No Vasco, no .. Io non ci casco.
E non caschiamo neanche nel (paradossale) gioco al massacro che si sta creando.
Noi siamo una piccola agenzia di comunicazione che lavora con il web, per il web. Che ci lavora dal Sud Italia: proviamo a portare il XXI secolo in un posto che è stato dimenticato dal XX. Per farlo abbiamo a disposizione pochi soldi, poco potere. Ma abbiamo qualcosa di molto più potente.
Abbiamo il web.
Ecco perchè lo scontro tra Vasco Rossi e Nonciclopedia ci ha colpito.
Vasco Rossi, una rockstar ricca, famosa e potente, fa pressioni affinchè un piccolo, ironico wiki di satira chiuda. Lo fa perchè questo wiki, Nonciclopedia, ha fatto ironia su di lui, con una pagina che conteneva battute non più pesanti di quelle di una vecchia puntata di Mai Dire Gol.
Il grosso se la prende con il piccolo, il piccolo chiude. C’è da pensare che tutti si schierino con il piccolo, no?
Beh, no.
Tutt’altro. A difesa di Vasco Rossi si sono levati gli scudi di giornalisti, blogger, commentatori.
Dicono che quella di Nonciclopedia sia stata una furbata. Dicono che Vasco Rossi non aveva chiesto di chiudere il sito.
No, non l’aveva chiesto. Aveva chiesto di rimuovere la sua pagina: Nonciclopedia non ha mai dichiarato niente di diverso.
Ma a questo Nonciclopedia ha risposto come poteva, con una mossa che ha sollevato un polverone. Una mossa a costo zero ma di grande impatto virale, perfettamente in linea con lo spirito del Web: ha chiuso l’intero sito. Perchè se anche una pagina chiudesse di fronte alle pressioni ricevute, l’intero sito perderebbe di senso.
Nonciclopedia ha lavorato con i simboli, non con il denaro.
Con le idee, non con il potere.
Questo a Vasco Rossi non è piaciuto, e non è piaciuto neanche ad altre persone in posizioni di prestigio: l’idea che chiunque, con un computer e le giuste competenze, sia in grado di sollevare un caso, fa paura. Scardina vecchi equilibri. Lascia aperte nuove porte.
Noi, che siamo piccoli e crediamo di avere le giuste competenze, abbiamo voluto sostenere Nonciclopedia creando una pagina su Facebook. Non per acquisire visibilità (i professionisti sanno che iniziative di questo tipo portano a un aumento molto basso, o nullo, dell’indice di visibilità sul medio periodo), ma per sostenere qualcosa in cui credevamo.
E anche noi siamo finiti al centro del ciclone.
Un giornalista di Valigia Blu ci ha raggiunti, e ci ha chieso conto di cosa stessimo facendo.
http://www.valigiabl...a-puzza87-c.htm
Noi abbiamo raccontato il nostro punto di vista e abbiamo fatto presente che ignoti cercavano di forzare i nostri account. Lui ha preteso prove, noi non ci siamo sentiti costretti a fornirgliene.
Il giornalista sembra credere che solo Jonathan Swift (solo gente morta?) abbia diritto a far ridere. Che quello che non fa ridere lui, non debba far ridere nessuno. Che una rockstar possa attaccare con la potenza di un tribunale, ma che l’attaccato non possa difendersi con la potenza delle idee.
Noi crediamo nella potenza delle idee. Noi crediamo nei piccoli, nella fionda di Davide capace di gettare a terra Golia.
Noi crediamo nella Rete, e crediamo che debba restare libera.
E se non possiamo difenderci con la forza, lo faremo con l’astuzia.
Senza vergogna.
genera.tv