dean, tenendosi il collo, che gli faceva molto male. Kate l’aveva stretto davvero tanto, come se l’avesse usato come scarico di tensione. “Scusa, scusa!” disse lei, allontanandosi e facendogli segno di seguirla. “è che stavo per camminare dritta davanti al mio ex ragazzo, sarebbe stato un po’ difficile non farsi vedere… Oddio, abbiamo sbagliato a passare per la piazza”.

Al suono di “Ex ragazzo”, Dean ebbe lo strano impulso di tornare indietro per guardare meglio il biondo. Ma lo ignorò e seguì la ragazza, avvertendola. “Meglio muoversi, la stazione è ancora lontana”

“Guarda che lo so, ci vivo qui”.

Dopo mezzora arrivarono alla stazione, esausti. Kate si appoggiò al ragazzo, ansimando. “Prendiamo sto maledetto treno, ho bisogno di riposarmi”

Solo Dean si recò alla biglietteria: non potevano rischiare un riconoscimento della giovane figlia della capopalestra probabilmente appena esplosa nella sua palestra, e lui almeno era anonimo. Comprò due biglietti e tornò da lei, infine si avviarono verso la stazione vera e propria. Ma Dean si bloccò, per la terza volta: di nuovo gli occhi, tra una colonna, una panchina e un cestino. “Ora basta” disse Dean spazientito. “Kate, guarda!”. La ragazza si girò di scatto e ci dovette mettere qualche secondo per capire cosa indicava l’amico. “Oddio, cos’è?”

“Non lo so” disse Dean, grave. “L’avrei già attaccato, ma ovviamente non posso. Potresti pensarci tu?...”

Lei non se lo fece ripetere due volte, e tirò fuori una poké ball, da cui uscì nuovamente Meditite. “Veloce, usa calcinvolo prima che scappi!” Il Pokémon corse con una velocità sorprendente verso gli occhi, e si lanciò contro il nemico. Uno scatto, un lampo fulmineo e la panchina esplose, facendo volare di impatto il cestino. I due ragazzi ci misero un po’ a capire cosa stesse accadendo. Ora, Meditite e un Pikachu si stavano affrontando. Il primo lanciava fulminei e ripetuti attacchi Palmoforza, il secondo li schivava tutti. Molta gente scappò, in preda al panico. “Calciobasso!” urlò la ragazza, e il Pokémon eseguì; ma Pikachu fu veloce, e lo colpì con un attacco frontale decisamente rapido. Approfittò di un attimo di confusione dell’avversario, e lo colpì con la coda una, due, tre volte. Prima che Kate o Meditite potessero reagire, la sua coda diventò argentata e la sbatté pesantemente verso l’avversario, che cadde a terra.

La ragazza tirò fuori un'altra sfera, ma mentre cercava il bottone si trovò il Pokémon nemico in faccia. Urlò, mentre Pikachu la faceva cadere all’indietro, Kate sbatté la testa contro il pavimento e urlò ancora più forte. Dean non sapeva cosa fare; nella paura del momento corse contro il Pokémon e lo staccò dalla faccia dell’amica, che appariva decisamente spaventata. “Dean approfittò della sorpresa del topo elettrico, e lo scaraventò senza troppo riguardo contro la cosa più dura che aveva visto in quell’istante, una colonna”.

Pikachu si alzò quasi subito, e nel suo sguardo c’era una vena di grande rabbia, “Pi….” L’aria si fece magnetica, panchine e cestini iniziavano ad attrarsi fra loro. “Pi…” in un istante violente scintille devastarono tutte le mura, e i lampadari al neon sopra di loro si bruciarono. “Che cazzo sta facendo?!” urlò Kate, cercando di mantenersi il più vicino al ragazzo, e decisamente spaventata. Il topo elettrico emise sempre più scintille, e ovunque piastrelle si spaccavano. Qualche secondo, e si staccarono addirittura dai muri di cemento; Dean ne toccò per sbaglio uno, e urlò: una violenta scossa l’aveva colpito. Il Pokémon urlò. “Pika!!” e tutto esplose. Le colonne furono spaccate dalla corrente, e i due ragazzi furono scaraventati all’indietro, verso le rotaie.

Dean si schiantò nella ghiaia, e sputò sangue. Guardò sopra di se e vide la vetrata a cupola che faceva riconoscere la metropolitana dall’esterno esplodere in mille pezzi, mentre ovunque si sentivano urla disperate. Davanti a lui si avvicinava Pikachu con aria furiosa. Si girò, e vide vicino a lei Kate, schiantatesi direttamente sul ferro di un binario e svenuta, oltre che particolarmente malconcia; Oltre lei, la dicitura “Diretto Lavandonia” di un treno automatico in piena corsa.
 
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LEGO Stig

Parroco
bellissimo. fantastico. grandioso. però non è che ti stai prendendo un po' troppe responsabilità? intendo che con un inizio del genere per non calare ci vorrebbero circa 100 capitoli(a occhio e croce), mi domando anch'io se ce la farai.Spero di sì, buona fortuna e continua così!!
 

gGiova

e-ehi.
bellissimo. fantastico. grandioso. però non è che ti stai prendendo un po' troppe responsabilità? intendo che con un inizio del genere per non calare ci vorrebbero circa 100 capitoli(a occhio e croce), mi domando anch'io se ce la farai.Spero di sì, buona fortuna e continua così!!
Sto andando al rilento proprio per non rischiare di stufarmi, mi sono accorto che le precedenti volte sparavo anche due capitoli al giorno, e l'immaginazione è sparita dopo un po'... Ora invece sparo MINIMO ogni due giorni, massimo ogni settimana :P

Grazie per i complimenti esagerati *_*

p.s. 100 capitoli? Nah, non esageriamo xD
 
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gGiova

e-ehi.
Mi dispiace, speravo di riuscire a formulare un capitolo quest'oggi ma niente, la giornata è stata ancora più impegnativa di quanto immaginassi, si è visto infatti che non ho postato quasi per nulla.

Parto stasera, e torno in una data imprecisata che va dal 26 agosto al 2 settembre, non ho computer e certo non ho la voglia di scrivere a mano, quindi fino a quel momento sorry, ma dovrete pazientare :(
 

gGiova

e-ehi.
Il principe dei saya... l'allenatore nonallenatore è tornat... quasi tornato - Se non altro quando mi sarà passata l'emicrania -
 

gGiova

e-ehi.
Capitolo 7: Il diversivo

Ignorando il dolore, la paura e tutto il resto, Dean si alzò subito, si girò verso l’amica per raggiungerla, ma era già troppo tardi; il treno era troppo vicino, sia per lei sia per lui. “Fine…”

Assaporò gli ultimi istanti della sua vita accanto alla ragazza svenuta, ascoltando l’inutile stridere dei freni del treno dinanzi a lui e le urla del Pikachu sulla passerella; poi, improvvisamente, il treno si fermò: in un modo assolutamente innaturale, senza frenare; si fermò istantaneamente, come se qualcuno avesse preso il telecomando e messo in pausa. Dean attese per cinque secondi che parvero un’eternità, poi aprì gli occhi: il treno era immobile a un paio di centimetri dal suo naso, a bordo un macchinista terrorizzato; subito abbassò lo sguardo aspettandosi di vedere il corpo morto della ragazza, ma questo non c’era: lei era ben dieci metri dietro di lui, nelle stesse condizioni di prima. In compenso, Pikachu era ancora più arrabbiato, ma non verso di lui: ora osservava minaccioso un altro individuo, sospeso a mezz’aria sopra il ragazzo.

“Kadabra! Ma come hai fatto a…”

“Sapere che eravate nei guai? Mi è bastato rimanere connesso alla mente di Kate” rispose lui, senza staccare gli occhi dal topo elettrico.

“Rimanere connesso? Che significa?” chiese Dean, sempre più confuso; un attimo prima stava per morire, ora era lì, vivo e vegeto, con un Pokémon sospeso in aria sopra la sua testa.

Kadabra iniziò a fare movimenti rotatori con le dita “Significa che concentrandomi posso avere pieno possesso della mente di qualsiasi individuo non in grado di rilevarmi e di schermarmi, quindi posso vedere con i suoi occhi” i movimenti alle dita si fecero più veloci, e si estesero alle mani. “Ora scusami se smetto di parlare, ma mi trovo davanti un avversario al di fuori del normale” Smise di roteare e unì le braccia mirando Pikachu: “Psicoraggio!” Dalle sue mani uscirono raggi violacei, molto più grossi e luminosi del solito. Pikachu si sdoppiò in dieci parti e iniziò a correre in modo disordinato insieme a tutte le sue copie, mentre Kadabra cercava di beccarne il più possibile. Poi chiuse le mani, puntò le due dita verso un punto imprecisato e… scomparve. Ricomparve all’istante dietro una copia di Pikachu, che si rivelò essere quello vero non appena lui lo afferrò per il collo. “Questi trucchetti con me non funzionano” ghignò; lo lanciò contro un muro con una forza impressionante e prima che il topo potesse reagire alzò le due braccia, e alternò in un istante due attacchi: “Sonno! Incubo!”

Pikachu rimase inerme a terra. Kadabra invece, si abbassò e diventò più grottesco, tanto che a Dean, che nel frattempo stava portando in braccio Kate fuori dai binari, iniziava a fare paura. Aveva il tipico sguardo di chi provava piacere a fare del male, e nonostante si parlava del nemico, non poteva che spaventarlo quello sguardo. Kadabra socchiuse gli occhi, che diventarono di un rosso scarlatto. Iniziò a mormorare parole incomprensibili e ad agitare le mani verso Pikachu, che si mise a sudare e rotolarsi. Dopo un minuto che parve un’ora, Kadabra abbassò le mani e restò a guardare il topo elettrico, che giaceva svenuto. Incredibile com’era bastato l’intervento di Kadabra. Un attimo prima sembrava un nemico insormontabile, ora era privo di forze. Kadabra riprese l’aria venerabile di un tempo, e si avvicinò ai due ragazzi. “Non abbiate paura” disse, mentre alzava le mani. Onde bianche uscirono dalle sue mani, e le ferite iniziarono a rimarginarsi. Ma non fu quella la cosa che più stupì Dean: I palmi delle mani erano segnati entrambi da grossi tagli aperti, si vedeva perfino una parte di muscolo interno; senza contare che le onde… Uscivano da lì, e non dai pori cutanei come negli altri.

Kate si risvegliò, e gli fu spiegato tutto. “Cosa farai di quel Pikachu?” chiese lei. “Lo ucciderai?”

“No, non ne ho intenzione” rispose lui con tranquillità. “ho visto nella sua mente, ed è molto probabile che ricoprirà un ruolo fondamentale negli eventi futuri. Altro non farò che abbandonarlo in un bosco ben lontano da qui, ci penserà poi lui a riprendersi” Solo in quel momento Dean si accorse che Pikachu era già sottobraccio al Pokémon: come poteva essere? Poco prima Kadabra non aveva nulla tra le mani, e non si era avvicinato al Pokémon svenuto.

Le sirene della polizia iniziarono a sentirsi, e Kadabra afferrò con la sola mano destra entrambi i ragazzi. “Meglio andarsene” disse, mentre le pupille ebbero uno scatto e tutto fu risucchiato in un turbine nero.
 

BlazePower

Abbi fiducia, Shelgon, e guarda ancora il cielo
Wow, l'ho appena letta tutta. Bella ma... mamma che crudeltà!

E comunque Kadabra è stato scambiato due volte (Karn-Dean, Dean-Sabrina), quindi dovrebbe evolversi...

aspetterò i prossimi capitoli ^^
 
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