Ed eccolo qui, fresco fresco di betatura (oddio cos'ho appena scritto? O.O)
Leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
E mi raccomando, occhio al PS!!!!!!!
Capitolo 05
<Ti prometto che ti chiamerò mille volte al giorno, che non mi ficcherò nei guai, che dormirò almeno otto ore a notte,che farò la brava, che terrò a bada la lingua, che mangerò sano – e a questo punto Seth per poco non si strozzò dalle risate che stava soffocando, nonostante le mie occhiatacce di avvertimento– e che passerò anche a trovarti non appena qualcuno dei miei pokémon avrà imparato a volare>, dissi alla mamma mentre ero stritolata nel suo abbraccio.
<Lo so... Lo so ma stai attenta!>, mi ripeté per la... avevo perso il conto.
<Mamma>, abbassai il tono di voce. <Mi devi lasciar andare>.
A quel punto smise di singhiozzare e le sue braccia lasciarono le mie spalle. Mi fissò per qualche secondo, gli occhi lucidi e le guance arrossate per l’emozione, poi si rivolse verso Seth.
<Tu devi proteggerla, mi hai capito bene?>, sussurrò.
Il sorriso che ancora aleggiava sul musetto di Seth scomparve, lasciando il posto a una serietà profonda. <Lo farò, signora>. Suonava come una promessa.
<E tu mandami un po’ dei soldi che riesci a guadagnare, li risparmierò e li userò se riesco a trovare qualche strumento utile>, affermò tornando a parlare con me.
<Va bene>, accettai.
A quel punto, si sentì solo il ticchettio dell’orologio della cucina sovrastare qualsiasi altro rumore, e il profumo di casa. Senza dire una parola, io, Seth e mia madre sigillammo il patto che ci eravamo appena scambiati.
<Andate, ora>, decretò la mamma, stringendomi per l’ennesima volta nelle sue braccia. <Stai attenta, amore, dico sul serio. Là fuori non tutti sono in cerca di amicizia>.
Annuii e le diedi un bacio sulla guancia. <Non preoccuparti. Ciao mamma, a presto>.
Uscimmo di casa. quando chiusi la porta alle mie spalle, abbassai la visiera del berretto per coprirmi gli occhi.
<Tutto ok?>, mi chiese Seth, che aveva visto il mio gesto.
<Tutto ok>, risposi piano.
Borgo Foglianova osservò la nostra partenza con la solita tranquillità che contraddistingue una microscopica cittadina. Nessuno ci fermò per salutarci o per augurarci buona fortuna, così ci dirigemmo spediti verso il percorso 29.
Sentii dei passi molto rapidi raggiungerci. Voltandomi, venni travolta da uno scarabocchio rosso e blu, che mi spinse a terra. Quando sparirono i tre Seth che mi vedevo girare intorno, azzardai a sollevarmi.
<Ma ti prego, era solo una leggera spintarella>, sentii qualcuno sbadigliare dalla noia.
La prima cosa che notai era l’altezza. Aveva una tuta blu, i capelli rossi e la faccia spigolosa segnata da un sorrisetto presuntuoso che non vedevo l’ora di togliergli. Dietro di lui c’era un Totodile con la faccia scura.
<Allora, quando hai intenzione di farmi le tue scuse per esserti mezza in mezzo?>, disse, incrociando le braccia sul petto, atteggiandosi a padrone dell’universo.
<Senti, sei tu ad avermi fatta cadere, e quindi sei tu a dovermi delle scuse!>, sbottai in risposta.
La sua faccia si coprì di sorpresa. <Io chiedere scusa a un’imbranata come te?>, replicò strafottente. <Neanche per sogno>.
<Brutto idiota egocentrico e insolente!>, esclamai.
Seth mi tirò una gomitata all’altezza al ginocchio, sussurrando: <Ma non dovevi tenere a bada la lingua?>.
Lo fulminai con lo sguardo.
<Ma come ti permetti?! Totodile, attacca quella scocciatrice!>.
Restai basita a quell’ordine: aveva davvero chiesto al suo Totodile di attaccare me?
Il pokémon guardò il suo proprietario con la mia stessa espressione sbigottita, poi... ubbidì.
<No! Seth, braciere!>, urlai per colpa della tensione.
Il suo attacco non fu molto efficace; Totodile dopo un primo tentennamento si gettò di nuovo alla carica.
<Andiamo piccoletto, ti vuoi sbrigare? Non abbiamo tutta la giornata da perdere con questa qui!>, esclamò annoiato il mio avversario.
Se continua a prendermi sottogamba, mentre Seth abbatte quel Totodile io seppellisco vivo questo idiota.
Seth nel frattempo aveva qualche difficoltà. <Maledizione... Ok, Seth, sei molto più veloce di lui!Coglilo di sorpresa e attacca quando meno se lo aspetta!>, suggerii al mio compagno.
Funzionò: Seth centrò il suo nemico con una serie di colpi che nel giro di qualche minuto lasciarono a terra Totodile, ormai esausto.
Lo sconosciuto arrogante che avevo di fronte era incredulo e furioso. Non sembrava aver preso sportivamente la sconfitta. <Andiamo! Che ci fai già a terra? Sei un rammollito! Combatti, forza!>, urlò incollerito.
Guardai il nemico sconfitto che giaceva inerme e senza forze subire anche una sgridata immeritata.
<Piantala, non vedi che non riesce nemmeno a rialzarsi?>, lo difesi alla fine.
<Vattene, ragazzina, questi non sono affari tuoi>, mi zittì.
<Col cavolo che me ne vado! Non si tratta così il proprio compagno di viaggio! Se ha perso è anche colpa tua!>, urlai contro mister tutina blu.
<Smettila>.
Mi voltai di scatto in direzione di Totodile.
<Non voglio il tuo aiuto>, disse, altezzoso, cercando di rialzarsi sulle sue gambe.
<Bene. Era questo quello che volevo sentire. Ora andiamocene>, annunciò il suo... No, quel tizio non meritava di essere chiamato allenatore.
A testa bassa, il pokémon azzurro si accostò al suo padrone e chiese a denti stretti una pozione, che fortunatamente gli venne concessa, non senza parecchi sbuffi esasperati.
Io e Seth eravamo increduli a quella scena. Come si poteva essere così... così cattivi con chi ti avrebbe accompagnato per un viaggio – si spera – molto lungo?
Il ragazzo marciò nella mia direzione e mi colpì con una spallata per farmi spostare, ma stavolta non mi feci cogliere impreparata.
Infilai la mano nella tasca della sua felpa e sfilai quella che si rivelò essere la sua Scheda Allenatore. Controllai che l’aurea del suo ego si fosse allontanata abbastanza prima di dare una sbirciata al nome: dopo averlo letto, ridacchiai. <Che nome idiota>, mi rivolsi a Seth, che mi si era avvicinato.
<Dove l’hai presa?>.
<Dalla sua tasca...>.
<Ma...>. Seth era stupito.
<L’ho solo presa in prestito, ora gliela riporto... Sai come si chiama?>
Lui scosse la testa, non capii se per la disapprovazione nei confronti del mio gesto truffaldino o come risposta alla mia domanda.
<Jerk...>, rivelai comunque.
<Ridammi immediatamente la mia Scheda Allenatore>, sibilò una voce alle mie spalle.
Era Jerk. Doveva aver infilato le mani nella tasca ed essersi accorto che mancava...
<Stavo proprio per raggiungerti e ridartela. Ti deve essere caduta mentre i nostri pokémon lottav--->.
Senza lasciarmi finire la frase, Jerk mi strappò di mano la Scheda e girò i tacchi, accompagnato da un troppo leale Totodile.
<Come hai fatto a prendergliela?>, mi chiese.
<Ehm...>, sorrisi. <Diciamo che la mia mano è casualmente finita nella sua tasca e ha sbadatamente afferrato quel preciso pezzo di carta plastificata su cui sono scritte le generalità di un allenatore... o presunto tale>.
Seth sbuffò. <Basta che non finiamo in galera perché casualmente finiamo in una banca e sbadatamente nel tuo zaino finiscono delle mazzette di dollari...>, mormorò.
<Tranquillo>, lo rassicurai. <Subdola sì, ladra no>.
PS: (grande come una casa così sono sicura che non ve lo perdete... XD)
Ho brutte notizie. In questo periodo sono un po' sotto pressione causa esami, causa studio, e man mano che si andrà avanti sarà sempre peggio; cercherò comunque di fare del mio meglio e postare almeno due/tre volte al mese. Chiedo scusa in anticipo in caso non ci riesca.
A presto!!!
Leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
E mi raccomando, occhio al PS!!!!!!!
Capitolo 05
<Ti prometto che ti chiamerò mille volte al giorno, che non mi ficcherò nei guai, che dormirò almeno otto ore a notte,che farò la brava, che terrò a bada la lingua, che mangerò sano – e a questo punto Seth per poco non si strozzò dalle risate che stava soffocando, nonostante le mie occhiatacce di avvertimento– e che passerò anche a trovarti non appena qualcuno dei miei pokémon avrà imparato a volare>, dissi alla mamma mentre ero stritolata nel suo abbraccio.
<Lo so... Lo so ma stai attenta!>, mi ripeté per la... avevo perso il conto.
<Mamma>, abbassai il tono di voce. <Mi devi lasciar andare>.
A quel punto smise di singhiozzare e le sue braccia lasciarono le mie spalle. Mi fissò per qualche secondo, gli occhi lucidi e le guance arrossate per l’emozione, poi si rivolse verso Seth.
<Tu devi proteggerla, mi hai capito bene?>, sussurrò.
Il sorriso che ancora aleggiava sul musetto di Seth scomparve, lasciando il posto a una serietà profonda. <Lo farò, signora>. Suonava come una promessa.
<E tu mandami un po’ dei soldi che riesci a guadagnare, li risparmierò e li userò se riesco a trovare qualche strumento utile>, affermò tornando a parlare con me.
<Va bene>, accettai.
A quel punto, si sentì solo il ticchettio dell’orologio della cucina sovrastare qualsiasi altro rumore, e il profumo di casa. Senza dire una parola, io, Seth e mia madre sigillammo il patto che ci eravamo appena scambiati.
<Andate, ora>, decretò la mamma, stringendomi per l’ennesima volta nelle sue braccia. <Stai attenta, amore, dico sul serio. Là fuori non tutti sono in cerca di amicizia>.
Annuii e le diedi un bacio sulla guancia. <Non preoccuparti. Ciao mamma, a presto>.
Uscimmo di casa. quando chiusi la porta alle mie spalle, abbassai la visiera del berretto per coprirmi gli occhi.
<Tutto ok?>, mi chiese Seth, che aveva visto il mio gesto.
<Tutto ok>, risposi piano.
Borgo Foglianova osservò la nostra partenza con la solita tranquillità che contraddistingue una microscopica cittadina. Nessuno ci fermò per salutarci o per augurarci buona fortuna, così ci dirigemmo spediti verso il percorso 29.
Sentii dei passi molto rapidi raggiungerci. Voltandomi, venni travolta da uno scarabocchio rosso e blu, che mi spinse a terra. Quando sparirono i tre Seth che mi vedevo girare intorno, azzardai a sollevarmi.
<Ma ti prego, era solo una leggera spintarella>, sentii qualcuno sbadigliare dalla noia.
La prima cosa che notai era l’altezza. Aveva una tuta blu, i capelli rossi e la faccia spigolosa segnata da un sorrisetto presuntuoso che non vedevo l’ora di togliergli. Dietro di lui c’era un Totodile con la faccia scura.
<Allora, quando hai intenzione di farmi le tue scuse per esserti mezza in mezzo?>, disse, incrociando le braccia sul petto, atteggiandosi a padrone dell’universo.
<Senti, sei tu ad avermi fatta cadere, e quindi sei tu a dovermi delle scuse!>, sbottai in risposta.
La sua faccia si coprì di sorpresa. <Io chiedere scusa a un’imbranata come te?>, replicò strafottente. <Neanche per sogno>.
<Brutto idiota egocentrico e insolente!>, esclamai.
Seth mi tirò una gomitata all’altezza al ginocchio, sussurrando: <Ma non dovevi tenere a bada la lingua?>.
Lo fulminai con lo sguardo.
<Ma come ti permetti?! Totodile, attacca quella scocciatrice!>.
Restai basita a quell’ordine: aveva davvero chiesto al suo Totodile di attaccare me?
Il pokémon guardò il suo proprietario con la mia stessa espressione sbigottita, poi... ubbidì.
<No! Seth, braciere!>, urlai per colpa della tensione.
Il suo attacco non fu molto efficace; Totodile dopo un primo tentennamento si gettò di nuovo alla carica.
<Andiamo piccoletto, ti vuoi sbrigare? Non abbiamo tutta la giornata da perdere con questa qui!>, esclamò annoiato il mio avversario.
Se continua a prendermi sottogamba, mentre Seth abbatte quel Totodile io seppellisco vivo questo idiota.
Seth nel frattempo aveva qualche difficoltà. <Maledizione... Ok, Seth, sei molto più veloce di lui!Coglilo di sorpresa e attacca quando meno se lo aspetta!>, suggerii al mio compagno.
Funzionò: Seth centrò il suo nemico con una serie di colpi che nel giro di qualche minuto lasciarono a terra Totodile, ormai esausto.
Lo sconosciuto arrogante che avevo di fronte era incredulo e furioso. Non sembrava aver preso sportivamente la sconfitta. <Andiamo! Che ci fai già a terra? Sei un rammollito! Combatti, forza!>, urlò incollerito.
Guardai il nemico sconfitto che giaceva inerme e senza forze subire anche una sgridata immeritata.
<Piantala, non vedi che non riesce nemmeno a rialzarsi?>, lo difesi alla fine.
<Vattene, ragazzina, questi non sono affari tuoi>, mi zittì.
<Col cavolo che me ne vado! Non si tratta così il proprio compagno di viaggio! Se ha perso è anche colpa tua!>, urlai contro mister tutina blu.
<Smettila>.
Mi voltai di scatto in direzione di Totodile.
<Non voglio il tuo aiuto>, disse, altezzoso, cercando di rialzarsi sulle sue gambe.
<Bene. Era questo quello che volevo sentire. Ora andiamocene>, annunciò il suo... No, quel tizio non meritava di essere chiamato allenatore.
A testa bassa, il pokémon azzurro si accostò al suo padrone e chiese a denti stretti una pozione, che fortunatamente gli venne concessa, non senza parecchi sbuffi esasperati.
Io e Seth eravamo increduli a quella scena. Come si poteva essere così... così cattivi con chi ti avrebbe accompagnato per un viaggio – si spera – molto lungo?
Il ragazzo marciò nella mia direzione e mi colpì con una spallata per farmi spostare, ma stavolta non mi feci cogliere impreparata.
Infilai la mano nella tasca della sua felpa e sfilai quella che si rivelò essere la sua Scheda Allenatore. Controllai che l’aurea del suo ego si fosse allontanata abbastanza prima di dare una sbirciata al nome: dopo averlo letto, ridacchiai. <Che nome idiota>, mi rivolsi a Seth, che mi si era avvicinato.
<Dove l’hai presa?>.
<Dalla sua tasca...>.
<Ma...>. Seth era stupito.
<L’ho solo presa in prestito, ora gliela riporto... Sai come si chiama?>
Lui scosse la testa, non capii se per la disapprovazione nei confronti del mio gesto truffaldino o come risposta alla mia domanda.
<Jerk...>, rivelai comunque.
<Ridammi immediatamente la mia Scheda Allenatore>, sibilò una voce alle mie spalle.
Era Jerk. Doveva aver infilato le mani nella tasca ed essersi accorto che mancava...
<Stavo proprio per raggiungerti e ridartela. Ti deve essere caduta mentre i nostri pokémon lottav--->.
Senza lasciarmi finire la frase, Jerk mi strappò di mano la Scheda e girò i tacchi, accompagnato da un troppo leale Totodile.
<Come hai fatto a prendergliela?>, mi chiese.
<Ehm...>, sorrisi. <Diciamo che la mia mano è casualmente finita nella sua tasca e ha sbadatamente afferrato quel preciso pezzo di carta plastificata su cui sono scritte le generalità di un allenatore... o presunto tale>.
Seth sbuffò. <Basta che non finiamo in galera perché casualmente finiamo in una banca e sbadatamente nel tuo zaino finiscono delle mazzette di dollari...>, mormorò.
<Tranquillo>, lo rassicurai. <Subdola sì, ladra no>.
PS: (grande come una casa così sono sicura che non ve lo perdete... XD)
Ho brutte notizie. In questo periodo sono un po' sotto pressione causa esami, causa studio, e man mano che si andrà avanti sarà sempre peggio; cercherò comunque di fare del mio meglio e postare almeno due/tre volte al mese. Chiedo scusa in anticipo in caso non ci riesca.
A presto!!!