NiNi
Una grande speranza
Pubblico la mia prima Fanfic tema Pokémon!
Storyteller’s Pov
Il sole sorge sull’intera regione di Kanto, con la sua luce ancora debole e fioca, anche se gli abitanti sanno che presto brillerà. Brillerà per tutta la popolazione, ma soprattutto, brillerà per i protagonisti della “favola” appena iniziata, che io narratore vi racconterò. Penso che sia d’obbligo cominciare da dove tutto parte. Dovete sapere che i nostri protagonisti abitano in città diverse della regione: La tranquilla cittadina di “Pallet Town” (“Biancavilla” per i meno informati), l’azzurra “Cereulan City” (“Celestopoli”) e la grande metropoli “Saffron City” (“Zafferanopoli”) / Be’, Diciamo che ci abita quest’ultimo, insomma.\.
Amarantia Amarillys’s Pov
Faccio un respiro profondo. Stretching prima di iniziare a correre con il mio Doduo. Oggi partirò per il mio viaggio. Anche se ho già un Pokémon. Anche se ho tredici anni. In fondo, è stata una mia scelta. Doduo mi fissa, sembra che mi stia domandando “Amarantia, quando cominciano la corsetta?”. Quasi spontaneo, mi viene da dire: “Certo Doduo, Partiamo al mio via” dico. Finisco l’esercizietto di riscaldamento. “Uno…” Osservo il mio Pokémon in stato di attenzione. “Due…” Pronuncio in contemporaneo al mio Pokémon. “Tre…” Rimango a fissarlo “Via!”.
Cominciamo a correre, senza perdere il ritmo e cercando di correre più velocemente dell’altro giorno. Per un momento mi perdo nei miei pensieri. Stavo per affrontare un viaggio più grande di me oppure avrei vinto le difficolta? Vinta o Vincitrice? Alla fine, sorrido. Girls can and girls do. Mi concentro sulla strada. Io e Doduo siamo in perfetto sincrono. Doduo è per me un fratello, un amico che mi ha accompagnato fin dall’infanzia. Noto che abbiamo quasi finito il giro. Acceleriamo all’ultimo. “Pallet Town” è sempre stata una cittadina molto piccola, Il giro è di un quartiere che equivale a due tre case. Il punto di arrivo e inizio è casa mia. Arrivati a destinazione. “ Bel lavoro Doduo. Abbiamo migliorato di un minuto” Dico guardando il cronometro. Sento la voce di mia madre “Amarantia, Entra!” . La voce di Rose, mia madre, è veramente dolce. “Amarantia, sei sempre la solita! Oggi parti per un viaggio e lo cominci come un giorno comunissimo”
“Sarà. Ma non devo perdere l’allenamento.” Dico, cercando i contrabbattere.
“Penso che questo viaggio ti allenerà abbastanza. Intenzionata a vincere la lega?”
“Che domande, è il mio sogno da quando sono nata.” Dico prima di andare in bagno. Mi sciacquo la faccia sudata. Sono già in ritardo, non posso fare la doccia. Mi lavo le mani ed esco. Se mi sono scelta i vestiti e li ho messi stamattina, un motivo c’era pure. Prendo lo zaino. Ci metto il portafoglio e un panino per il primo giorno. Prendo la sella e la tenda. Mi dispiace che debba sopportare tutto il peso, ma è il nostro modo più facile per spostarci. Mi metto un cappellino verde, intonato ai miei abiti. Non potrei partire con il sole in faccia. In fondo, è stata idea sua di partire intorno a mezzogiorno. Esco di casa e vedo Narciso, di corsa in bicicletta. Lo saluto. “In perfetto orario, come sempre.” Lui sorride.
Narciso Giacinti’s Pov
Sorrido. “Non potevo fare ritardo proprio oggi”. Amarantia nota la mia borsa piena di lettere. “Avevi detto che non avresti dovuto fare nulla!” Dice come una bambina stizzita. “A quanto pare mi sbagliavo” Poi continuo “Potrei fare il libro ‘La dura vita del Postino Part-Time’”. Mi sembra quasi di giustificarmi. Sospiro. In fondo, non può capire, è due anni più piccola di me. Ho quindici anni. So che sembra strano partire per un viaggio con quattro anni di ritardo. “E i tuoi genitori? Come va a loro, là a “Saffron City”?” Mi domanda. “Tutto bene.” Rispondo con Aria rilassata. “Sai, penso che saremo in tre a partire” Annuncio. Un “Che vorresti dire?” seguito da un mio “Chissà…” Dico con aria misteriosa. “Scommetto che hai visto su una lettera!” Controbatte. Io le rivolgo un sorriso. “Be’, non dovremmo avviarci?” Propongo. “Che fretta hai, il laboratorio del professor Oak è a due passi da qui!” Insiste. “Ti ricordo che avevamo deciso stesso oggi per il percorso uno. Sarebbe buono accamparci vicino a “Viridian City” (Smeraldopoli), non trovi?”
“Come vuoi…” Mi risponde. Ci incamminiamo, io in sella alla mia bicicletta, lei in groppa a Doduo. Giunti al laboratorio, incontriamo una ragazza. È la stessa a cui avevo dato la lettera del professore, questa mattina. A una carnagione Chiara, non troppo alta. Sembra normale: né in sovrappeso né sottopeso. I suoi capelli castani sono raccolti a coda di cavallo. Indossa un simpatico abito corta viola con una cintura marrone. Sulle spalle c’è un Pokémon, che però non riesco a riconoscere.
Violet de Lillis’ pov
“Salve, anche voi qui per scegliere il ‘primo’ Pokémon?” Osservo i due appena arrivati. La ragazza è la più alta tra i due, ha una carnagione rosea anche se leggermente abbronzata. Ha gli occhi leggermente a mandorla e i capelli ricci e corvini. Indossa un crot-top e un pantaloncino, entrambi verdi, abbinati a una visiera dello stesso colore, ai piedi delle sneakers . È a cavallo di un Pokémon, un Doduo… Dodrio, penso. Il ragazzo, invece, ha i capelli biondi raccolti in un ciuffo tirato al lato. Ha una carnagione come la mia: chiara e leggermente abbronzata. Indossa una maglia e dei pantaloni lunghi fino al ginocchio rossi, a piede scarpe da ginnastica. Ha una borsa a tracolla piena di buste e una bicicletta… aspetta… è il postino di stamattina!
“Certo che sì!” Risponde lei. Entriamo nel laboratorio, dove il Professore ci accoglie calorosamente e ci invita a scegliere la sua voce. “Dovrete scegliere uno starter, ma vedo che due di voi avete già un Pokémon… un Doduo e un Ditto.” Poi continua, indicando il ragazzo “Tu ancora nulla?”. Il biondo tira fuori dallo zaino un’ incubatrice con un uovo. “Chissà quale pokémon uscirà.” Dice. “Allora, pronti a scegliere il vostro starter?” Facciamo tutti e tre un cenno di sì con la testa. “Gli starter sono tre: Charmander, di tipo fuoco, Squirtle, di tipo acqua, o Bulbasaur, di tipo erba.” La ragazza riccia osserva tutti e tre Pokémon. “Ho deciso! Prendo Charmander!” Esclama la ragazza. Tra i due c’è subito intesa. Io e il postino ci avviciniamo, scegliamo anche noi: io Squirtle e lui Bulbasaur. “Perfetto, ora sei Pokéball a testa.” Si gira. Rovista sotto i fogli sul tavolo. Poi si ferma. “Daisy (margi)?” Sembra chiamare qualcuno dalla stanza di fianco. Arriva una ragazza. A quanto pare, è la nipote del professor Oak. “Cosa c’è?” “Sai dove ho lasciato le Pokéball?” “Nonno, sul tavolino a fianco.” L’anziano da ad ognuno sei Pokéball e un Pokédex, ci augura buon viaggio.
Capitolo 1: Un trio si è formato
Storyteller’s Pov
Il sole sorge sull’intera regione di Kanto, con la sua luce ancora debole e fioca, anche se gli abitanti sanno che presto brillerà. Brillerà per tutta la popolazione, ma soprattutto, brillerà per i protagonisti della “favola” appena iniziata, che io narratore vi racconterò. Penso che sia d’obbligo cominciare da dove tutto parte. Dovete sapere che i nostri protagonisti abitano in città diverse della regione: La tranquilla cittadina di “Pallet Town” (“Biancavilla” per i meno informati), l’azzurra “Cereulan City” (“Celestopoli”) e la grande metropoli “Saffron City” (“Zafferanopoli”) / Be’, Diciamo che ci abita quest’ultimo, insomma.\.
Amarantia Amarillys’s Pov
Faccio un respiro profondo. Stretching prima di iniziare a correre con il mio Doduo. Oggi partirò per il mio viaggio. Anche se ho già un Pokémon. Anche se ho tredici anni. In fondo, è stata una mia scelta. Doduo mi fissa, sembra che mi stia domandando “Amarantia, quando cominciano la corsetta?”. Quasi spontaneo, mi viene da dire: “Certo Doduo, Partiamo al mio via” dico. Finisco l’esercizietto di riscaldamento. “Uno…” Osservo il mio Pokémon in stato di attenzione. “Due…” Pronuncio in contemporaneo al mio Pokémon. “Tre…” Rimango a fissarlo “Via!”.
Cominciamo a correre, senza perdere il ritmo e cercando di correre più velocemente dell’altro giorno. Per un momento mi perdo nei miei pensieri. Stavo per affrontare un viaggio più grande di me oppure avrei vinto le difficolta? Vinta o Vincitrice? Alla fine, sorrido. Girls can and girls do. Mi concentro sulla strada. Io e Doduo siamo in perfetto sincrono. Doduo è per me un fratello, un amico che mi ha accompagnato fin dall’infanzia. Noto che abbiamo quasi finito il giro. Acceleriamo all’ultimo. “Pallet Town” è sempre stata una cittadina molto piccola, Il giro è di un quartiere che equivale a due tre case. Il punto di arrivo e inizio è casa mia. Arrivati a destinazione. “ Bel lavoro Doduo. Abbiamo migliorato di un minuto” Dico guardando il cronometro. Sento la voce di mia madre “Amarantia, Entra!” . La voce di Rose, mia madre, è veramente dolce. “Amarantia, sei sempre la solita! Oggi parti per un viaggio e lo cominci come un giorno comunissimo”
“Sarà. Ma non devo perdere l’allenamento.” Dico, cercando i contrabbattere.
“Penso che questo viaggio ti allenerà abbastanza. Intenzionata a vincere la lega?”
“Che domande, è il mio sogno da quando sono nata.” Dico prima di andare in bagno. Mi sciacquo la faccia sudata. Sono già in ritardo, non posso fare la doccia. Mi lavo le mani ed esco. Se mi sono scelta i vestiti e li ho messi stamattina, un motivo c’era pure. Prendo lo zaino. Ci metto il portafoglio e un panino per il primo giorno. Prendo la sella e la tenda. Mi dispiace che debba sopportare tutto il peso, ma è il nostro modo più facile per spostarci. Mi metto un cappellino verde, intonato ai miei abiti. Non potrei partire con il sole in faccia. In fondo, è stata idea sua di partire intorno a mezzogiorno. Esco di casa e vedo Narciso, di corsa in bicicletta. Lo saluto. “In perfetto orario, come sempre.” Lui sorride.
Narciso Giacinti’s Pov
Sorrido. “Non potevo fare ritardo proprio oggi”. Amarantia nota la mia borsa piena di lettere. “Avevi detto che non avresti dovuto fare nulla!” Dice come una bambina stizzita. “A quanto pare mi sbagliavo” Poi continuo “Potrei fare il libro ‘La dura vita del Postino Part-Time’”. Mi sembra quasi di giustificarmi. Sospiro. In fondo, non può capire, è due anni più piccola di me. Ho quindici anni. So che sembra strano partire per un viaggio con quattro anni di ritardo. “E i tuoi genitori? Come va a loro, là a “Saffron City”?” Mi domanda. “Tutto bene.” Rispondo con Aria rilassata. “Sai, penso che saremo in tre a partire” Annuncio. Un “Che vorresti dire?” seguito da un mio “Chissà…” Dico con aria misteriosa. “Scommetto che hai visto su una lettera!” Controbatte. Io le rivolgo un sorriso. “Be’, non dovremmo avviarci?” Propongo. “Che fretta hai, il laboratorio del professor Oak è a due passi da qui!” Insiste. “Ti ricordo che avevamo deciso stesso oggi per il percorso uno. Sarebbe buono accamparci vicino a “Viridian City” (Smeraldopoli), non trovi?”
“Come vuoi…” Mi risponde. Ci incamminiamo, io in sella alla mia bicicletta, lei in groppa a Doduo. Giunti al laboratorio, incontriamo una ragazza. È la stessa a cui avevo dato la lettera del professore, questa mattina. A una carnagione Chiara, non troppo alta. Sembra normale: né in sovrappeso né sottopeso. I suoi capelli castani sono raccolti a coda di cavallo. Indossa un simpatico abito corta viola con una cintura marrone. Sulle spalle c’è un Pokémon, che però non riesco a riconoscere.
Violet de Lillis’ pov
“Salve, anche voi qui per scegliere il ‘primo’ Pokémon?” Osservo i due appena arrivati. La ragazza è la più alta tra i due, ha una carnagione rosea anche se leggermente abbronzata. Ha gli occhi leggermente a mandorla e i capelli ricci e corvini. Indossa un crot-top e un pantaloncino, entrambi verdi, abbinati a una visiera dello stesso colore, ai piedi delle sneakers . È a cavallo di un Pokémon, un Doduo… Dodrio, penso. Il ragazzo, invece, ha i capelli biondi raccolti in un ciuffo tirato al lato. Ha una carnagione come la mia: chiara e leggermente abbronzata. Indossa una maglia e dei pantaloni lunghi fino al ginocchio rossi, a piede scarpe da ginnastica. Ha una borsa a tracolla piena di buste e una bicicletta… aspetta… è il postino di stamattina!
“Certo che sì!” Risponde lei. Entriamo nel laboratorio, dove il Professore ci accoglie calorosamente e ci invita a scegliere la sua voce. “Dovrete scegliere uno starter, ma vedo che due di voi avete già un Pokémon… un Doduo e un Ditto.” Poi continua, indicando il ragazzo “Tu ancora nulla?”. Il biondo tira fuori dallo zaino un’ incubatrice con un uovo. “Chissà quale pokémon uscirà.” Dice. “Allora, pronti a scegliere il vostro starter?” Facciamo tutti e tre un cenno di sì con la testa. “Gli starter sono tre: Charmander, di tipo fuoco, Squirtle, di tipo acqua, o Bulbasaur, di tipo erba.” La ragazza riccia osserva tutti e tre Pokémon. “Ho deciso! Prendo Charmander!” Esclama la ragazza. Tra i due c’è subito intesa. Io e il postino ci avviciniamo, scegliamo anche noi: io Squirtle e lui Bulbasaur. “Perfetto, ora sei Pokéball a testa.” Si gira. Rovista sotto i fogli sul tavolo. Poi si ferma. “Daisy (margi)?” Sembra chiamare qualcuno dalla stanza di fianco. Arriva una ragazza. A quanto pare, è la nipote del professor Oak. “Cosa c’è?” “Sai dove ho lasciato le Pokéball?” “Nonno, sul tavolino a fianco.” L’anziano da ad ognuno sei Pokéball e un Pokédex, ci augura buon viaggio.
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