Fic Challenge 2020: risultati e vincitore!

Lucas992X

Senza gli apici
Wiki
Possiamo finalmente annunciare i risultati della Fic Challenge 2020!

Le fic sono tutte raccolte in questo topic, dove potete anche votare quelle che vi sono piaciute di più. Di seguito l'elenco dei partecipanti (in ordine di consegna) assieme alle valutazioni dei giudici.
N.B. Mancano le recensioni di Hero of Sky che purtroppo non ha potuto svolgere il suo ruolo di giudice per motivi personali.

- @Carmageddon con "Otto prende un cucciolo"
Novecento:
Più scorrevo le pagine, più il testo mi stava sorprendendo in positivo. Per quanto ricordi a tratti la sceneggiatura di un film di Neri Parenti, la voce con cui è scritto è sufficientemente vivace da trascinare il lettore senza lasciarlo soffermare troppo sugli stereotipi, senza troppo raccontato e con descrizioni talora davvero valide (gli occhiali spessi quanto il portone del caveau della Banca d’Italia, per esempio). A conti fatti c’è un solo problema: non è una storia.
Urge un passo indietro: come definiamo una storia? Ingenuamente si potrebbe semplicemente dire che una storia è “una serie di eventi che accadono”. Tuttavia se chiedessi a qualcuno se un trafiletto del tipo “Marco apre il frigorifero, scopre che manca il gorgonzola e scende al supermercato sotto casa a comprarlo” è una storia, pur rispettando esso tutti i requisiti espressi poco sopra, difficilmente riceverei una risposta affermativa. Questa non è una storia, bensì è un aneddoto.
Per quanto ci siano diversi modi di approcciare la domanda, diciamo che una storia è tale se è presente un conflitto. Questo conflitto può essere esterno (una guerra), interno (un dilemma etico) oppure relazionale (un litigio), o più sovente una combinazione delle tre. La presenza di un conflitto non garantisce che una storia sia bella, chiariamoci: “Marco apre il frigorifero, scopre che manca il gorgonzola, scende al supermercato sotto casa a comprarlo e litiga con una vecchia che gli soffia l’ultima confezione” ha effettivamente un conflitto, ma sarebbe una storia pessima a meno che non trovi un modo brillante per narrarla; sarebbe, ciononostante, una storia.
Ora la domanda fatidica: che conflitti ci propone questa storia? Diversi, in realtà! Anche se, per la verità, nessuno particolarmente originale o interessante: abbiamo Otto contro Antenore (esterno), Otto contro Alex (relazionale), Otto che vuole conquistare Giuliana (relazionale) e, in modo molto accennato, persino un possibile conflitto interno, ovvero Otto contro la sua apatia domenicale. La ragione per cui dico che questa non è una storia non è che non ci siano conflitti, bensì perché questi conflitti non si sviluppano in alcun modo. Come cambia il tuo racconto se rimuovi Antenore, o Alex, o Giuliana o l’apatia? La risposta è ovviamente “non cambia”, perché il tuo racconto non affronta nessuno di questi problemi: è semplicemente l’aneddoto di un uomo che compra un tasso e passa una domenica in compagnia (oh, e i Pokémon esistono, per qualche ragione che mi elude).
Ora. Per esperienza personale, quando leggo racconti di questo tipo sono al 70% scritti da persone che volevano solo divertirsi un po’ e mi sento sempre un po’ uno stronzo a stroncarli. In condizioni normali me ne starei zitto e lascerei che l’autore o l’autrice scrivano di ciò che gli pare, perché non sono nessuno per dire alla gente come passare il tempo libero. Ma siamo malauguratamente in un Fic Contest e sono malauguratamente un giudice, ragion per cui farò ciò che l’etica mi impone: caro autore o cara autrice, se hai aspirazioni letterarie questo è l’approccio sbagliato. La prima cosa da fare quando scrivi qualcosa per un pubblico è dare a quel pubblico qualcosa che valga la pena di essere letto, e la nostra vita spesso e volentieri non lo è. Se invece volevi solo ammazzare qualche ora davanti alla tastiera in questa quarantena, beh, non ti serve certo la mia approvazione per farlo.
3/10
CiaobyDany:
Una fic fresca, divertente. Leggera ma non banale. Evidentemente influenzata dall'umorismo fantozziano, ma senza che se ne senta la vecchiaia. Tecnicamente non ineccepibile, le parentesi non dovrebbero essere usate realmente così, e alcuni discorsi hanno una punteggiatura che potrebbe essere migliorata. Ma nel complesso scorre benissimo, intrattiene, riesce ad avere un colpo di scena costruito bene e a farti affezionare sia ad Otto che a Speedy. 8/10
Ff300:
Non ho voglia di riscrivere il commento per la precedente fic [Leggenda popolare di Galar], che tanto si applica perfettamente anche a questa. Eccetto la parte sull'originalità, che come ho già detto ha influito il giusto sul voto.
6.5/10
Aleterla:
Storia demenziale non troppo lunga, divertente, scritta con uno stile semplice ed efficace. Ricorda le storie pubblicate anni fa nei settimanali o in riviste specializzate, tipo quelle del Signor Bonaventura. Una lettura davvero leggera e piacevole, probabilmente la più piacevole di questa edizione della Fic Challenge.
Voto: 7/10.

- @Veemon Tamer con "Il Segno della Pioggia"
Novecento:
Ci sei andato così vicino. Non solo il racconto è scritto bene, non solo la premessa è fenomenale, ma nello strutturare la storia hai inserito tre conflitti molto interessanti che agiscono sui tre piani ideali: un conflitto interno dato dall’oppressione provata da Leo nei confronti della sua morte, uno relazionale dato dal rapporto conflittuale di Leo e Liliana e uno esterno dato dal mistero centrale del racconto: come è morto Leo? E i tre conflitti convergono magistralmente nella scena finale in cui sveliamo il mistero e comprendiamo come le circostanze della sua dipartita hanno avuto ripercussioni su lui e sulla sua capacità di relazionarsi agli altri nel mondo dei morti. Mentre leggevo ero molto felice all’idea di assegnare un 9 al secondo racconto letto (non un 10, vedremo alla fine perché).
Dunque che cosa è andato storto? Visto che da come scrivi intuisco tu abbia ambizioni letterarie a un livello un po’ superiore rispetto a “un modo per ammazzare il tempo in quarantena”, sarò diretto: devi imparare a padroneggiare la coerenza tematica di ciò che scrivi, perché la scena finale sembra uscita da tutta un’altra storia.
Per chiarire cosa intendo (non è un concetto semplice da spiegare a chi non lo «sente di pancia»), analizziamo per un attimo il primo conflitto, ovvero quello di Leo con se stesso: viene stabilito molto efficacemente, non solo attraverso le parole ma attraverso l’intelligente stratagemma di legare i suoi sentimenti alla pioggia, che Leo è afflitto da una profonda depressione per non aver superato il trauma della sua morte. La presenza di due spettri come Salem e Liliana ci dice che questa non è una situazione normale, il che guida il lettore dritto nelle fauci del Grande Mistero: Leo deve essere morto in un modo così traumatizzante che l’ha segnato anche nell’oltretomba. Avrà forse una colpa nella sua stessa morte? Che ruolo ricoprirà Giada e perché si è così fissato su di lei, come ci viene detto e mostrato eccellentemente all’inizio del racconto in modo da fissarcelo bene in testa?
Salta fuori che la risposta a tutte queste domande è una bella alzata di spalle, perché nulla nella sua morte dà il benché minimo indizio a riguardo. Perché Leo è così traumatizzato? Eh, è fatto così, sa Dio. Ha in qualche modo causato la propria morte? Solo come vizio di procedura, perché il bullo l’ha ammazzato di propria volizione dopo che Leo si è tuffato a recuperare un braccialetto (e Leo dice pure “sono stanco di darmi colpe” nel finale; colpe di cosa, di grazia?). Che ruolo ricopre Giada? Nulla di più di un espediente narrativo per dare ai bulli una vaga ragione per ammazzare Leo e dare moto al racconto. Perché Leo si è fissato su di lei? Eh, è fatto così, sa Dio (x2). In un racconto incentrato sulla morte del protagonista tenuta segreta al lettore fino alla fine, questa morte non ci dice nulla sul protagonista.
Un simile discorso va fatto anche per il secondo conflitto, ovvero il rapporto tra Leo e Liliana. Più volte nel racconto viene tracciato un parallelismo/contrasto tra Liliana e Giada, sia direttamente (Ad essere cinico, potrei definirla insignificante, l’opposto di Giada.) che indirettamente (Liliana afferra il polso a Leo, Leo afferra il polso a Giada). Tutto ciò sembra preludere al fatto che le difficoltà di Leo nel rapportarsi con Liliana siano anch’esse da ricondurre al Grande Mistero, all’inevitabile coinvolgimento di Giada nella morte di Leo… Ma non è così, perché la spiegazione è un molto più semplice “oh, Leo è una tsundere che nasconde la propria fragilità dietro un tono aggressivo”. Effetto collaterale, il personaggio di Giada diventa completamente avulso dalla storia: puoi rimuoverlo, ritoccare leggermente la morte di Leo e la storia fila allo stesso modo senza di lei.
Non so se ho reso l’idea, ma la morale della favola è: questa è una storia davvero poco elegante. C’era una bellissima opportunità di far convergere armoniosamente la risoluzione dei tre conflitti principali nella scena finale, ma questa opportunità non viene mai sfruttata. Il finale attuale conclude la storia nel senso lato di “è la fine degli eventi”, ma perde l’occasione di tirare le fila dei temi che il racconto (consapevolmente o meno) introduce.
Però siamo tutti bravi a criticare. Quale sarebbe stato un modo per risolvere? La cosa migliore da fare sarebbe stato scartare la versione attuale della morte di Leo, in assoluto il punto debole del racconto, e riscriverla unendo i puntini in un disegno un po’ più soddisfacente a livello tematico. Leo è oppresso dalla sua morte prematura, quindi è naturale dargli una responsabilità nel suo svolgimento verso cui provare dei sensi di colpa; Leo ha rimpianti circa l’aver preso per scontate cose come il dolce domenicale preso dai suoi genitori, quindi sarebbe elegante se ciò si rivelasse un fattore contribuente nella sua morte; Leo è ossessionato da Giada, che ci si aspetta quindi ricopra un ruolo di rilievo (magari suggerendo silenziosamente, insieme al motivo della sua ossessione per Giada, la ragione per cui Leo è così infastidito da Liliana). Come esercizio di fantasia, cosa succederebbe se assegnassi a Leo la morte che hai scelto per Liliana? Come potresti ristrutturare quella scena in macchina per incorporare le idee di cui sopra? Non devi usarle tutte, ma più ne usi e migliore sarà l’effetto finale (assumendo che tu riesca ad amalgamarle in modo convincente, ma credo di non dover dire a uno scrittore “ammesso che tu scriva bene”).
Naturalmente, la morte di Leo è lungi dall’essere l’unica parte di un racconto così introspettivo che beneficerebbe da una miglior padronanza dei temi in gioco. Per esempio, il fatto che a Liliana basti raccontare la sua morte (cosa che le pesa relativamente) per farla raccontare a Leo (per cui è la singola cosa più difficile da fare) non è molto soddisfacente. Per convincere Leo, Liliana dovrebbe fare qualcosa che sia di sforzo paragonabile. Ciò comporterebbe definire un po’ meglio il personaggio, che per ora è solo una sorella à la “onii-sama”, magari includendo una qualche risonanza tra la sua storia e quella di Leo (adesso essenzialmente estranee l’una all’altra), bla bla bla, dopo una pagina e mezza di recensione dovresti aver colto il succo del discorso. Per esempio, considerando che Liliana è convinta di aver rovinato la vita al fratello morto, non sarebbe interessante se Leo allo stesso modo fosse convinto di aver rovinato la vita a Giada rimasta in vita (per esempio causandole a sua volta un trauma), spiegando così la sua ossessione per lei?
Come vedi, le vie della manipolazione tematica di un racconto sono infinite ed è un’arte che è molto difficile imparare a usare ed è ancor più difficile imparare quando non usare, per evitare di scrivere i tuoi racconti meccanicamente come un “unisci i puntini” della Settimana Enigmistica. Se ti interessa, trovo che Andrew Ellard (https://medium.com/@ellardent) abbia un talento particolare in questo ambito e le sue TweetNotes sono sempre illuminanti per scoprire come le storie che vedi in televisione o al cinema adottino proprio le tecniche che ho descritto (e, laddove non lo facciano, Ellard è molto più bravo di me nel suggerire miglioramenti, che è una delle cose più difficili da fare e il marchio di un grande editor). Il cuore della sua produzione è basato su episodi di Doctor Who, ma tratta anche molti film di recente uscita e di ampia notorietà. Quando non so da che parte sbattere la testa per una storia, di solito è lì che vado a trarre ispirazione.
Qualche nota conclusiva che ho già scritto troppo: ho menzionato all’inizio che anche con una buona conclusione non avrei comunque dato un 10. Perché?
- Il passo iniziale non è scritto male. Soffre un po’ di sindrome da parole buttate (timida lacrima strappata in un solitario silenzio e lacrima strappata nel silenzio sono esattamente la stessa immagine) e la struttura della prima frase è arzigogolata, ma la nube come petrolio è un’immagine valida (anche se la precisazione in mare non solo è inutile, ma è dannosa perché evoca il mare in un momento in cui stai parlando di un lago) e il trafiletto è funzionale nel fissare l’atmosfera. Il suo problema però è che è scritto in modo troppo diverso da tutto il resto del racconto e il lettore si accorge che quella non è la tua voce naturale. Puoi ottenere lo stesso risultato senza tradire il tuo stile.
- Occhio all’effetto manuale di istruzioni. Quando Leo pensa Lo chiamiamo l’Eden. È vasto e pieno di anime, ma molte, come me, non amano fare amicizia, o Gli elementi del mondo dei morti sono fatti come noi, quindi possiamo ancora toccarli e avvertirne gli odori, mentre nel mondo dei vivi ci sono concessi solo la vista e l’udito, o quando dice a Liliana che Siamo ancorati qui, Lilli. Alcuni se ne vanno subito, ma a noi è stato concesso di restare e non sappiamo per quanto e perché, è molto evidente che sta in realtà parlando con noi che leggiamo. Questo effetto, già problematico per conto suo, è aggravato dal fatto che Leo non ha una voce che rompe naturalmente la quarta parete (cosa che non renderebbe questi passi di pura esposizione meno gravi, ma attenuerebbe l’effetto straniante che si prova leggendoli). La regola è sempre la solita: se queste regole sono importanti per la storia non devono essere raccontate, devono essere mostrate (altrimenti il lettore non se le ricorda e devi precisare che Ho perso il tatto, quindi sono finito ancora nel mondo dei vivi), mentre se non lo sono allora puoi toglierle (oppure, se vuoi lasciarle «per costruire il mondo», mostrarle in scene con meno risalto rispetto a quelle atte a esplicare meccaniche principali).
- L’approccio all’argomento dell’autolesionismo è, a essere gentili, ingenuo. Non sono in linea di principio contrario a trattare temi così delicati come aspetti «minori», ma se non ci sei passato personalmente è necessario condurre una ricerca approfondita (leggere quante più testimonianze possibile, come primo passo) per evitare di commettere errori grossolani come una ragazza che gira a braccia scoperte con tagli autoinferti ancora visibili. È uno sforzo che devi fare, prima ancora che per il realismo della tua storia, per rispetto alle persone del cui dolore ti stai appropriando in qualità di scrittore. E rimanendo in argomento, Giada che dopo la morte di un suo grande amico smette di farsi del male per qualche ragione è proprio stonato.
Non è una brutta storia, il che spero si rifletta nel voto che ho assegnato. Ma sarebbe potuta essere molto di più.
7/10
CiaobyDany:
Wow. Una fic estremamente articolata in cui vengono presentati vari personaggi e sono intrecciate diverse storie in diversi luoghi e diversi tempi. Come tu sia riuscito a condensare tutto in così poco spazio in modo così scorrevole è un mistero che dubito riuscirò mai a comprendere. Apprezzo molto anche la plausibilità del racconto, le varie ironie tragiche e del destino del protagonista vivo/morto, i cambiamenti, le caratterizzazioni... Hai fatto un lavoro eccellente che è riuscito a farmi piangere tutte e due le volte che l'ho letto. Evidentemente meriti voto 10/10.
Ff300:
Il titolo parte male perché mette le maiuscole in stile inglese, una cosa che nel corso degli anni ho iniziato ad odiare profondamente. Ma per fortuna è l'unica cosa che non ho apprezzato di questa fic. Tutta l'ambientazione è molto carina e, per quanto ne so, originale, e soprattutto mi sembra venga usata bene per raccontare quello che penso sia importante alla fine, ovvero la storia del protagonista e i suoi stati d'animo. Decisamente la fic che mi è piaciuta di più della challenge, peccato che ci sia qualche typo/errorino in giro che infastidisce la lettura.
9/10
Aleterla:
Il segno della pioggia è una fic scritta molto bene, senza dubbio: l'autore è stato particolarmente bravo nel descrivere le emozioni dei personaggi e non è stato da meno nelle descrizioni di natura e tratti fisici. Mi è piaciuta anche la visione dell'aldilà proposta, lasciando intelligentemente molto al non detto: mi è davvero sembrata una storia, ancor prima che ben scritta, ben ragionata e ti incuriosisce pian piano sempre più portandoti poi al dolce finale. Ottimo lavoro.
Voto: 8/10.

- @Fabiana con "Undici"
Novecento:
Credo di aver capito cosa volevi fare, ma qui è un bel casino.
I parallelismi tra sport e problemi personali sono un grande classico della cinematografia americana almeno dal primo Rocky, e tendenzialmente funzionano perché è semplice trovare parallelismi tra lo sport e gli ostacoli che si affrontano nella vita e perché, tutto sommato, a tutti piacciono i film con il grande evento al climax. Questa storia, in virtù anche del fatto che chi la scrive ovviamente conosce il basket molto bene, non fa eccezione: mi piace particolarmente lo spunto del palleggiare quando si guarda il canestro rapportato all’essere ossessionati da qualcosa. Così come Il segno della pioggia, il cui commento ti invito a leggere poiché tu e il suo autore avete fatto errori simili, anche questo racconto aveva grande potenziale sulla base della premessa.
Gli omaggi ai film sportivi finiscono però per essere anche la rovina di questo racconto: sembra più di leggere un collage di topoi del genere in questione che una storia autocoerente. C’è il Vecchio Strambo Allenatore che insegna al protagonista a giocare, ma senza una reale ragione per farlo (se non il velato suggerimento sottinteso di una parentela). C’è l’Atleta Accidentale che inizia a giocare per caso e scopre la propria passione, che però accetta le avance del Vecchio Strambo solo perché ha già letto la sua storia e sa che gli piacerà (non trovo altre ragioni per cui non avrebbe dovuto alzare i tacchi al secondo incontro e il racconto, pur essendo scritto nella sua testa e quindi nella posizione di chiarire il ragionamento, rifiuta di farlo). C’è il Campo Abbandonato Dai Giovani a segnare il contrasto tra l’autenticità della vecchia generazione e l’apatia della nuova, ma in nessun punto del racconto questo contrasto si realizza come tema. E ovviamente c’è la punta di diamante, il Cambiamento Conclusivo, in cui il protagonista applica ciò che ha imparato nello sport ai suoi problemi personali… Eccetto che apparentemente decide di chiamare sua madre «mamma» (non nel pensiero interiore, perché due righe sopra è ancora nonna, ma sorvoliamo) completamente a caso dopo aver scoperto che i giri di campo erano undici perché le dita e il cuore. Perché non dopo che gli viene fatto il discorso sul concentrarsi sull’obiettivo mentre palleggia, dove avrebbe avuto un po’ più senso?
Tanto per essere chiari, non obietto all’uso di stilemi classici: sono il primo a ricorrervi e se sono apprezzati c’è un motivo. Il mio sentore è che tu non abbia ben chiaro quale sia questo motivo. Perché il Vecchio Strambo Allenatore funziona? Perché alla fine vediamo che tanto strambo non era e aveva ragione, ma nella tua storia manca il momento in cui capiamo il suo punto di vista e non scopriamo mai perché fosse interessato a fare da terapeuta psicomotorio a Luca (di nuovo, a parte un implicito «forse era suo nonno»). Perché il Cambiamento Conclusivo funziona? Perché è narrativamente soddisfacente vedere due filoni di trama che si intrecciano alla fine, ma qui restano ben separati a parte in una scena.
Tutto questo è frustrante perché l’altro filone, quello dei problemi personali, è ben congegnato: il suo successo più evidente è che l’approccio sportivo è abbastanza fresco da rendere «ragazzo scopre di essere adottato e non vuole adattarsi alla rivelazione», di per sé un cliché usato e abusato, non prevedibile al di là dell’ovvia conclusione «ma poi si adatta» (che, come i topoi visti sopra, è apprezzata per un motivo e non va per forza cambiata). Ma c’è così tanto potenziale sprecato che piange il cuore. Scrivi di un ragazzo che ha conflitti riguardo alla propria figura unica genitoriale, non ha avuto nessun punto di riferimento maschile (padri o nonni) nella propria vita, conosce un vecchio mentore con cui inizia a legare… e quell’angolo non viene mai approfondito? Te lo eri servito su un piatto d’argento! Considera valido anche nei tuoi confronti il caloroso invito a dare un’occhiata ad Andrew Ellard (https://medium.com/@ellardent).
Chiudiamo con una nota più tecnica: il racconto è scritto competentemente, ma devi essere più preciso nelle descrizioni. Una piattaforma di cemento sgangherata non aiuta il lettore a visualizzarla: potrebbe essere incrinata, scrostata, piena di muschi, con sterpaglia parassita che cresce tra le crepe o una combinazione delle precedenti. Sapere che Luca dedica le ore successive a social e videogiochi è un inizio, ma quante ore? Che social? Che videogiochi? Perché parli di biscotti anziché di Gocciole? Perché anziché dire che Luca arriva a fine corsa stremato, essenzialmente dicendo al lettore di trovarsi un’immagine di stanchezza nella sua testa e usarla, non la trovi tu che sei lo scrittore? Cosa me ne faccio esattamente di sapere che Lucas si immerge nei suoi pensieri? Cosa dovrei visualizzare mentre leggo quelle righe, che informazione mi danno?
Lo so, probabilmente ti sembrano inezie, ragion per cui ti spiego per filo e per segno perché non lo sono:
- In un racconto breve hai poco spazio, ogni parola deve contare; questo è ancora più vero per la caratterizzazione dei tuoi personaggi, su cui si impernia quanto ogni storia impatta il lettore. Buttarle per dire che Lucas si immerge nei suoi pensieri per un altro po’ è criminale.
- Il lettore medio non ha una grande immaginazione: se scrivi qualcosa di vago sostituirà con il dettaglio più banale. Per esempio Luca può essere stremato in tanti modi, ma la gran parte delle persone lo immaginerà con il fiatone (anziché, che so io, con acido lattico nelle gambe o fitte alle rotule). Questo è un problema perché il lettore non si accorge di questo processo e il suo giudizio di «poca fantasia» si ripercuote, consciamente o meno, su di te.
- I dettagli restano in testa. Se anziché dire videogiochi avessi detto che Luca gioca Overwatch con gli amici, e magari avessi insistito su questo punto scendendo più nel dettaglio o tornandoci sopra, il finale in cui la Gioventù Torna Al Campetto avrebbe avuto più senso narrativo. Così com’è, uno nota che Luca è tecnodipendente solo se cerca di notarlo.
- Perché è meno noioso da leggere. L’obiezione più comune che sento quando parlo di show don’t tell è che troppi dettagli appesantiscono, ma una descrizione concreta è la cosa che scorre meglio in un testo.
Coraggio, la base della torta era buona. Avrebbe solo beneficiato di un po’ di tempo in più in forno.
6.5/10
CiaobyDany:
La fic più enigmatica dell'edizione. Scritta bene, tratta con delicatezza e serietà un tema pesantissimo come quello dell'adozione familiare, ma... Non la capisco. Chi è Dino? Perché aiuta Luca? Che fine ha fatto l'amico della montagna che doveva tornare 4 giorni dopo? Cosa ha detto di Dino ai suoi amici? È un peccato, perché anche questa tecnicamente è scritta bene, è scorrevole, hai costruito bene i periodi, il tema dell'affrontare la scoperta del genitore l'hai reso bene. Eppure l'altro tema fondamentale, quello del basket che è interessante venga usato in supporto al superamento dell'altro dramma interno, rimane monco. Sarà che io odio i finali aperti e le questioni che "vengono lasciate al lettore", perché se stai scrivendo qualcosa vuoi trasmettermi qualcosa, non farmi inventare i finali, ma questi aspetti per me inficiano pesantemente nella valutazione. Per questo, nonostante sia tecnicamente ottima, non andrò oltre l'8/10.
Ff300:
Questa fic mi è piaciuta molto. Il rapporto che si forma tra questo anziano e un ragazzino in una situazione molto instabile viene descritto davvero bene. Anche l'evoluzione di tutta la storia è molto spontanea, e l'ho trovata narrata in modo piacevole. Davvero bella.
8.5/10
Aleterla:
Ottima fic a tema cestistico, anche se qui il basket non è altro che un pretesto per parlare di altro. Stile di scrittura pulitissimo, molto scorrevole, che serve la narrazione di un racconto dal tema non banalizzato, ma affrontato lucidamente. Il parallelismo tra vita reale e basket è cucito bene, raccontato ottimamente anche il vortice di emozioni adolescenziali in cui si ritrova, suo malgrado il protagonista, e nel complesso tutta la storia cattura e non annoia, dall'inizio alla fine.
Voto: 8/10.

- @Losba con "Leggenda popolare di Galar"
Novecento:
Mi sono appena ricordato perché non volevo fare il giudice. Come, di grazia, dovrei valutare un testo che ha un obiettivo completamente diverso da quello delle altre storie concorrenti?
Questo testo ha più o meno lo stesso problema di Otto prende un cucciolo, ma sbaglia in modo diverso. Nel commento relativo a quel racconto ho evidenziato come una storia non sia una storia in assenza di un conflitto. Qui abbiamo un conflitto, e, una volta elaborato un po’ oltre i confini del videogioco, sarebbe anche una base interessante (in particolare la spiegazione data agli spettri della Torre Diroccata), ma tale conflitto non influenza i personaggi.
Ciò è ovviamente fatto di proposito in quanto il titolo rende palese che volevi scrivere una leggenda, ma non potrò mai mettere abbastanza in chiaro che è una scelta dissennata: se un racconto senza conflitto è un aneddoto, un racconto con il miglior conflitto mai scritto ma privo di personaggi è un libro di storia. Hai mai sentito qualcuno che legga libri di storia nel tempo libero perché sono scritti bene? La parte triste è che i brevi interludi di dialogo tra il nonno e il bambino, che potrebbero anche non esserci, sono infinitamente più interessanti della leggenda vera e propria, esclusivamente in virtù del fatto che il lettore riesce a stabilire una connessione.
Quindi coraggio, scrittore o scrittrice. Siamo stati tutti alle prime armi, e Dio sa quanto ci ho messo a capire che un buon intreccio senza buoni personaggi è come preparare la migliore amatriciana d’Italia e scordarsi di comprare la pasta. Leggi e scrivi a perdifiato e migliorerai senza neppure accorgertene.
2/10
CiaobyDany:
Hai fatto il compitino e l'hai consegnato. Non è nulla di impegnativo, hai aggiunto un tocco personale alla lore presente in Pokémon Spada e Pokémon Scudo in una cornice di narrazione di narrazione. Si vedono vari errori tecnici, il linguaggio scade spesso in termini colloquiali, ma nel complesso il racconto scorre. Trovo anche apprezzabile che qualcuno abbia portato un racconto a tema Pokémon dato il sito su cui viene pubblicato, pertanto ti promuovo ugualmente con un 6/10.
Ff300:
Mi dicono che la base della fic sia effettivamente presa da Spudo ma che ci sia qualcosa di originale. Comunque la cosa mi interessa il giusto; racconta una storiella leggera e lo fa in modo scorrevole e piacevole. Non credo che l'autore puntasse a vincere, ma partecipare for fun è una possibilità e ho apprezzato questa fic che, tutto sommato, intrattiene.
6.5/10
Aleterla:
La fic è scritta bene ed è più o meno tutto quello che di positivo posso dire di questa fic. Il problema, a mio avviso, è che manca di originalità, fin troppo. La storia base è presa da Pokémon Spada e Scudo e anche se l'autore ci ha aggiunto del suo, immaginando situazioni inedite all'interno della macrostoria, non riesco a valutare il contributo dato come sufficiente: ci si poteva sforzare un po' di più, allungare un po' e inventare una ministoria più articolata e nuova per il lettore. A fine lettura ho solo l'impressione di avere appena finito di leggere di qualcosa fatto senza neanche troppo sforzo.
Voto: 5/10.

- @Apeshit con "La fottuta Repubblica di California"
Novecento:
Da scrittore, leggere questo racconto è un po’ l’equivalente di un ASMR. Per certi versi mi ha ricordato, con le dovute proporzioni, l’esperienza di lettura de La morte del padre di Knausgård: il ritmo calmo e saldo, il soggetto di vita ordinaria e soprattutto la precisione assoluta nella descrizione degli stati d’animo e una certa ostinatezza nel soffermarsi su dettagli che altri tralascerebbero convergono nella produzione di una condizione d’essere che trascende la lettura e si posiziona più vicino a un’esperienza extracorporea o a un ricordo sepolto.
Tutto ciò è insieme la delizia e la croce di questo racconto. Come ho accennato, il soggetto è estremamente ordinario al punto da rendere palpabile l’influenza autobiografica da parte dello scrittore. Un intreccio intrigante, e io lo so più di altri vista la mia predilezione per la letteratura di genere, funge spesso da sorta di gabbia di Faraday che circonda il testo, distraendo il lettore in punti in cui la prosa dello scrittore manifesta lievi cedimenti; ne consegue che chi decide di narrare eventi comuni va inevitabilmente incontro a una situazione in cui perde il suo schermo protettivo, con tutte le debolezze e i vezzi che ciò comporta mettere a nudo. Per Knausgård ciò non è un problema in quanto la sua prosa è essenzialmente perfetta, ma nel tuo caso (ma anche nel caso di scrittori affermati come Michael Chabon nelle ultime, frustranti duecento pagine di Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay) i problemi normalmente irrilevanti iniziano a emergere.
Per esempio è molto evidente l’uso reiterato che fai delle anadiplosi (E mi innervosiva. Mi innervosiva essere così poco efficiente; Poi arrivarono le 18. Le 18 in punto perché avevo aspettato quell’orario con una maniacale attesa…; Sentivo freddo. Freddo al centro del petto; Lo vidi a rallentatore. Vidi a rallentatore il braccio allungarsi; E sarei sopravvissuto. Sarei sopravvissuto al parassita che era entrato dentro di me…). Questo è un aspetto su cui normalmente uno soprassiede (ne ho notate diverse in It a suo tempo, quindi suppongo che quella sia la fonte Q), ma che in un racconto come questo diventa molto più semplice da notare, e se il lettore inizia a essere trasportato fuori dalla storia appena rilegge lo stilema diventa un problema. Non aiuta il fatto che tendi a scrivere in frasi molto brevi anche laddove una più lunga suonerebbe meglio: per esempio la sfilza Il sole di luglio apparve ancora. Giusto in tempo per vedere il suo volto sudato, i capelli ricci lunghi. Per poi lasciare spazio all’immagine di quella sera potrebbe tranquillamente essere assorbita in un singolo periodo. Di nuovo, questi non sono difetti gravi (però darei un’occhiata in futuro, specie alle anadiplosi, anche se quella è una mia idiosincrasia), ma l’assenza della gabbia di Faraday li smaschera.
L’altro aspetto in cui il racconto ha qualche deliquio è, strano a dirsi, che va un po’ troppo veloce; o, per meglio dire, cerca di narrare troppe cose. In parte il problema è endemico: il formato della storia breve mal si presta a riprodurre le vette più alte del libro di Knausgård, che spende la buona parte di un centinaio di pagine a descrivere i preparativi e lo svolgimento di una singola festa e almeno una cinquantina in descrizioni delle metodiche di pulizia della casa della nonna dopo la morte eponima. D’altro canto non posso non chiedermi se non sarebbe stato meglio accorpare o rimuovere certe scene, per esempio il passaggio a pp. 4-5 sulla scrittura o la mezza pagina di incipit sulla vita feriale del protagonista. Non sono necessariamente parti noiose o scritte male, ma arrestano il ritmo e contribuiscono ad aumentare la dispersione trasversale di uno sciame che deve essere collimato come un laser per funzionare a dovere.
Non saprei dire se questo sia un racconto ad alto o basso rischio. Da un lato il soggetto è, da un punto di vista squisitamente narrativo, una delle proposte più inoffensive possibili; d’altro canto la prosa viscerale lo rende l’esperimento più interessante tentato nei Fic Contest cui ho avuto il piacere di assistere. Senza dubbio me ne ricorderò a lungo.
8/10
CiaobyDany:
Re: wow. Un'altra fic potente e scritta divinamente. Probabilmente da un punto di vista tecnico è anche migliore di quella a cui ho dato voto massimo. Hai rappresentato un'umanità vera, tangibile. Una storia in cui si possono riscontrare personalità riconoscibili, da una o dall'altra parte. Conosco Marco, lo sono stato per certi versi con un mio ex che mi ha lasciato. Conosco anche Giovanni, lo sono per certi versi e per altri lo riconosco in altre persone che conosco. Dal mio punto di vista hai dato una rappresentazione mastodontica di due personalità normali. Anche lo stile di scrittura è tecnicamente molto elevato, hai fatto delle costruzioni eccezionali, una su tutte il dialogo con l'alternanza discorso diretto/narrazione riga per riga, che penso avrei impiegato un mese a scrivere, se mai mi fosse venuto in mente di fare una cosa simile. Super apprezzata anche la scelta dei temi raccontati. L'amore omosessuale in un paesino, con alcune delle difficoltà che comporta. Da omosessuale posso confermare che l'hai rappresentato esattamente com'è, come l'ho vissuto io e come l'ha vissuto più di un ragazzo che ho frequentato. Anche come hai integrato il COVID-19 è stato magistrale. L'accenno che fa capire che il protagonista ne ha sofferto pesantemente, i vari rimandi nella narrazione del prossimo futuro che effettivamente non potranno mancare in qualsiasi esperienza di vita dell'anno prossimo e di quelli ancora futuri. Quindi ribadisco come il tutto sia stato fatto tecnicamente bene, eppure, nonostante tu abbia trattato un sacco di temi che riconosco come mie esperienze di vita, tra cui, oltre le precedentemente citate, anche il piangere fino a non avere più lacrime, la scrittura che nasconde una parte di sé ed altre ancora, non sei riuscito ad emozionarmi. Onestamente non so spiegarmi il perché, ma attendo con ansia di leggere cosa ne pensino gli altri giudici. Pertanto il mio voto si ferma ad un comunque pregevolissimo 9/10.
Ff300:
Credo di dovermi scusare con l'autore perché, nonostante mi sembra che la sua fic sia di buona qualità, il genere mi fa davvero schifo e questo ha inevitabilmente e impietosamente influito sul mio apprezzamento (ho cercato però di non rifletterlo nel giudizio). Alla fine non mi è dispiaciuta, anche la narrazione mi è sembrata buona e che facesse passare le giuste emozioni. Non ho però capito la scelta di usare "G." fino alla fine, con la "rivelazione" del nome che non mi è sembrata così una rivelazione. Nel complesso mi sembra buona, ma non eccezionale.
7.5/10
Aleterla:
Fic forse un po' lunga, ma che scorre abbastanza bene. Storia a tema adolescenziale, ci siamo passati un po' tutti, gay o etero che siamo; benché mi sia piaciuta molto la resa dei sentimenti e delle sensazioni provate dal protagonista, lo stile di scrittura mi sembra migliorabile (anche se è comunque buono: la lettura, come ho detto prima, scorre abbastanza liscia). Sono certo che con un paio di riletture si potesse rendere tutto il racconto un po' più ordinato, ma un buon lavoro, tutto sommato.
Voto: 7/10.

Di conseguenza ecco il podio:
1° posto per @Veemon Tamer, con punteggio 8.5
2° posto per @Apeshit, con punteggio 7.9
3° posto per @Fabiana, con punteggio 7.8

Innanzitutto, grazie a tutti i concorrenti per aver aprtecipato: anche quest'anno ci avete regalato delle belle fic. Congratulazioni al vincitore Veemon Tamer, che si aggiudica un buono eShop da 25€ gentilmente offerto da Nintendo per l'occasione che ringraziamo. Voialtri non demoralizzatevi: potrete riprovare l'anno prossimo, e fate tesoro delle recensioni dei giudici per capire come potete migliorare!
 

Carmageddon

AGE IS JUST A NUMBER
Admin
Novecento, hai espresso un giudizio su una tua base personale che trovo completamente sbagliata. Il mio è un racconto umoristico, ho scelto il TEMA LIBERO. Fine. La storia c'è. Ci sono dei personaggi e degli eventi. Ha un inizio e una fine. Stando a quel che hai scritto, le librerie sono almeno all'80% prive di storie, perché non sono presenti conflitti?

Te li sei sognati stanotte, sti conflitti?
 

CiaobyDany

あなたと見る絶望は あなた無しの希望など霞むほど輝くから
Wiki
Ancora complimenti a tutti i partecipanti per la bella edizione che ci avete regalato anche da parte mia. Non posso che essere ben felice di vedere chi sia il vincitore, sia per la stima che provo nei suoi confronti, ma anche perché ha dimostrato una crescita incredibile rispetto ad altri lavori (monchi) che mi aveva fatto leggere negli anni passati. Sei arrivato ad un livello decisamente superiore e sono rimasto parecchio stupito dal vedere che eri tu l'autore. Bravo!
Passando anche agli altri partecipanti sono felice di avere visto una trasformazione non indifferente anche in Apeshit che ha cambiato drasticamente tema rispetto allo scorso anno ed è salito di un gradino sul podio. Forse la prossima edizione sarà quella buona, continua così! Per quanto riguarda la fic di Fabiana, credo che sia doverosa una spiegazione dei punti "oscuri" della fic che non siamo riusciti a comprendere :P Grazie anche a Carma e Losba per le fic leggere che hanno aiutato a smorzare i toni dell'edizione. Insomma, bravi a tutti e grazie ancora!
 

Lucas992X

Senza gli apici
Wiki
Passando anche agli altri partecipanti sono felice di avere visto una trasformazione non indifferente anche in Apeshit che ha cambiato drasticamente tema rispetto allo scorso anno ed è salito di un gradino sul podio. Forse la prossima edizione sarà quella buona, continua così!
Lo scorso anno Apeshit è arrivato primo, non terzo 😜
 

CiaobyDany

あなたと見る絶望は あなた無しの希望など霞むほど輝くから
Wiki
E si chiamava Giuseppe non Giovanni ahahahahaha

Comunque dopo faccio ringraziamenti e commenti ai commenti ora ho una tesi da scrivere :°
Ok, so che mi sto scavando sempre più la fossa, ma a mia discolpa non so riconoscere i nomi in generale nella vita. Figuriamoci se posso farlo con un nome scritto una sola volta nella fic. (@Lucas992X mannaggia a te, perché non hai corretto?)
 

Novecento

Quark charm
Novecento, hai espresso un giudizio su una tua base personale che trovo completamente sbagliata. Il mio è un racconto umoristico, ho scelto il TEMA LIBERO. Fine. La storia c'è. Ci sono dei personaggi e degli eventi. Ha un inizio e una fine. Stando a quel che hai scritto, le librerie sono almeno all'80% prive di storie, perché non sono presenti conflitti?

Te li sei sognati stanotte, sti conflitti?
Puoi farmi un esempio di un romanzo di spessore che non contenga un conflitto? O, se preferisci, un film, una serie TV, un videogioco? Vanno bene anche umoristici, se pensi che faccia differenza.
 

Carmageddon

AGE IS JUST A NUMBER
Admin
M
Puoi farmi un esempio di un romanzo di spessore che non contenga un conflitto? O, se preferisci, un film, una serie TV, un videogioco? Vanno bene anche umoristici, se pensi che faccia differenza.

"di spessore"
"conflitti"

Perché metti dei paletti obbligatori? Chi mai li ha richiesti?
Ripeto: Ho scelto il TEMA LIBERO! Libero vuol dire LIBERO.

Non riesci a concepire delle letture leggere e disimpegnate? Sta faccenda dei conflitti l'hai tirata fuori solo tu, completamente dal nulla. Una storia non può esistere se non contiene conflitti? Lo hai deciso solo tu!


Ecco qui le altre mie 2 "non storie", come le definiresti tu, che avevo scritto tempo addietro, sempre incentrate su Otto.
https://forum.pokemoncentral.it/threads/27318/ (topic #15).
 
Ultima modifica:

Veemon Tamer

Momentai
Intro (forse noiosa ma ci tengo a scriverla):
Non so da dove cominciare. Probabilmente è scontato, ma voglio ringraziare tutti i giudici e, anche se può sembrare una frase fatta, sono molto felice ed emozionato. Era un po' che volevo partecipare a questa challenge perché volevo avere un riscontro sul mio modo di scrivere e qualche consiglio da vari punti di vista per migliorare, ma non l'ho fatto un po' per via della mia insicurezza, un po' perché non volevo scrivere una cosa a caso, ma volevo avere un'ispirazione che convincesse almeno me. Quindi sono davvero davvero felice di questo risultato. Appena ho un attimo leggerò anche le altre fic molto volentieri

Risposta a ai giudici e (900 in particolare):

A Dani non ho molto da dire se non che mi fa davvero molto piacere tutto quello che ha scritto, a maggior ragione perché è un mio amico da parecchio. E il fatto che sia stata scorrevole è ancora più positivo perché uno dei miei maggiori timori è proprio quello di risultare pesante o aggiungere cose inutili solo perché mi sono fatto prendere la mano. Grazie

A Flavio posso dire che non ho fatto davvero molto caso al titolo e non sapevo nemmeno di questa distinzione 😅😂 ma d'ora in poi ci farò davvero caso. Mi dispiaccio per gli errori, che danno fastidio anche a me. Alcuni (spero tutti in realtà) li ho visti dopo aver consegnato, nonostante avessi già riletto. Sono molto distratto. Per il resto davvero grazie anche a te

Aleterla: Rendere gli scenari e gli stati d'animo è in particolare la cosa mi piace di più mentre scrivo, quindi apprezzo molto il fatto che tu abbia voluto sottolineare questo aspetto (cosa che mi pare di aver ritrovato anche nei commenti dei giudici precedenti ma lo dico una volta per non ripetermi) e, di nuovo, sono contento che sia stato tutto scorrevole. Grazie anche a te

Novecento: Ci ragiono bene e rispondo sotto. Ho apprezzato tutti i commenti allo stesso modo, davvero, ma oltre al tipo di risposta che ho trovato da parte degli altri giudici, che per me vuol dire tantissimo, cercavo anche proprio questo tipo di risposta. Ora rileggo
 

Novecento

Quark charm
M


"di spessore"
"conflitti"

Perché metti dei paletti obbligatori? Chi mai li ha richiesti?
Ripeto: Ho scelto il TEMA LIBERO! Libero vuol dire LIBERO.

Non riesci a concepire delle letture leggere e disimpegnate? Sta faccenda dei conflitti l'hai tirata fuori solo tu, completamente dal nulla. Una storia non può esistere se non contiene conflitti? Lo hai deciso solo tu!
Mi sembri un po' confusa: da dove arriva la tua convinzione che letture leggere non abbiano conflitti? Devo forse intendere che Natale a Miami, Fuga da Reuma Park e Swag Negro siano opere impegnate? Non fai prima a farmi qualche esempio di quello che tu consideri una valida (apparentemente "di spessore" non ti piace, nonostante significhi la stessa cosa) lettura disimpegnata che sia priva di conflitto?

Nota a margine, non mi è chiara la tua disquisizione sul tema libero. La mia affermazione che il tuo racconto "non è una storia" non è una dichiarazione di inammissibilità al Fic Contest (non è il mio ruolo come giudice, ma, se ti può interessare, Otto prende un cucciolo è perfettamente entro i requisiti di partecipazione), è una valutazione sintetica di qualità: ogni problema che potevo descrivere del tuo racconto (personaggi indistinguibili l'uno dall'altro, finale inconcludente, nessuna particolare spinta a continuare a leggere visto che non succede nulla) è una conseguenza inevitabile del fatto che non racconti una storia ma un aneddoto, quindi tanto vale tagliare corto, visto che sono prolisso di mio.
 

Carmageddon

AGE IS JUST A NUMBER
Admin
Happy Days e quasi tutto il filone delle sitcom dell'epoca
Grandi Magazzini, Amici Miei e quasi tutto il filone comico italiano dell'epoca
Mica hanno conflitti.....

E nelle librerie non ci sono solamente Cuore e i Ragazzi della Via Pal.
Trovi anche, toh, Totoro. Per dire.


Personaggi indistinguibili?

Li accomuna il medesimo posto di lavoro, ma sono persone con un proprio carattere. Dipinto a tinte pastello, ma c'è. Otto è il classico impiegato non molto sicuro di sé, Alex il belloccio tendente al palestrato, Giuliana è la primadonna dell'ufficio ma che non fa la vamp e non si butta tra le braccia di chiunque, il direttore e Gino sono figure secondarie che in questa storia ho abbozzato appena. Ma se titte queste persone le reputi indistinguibili, a questo punto dimmi la verità: la storia ti ha fatto schifo e non hai avuto voglia di leggerla veramente. Anzi, lo hai scritto tu stesso in un altro giudizio: "Non volevo fare il giudice..." Non ti avrebbe sparato nessuno, se ti fossi tirato indietro.
Non concepisci l'esistenza di racconti allegri, spensierati e senza sti benedetti conflitti.
 
Ultima modifica:

Veemon Tamer

Momentai
Novecento:
Ci sei andato così vicino. Non solo il racconto è scritto bene, non solo la premessa è fenomenale, ma nello strutturare la storia hai inserito tre conflitti molto interessanti che agiscono sui tre piani ideali: un conflitto interno dato dall’oppressione provata da Leo nei confronti della sua morte, uno relazionale dato dal rapporto conflittuale di Leo e Liliana e uno esterno dato dal mistero centrale del racconto: come è morto Leo? E i tre conflitti convergono magistralmente nella scena finale in cui sveliamo il mistero e comprendiamo come le circostanze della sua dipartita hanno avuto ripercussioni su lui e sulla sua capacità di relazionarsi agli altri nel mondo dei morti. Mentre leggevo ero molto felice all’idea di assegnare un 9 al secondo racconto letto (non un 10, vedremo alla fine perché).
Dunque che cosa è andato storto? Visto che da come scrivi intuisco tu abbia ambizioni letterarie a un livello un po’ superiore rispetto a “un modo per ammazzare il tempo in quarantena”, sarò diretto: devi imparare a padroneggiare la coerenza tematica di ciò che scrivi, perché la scena finale sembra uscita da tutta un’altra storia.
Per chiarire cosa intendo (non è un concetto semplice da spiegare a chi non lo «sente di pancia»), analizziamo per un attimo il primo conflitto, ovvero quello di Leo con se stesso: viene stabilito molto efficacemente, non solo attraverso le parole ma attraverso l’intelligente stratagemma di legare i suoi sentimenti alla pioggia, che Leo è afflitto da una profonda depressione per non aver superato il trauma della sua morte. La presenza di due spettri come Salem e Liliana ci dice che questa non è una situazione normale, il che guida il lettore dritto nelle fauci del Grande Mistero: Leo deve essere morto in un modo così traumatizzante che l’ha segnato anche nell’oltretomba. Avrà forse una colpa nella sua stessa morte? Che ruolo ricoprirà Giada e perché si è così fissato su di lei, come ci viene detto e mostrato eccellentemente all’inizio del racconto in modo da fissarcelo bene in testa?
Salta fuori che la risposta a tutte queste domande è una bella alzata di spalle, perché nulla nella sua morte dà il benché minimo indizio a riguardo. Perché Leo è così traumatizzato? Eh, è fatto così, sa Dio. Ha in qualche modo causato la propria morte? Solo come vizio di procedura, perché il bullo l’ha ammazzato di propria volizione dopo che Leo si è tuffato a recuperare un braccialetto (e Leo dice pure “sono stanco di darmi colpe” nel finale; colpe di cosa, di grazia?). Che ruolo ricopre Giada? Nulla di più di un espediente narrativo per dare ai bulli una vaga ragione per ammazzare Leo e dare moto al racconto. Perché Leo si è fissato su di lei? Eh, è fatto così, sa Dio (x2). In un racconto incentrato sulla morte del protagonista tenuta segreta al lettore fino alla fine, questa morte non ci dice nulla sul protagonista.
Un simile discorso va fatto anche per il secondo conflitto, ovvero il rapporto tra Leo e Liliana. Più volte nel racconto viene tracciato un parallelismo/contrasto tra Liliana e Giada, sia direttamente (Ad essere cinico, potrei definirla insignificante, l’opposto di Giada.) che indirettamente (Liliana afferra il polso a Leo, Leo afferra il polso a Giada). Tutto ciò sembra preludere al fatto che le difficoltà di Leo nel rapportarsi con Liliana siano anch’esse da ricondurre al Grande Mistero, all’inevitabile coinvolgimento di Giada nella morte di Leo… Ma non è così, perché la spiegazione è un molto più semplice “oh, Leo è una tsundere che nasconde la propria fragilità dietro un tono aggressivo”. Effetto collaterale, il personaggio di Giada diventa completamente avulso dalla storia: puoi rimuoverlo, ritoccare leggermente la morte di Leo e la storia fila allo stesso modo senza di lei.
Non so se ho reso l’idea, ma la morale della favola è: questa è una storia davvero poco elegante. C’era una bellissima opportunità di far convergere armoniosamente la risoluzione dei tre conflitti principali nella scena finale, ma questa opportunità non viene mai sfruttata. Il finale attuale conclude la storia nel senso lato di “è la fine degli eventi”, ma perde l’occasione di tirare le fila dei temi che il racconto (consapevolmente o meno) introduce.
Però siamo tutti bravi a criticare. Quale sarebbe stato un modo per risolvere? La cosa migliore da fare sarebbe stato scartare la versione attuale della morte di Leo, in assoluto il punto debole del racconto, e riscriverla unendo i puntini in un disegno un po’ più soddisfacente a livello tematico. Leo è oppresso dalla sua morte prematura, quindi è naturale dargli una responsabilità nel suo svolgimento verso cui provare dei sensi di colpa; Leo ha rimpianti circa l’aver preso per scontate cose come il dolce domenicale preso dai suoi genitori, quindi sarebbe elegante se ciò si rivelasse un fattore contribuente nella sua morte; Leo è ossessionato da Giada, che ci si aspetta quindi ricopra un ruolo di rilievo (magari suggerendo silenziosamente, insieme al motivo della sua ossessione per Giada, la ragione per cui Leo è così infastidito da Liliana). Come esercizio di fantasia, cosa succederebbe se assegnassi a Leo la morte che hai scelto per Liliana? Come potresti ristrutturare quella scena in macchina per incorporare le idee di cui sopra? Non devi usarle tutte, ma più ne usi e migliore sarà l’effetto finale (assumendo che tu riesca ad amalgamarle in modo convincente, ma credo di non dover dire a uno scrittore “ammesso che tu scriva bene”).
Naturalmente, la morte di Leo è lungi dall’essere l’unica parte di un racconto così introspettivo che beneficerebbe da una miglior padronanza dei temi in gioco. Per esempio, il fatto che a Liliana basti raccontare la sua morte (cosa che le pesa relativamente) per farla raccontare a Leo (per cui è la singola cosa più difficile da fare) non è molto soddisfacente. Per convincere Leo, Liliana dovrebbe fare qualcosa che sia di sforzo paragonabile. Ciò comporterebbe definire un po’ meglio il personaggio, che per ora è solo una sorella à la “onii-sama”, magari includendo una qualche risonanza tra la sua storia e quella di Leo (adesso essenzialmente estranee l’una all’altra), bla bla bla, dopo una pagina e mezza di recensione dovresti aver colto il succo del discorso. Per esempio, considerando che Liliana è convinta di aver rovinato la vita al fratello morto, non sarebbe interessante se Leo allo stesso modo fosse convinto di aver rovinato la vita a Giada rimasta in vita (per esempio causandole a sua volta un trauma), spiegando così la sua ossessione per lei?
Come vedi, le vie della manipolazione tematica di un racconto sono infinite ed è un’arte che è molto difficile imparare a usare ed è ancor più difficile imparare quando non usare, per evitare di scrivere i tuoi racconti meccanicamente come un “unisci i puntini” della Settimana Enigmistica. Se ti interessa, trovo che Andrew Ellard (https://medium.com/@ellardent) abbia un talento particolare in questo ambito e le sue TweetNotes sono sempre illuminanti per scoprire come le storie che vedi in televisione o al cinema adottino proprio le tecniche che ho descritto (e, laddove non lo facciano, Ellard è molto più bravo di me nel suggerire miglioramenti, che è una delle cose più difficili da fare e il marchio di un grande editor). Il cuore della sua produzione è basato su episodi di Doctor Who, ma tratta anche molti film di recente uscita e di ampia notorietà. Quando non so da che parte sbattere la testa per una storia, di solito è lì che vado a trarre ispirazione.
Qualche nota conclusiva che ho già scritto troppo: ho menzionato all’inizio che anche con una buona conclusione non avrei comunque dato un 10. Perché?
- Il passo iniziale non è scritto male. Soffre un po’ di sindrome da parole buttate (timida lacrima strappata in un solitario silenzio e lacrima strappata nel silenzio sono esattamente la stessa immagine) e la struttura della prima frase è arzigogolata, ma la nube come petrolio è un’immagine valida (anche se la precisazione in mare non solo è inutile, ma è dannosa perché evoca il mare in un momento in cui stai parlando di un lago) e il trafiletto è funzionale nel fissare l’atmosfera. Il suo problema però è che è scritto in modo troppo diverso da tutto il resto del racconto e il lettore si accorge che quella non è la tua voce naturale. Puoi ottenere lo stesso risultato senza tradire il tuo stile.
- Occhio all’effetto manuale di istruzioni. Quando Leo pensa Lo chiamiamo l’Eden. È vasto e pieno di anime, ma molte, come me, non amano fare amicizia, o Gli elementi del mondo dei morti sono fatti come noi, quindi possiamo ancora toccarli e avvertirne gli odori, mentre nel mondo dei vivi ci sono concessi solo la vista e l’udito, o quando dice a Liliana che Siamo ancorati qui, Lilli. Alcuni se ne vanno subito, ma a noi è stato concesso di restare e non sappiamo per quanto e perché, è molto evidente che sta in realtà parlando con noi che leggiamo. Questo effetto, già problematico per conto suo, è aggravato dal fatto che Leo non ha una voce che rompe naturalmente la quarta parete (cosa che non renderebbe questi passi di pura esposizione meno gravi, ma attenuerebbe l’effetto straniante che si prova leggendoli). La regola è sempre la solita: se queste regole sono importanti per la storia non devono essere raccontate, devono essere mostrate (altrimenti il lettore non se le ricorda e devi precisare che Ho perso il tatto, quindi sono finito ancora nel mondo dei vivi), mentre se non lo sono allora puoi toglierle (oppure, se vuoi lasciarle «per costruire il mondo», mostrarle in scene con meno risalto rispetto a quelle atte a esplicare meccaniche principali).
- L’approccio all’argomento dell’autolesionismo è, a essere gentili, ingenuo. Non sono in linea di principio contrario a trattare temi così delicati come aspetti «minori», ma se non ci sei passato personalmente è necessario condurre una ricerca approfondita (leggere quante più testimonianze possibile, come primo passo) per evitare di commettere errori grossolani come una ragazza che gira a braccia scoperte con tagli autoinferti ancora visibili. È uno sforzo che devi fare, prima ancora che per il realismo della tua storia, per rispetto alle persone del cui dolore ti stai appropriando in qualità di scrittore. E rimanendo in argomento, Giada che dopo la morte di un suo grande amico smette di farsi del male per qualche ragione è proprio stonato.
Non è una brutta storia, il che spero si rifletta nel voto che ho assegnato. Ma sarebbe potuta essere molto di più.
7/10

Tanto per cominciare ci tengo a dire che no, non mi taglio o cose del genere, sono felice e contento aha. Tuttavia mi ritrovo in Leonardo sotto molti aspetti e, quando provo a mettermi nella testa del personaggio, cerco di rievocare semplicemente un momento buio o di forte sconforto, a volte credo inconsciamente, che ho vissuto.

A parte questo, non so ancora bene se ho ambizioni oppure no. Mi piace molto scrivere e sì, mi piacerebbe pubblicare qualcosa, ma tra le tempistiche e tutto non sono affatto sicuro, anche perché non ho scelto una facoltà letteraria (che può non sembrare una motivazione, ma almeno per me lo è, nel senso che si accumulano obiettivi diversi). Però il sogno nel cassetto ci sarebbe.

Anticipo (ma non mi giustifico) che molte delle mancanze che hai citato sono dovute al fatto che avevo pensato a una fic più lunga e con una trama solo leggermente diversa, ma un po' per il timore di aggiungere troppa roba e farla risultare troppo lunga agli occhi dei lettori, e un po' per paura che richiedesse troppo tempo, ho cercato di tagliare delle parti pur di non aggiungere scene ulteriori ma togliere contenuto ad altre. Con questo non voglio dire che sarebbe necessariamente venuta meglio, anzi, magari avrei sbagliato ancora di più e sono più che contento così.

Also, per alcune di quelle domande che da lettore ti sei posto e a cui non c'è una grande risposta: per inesperienza, immagino, non sono abituato a soffermarmi e farmi domande su tutto quello che scrivo (o meglio sì, ma non con uno schema di domande chiaro in testa come quello che hai proposto), quindi ci sono aspetti che non mi è venuto in mente di chiedermi e che ho lasciato distrattamente irrisolti.

Un esempio è la fissa nei confronti di Giada. Non mi è venuto in mente di dover specificare perché Leo si fosse innamorato della ragazza scrivendo magari di un particolare episodio (ho erroneamente pensato che potesse essere sufficiente sapere che si conoscevano da parecchio tempo e mettere in luce le sue sensazioni in alcuni punti). Anyway, avevo inizialmente intenzione di estendere il rapporto tra Leo e Giada (avevo previsto addirittura di farli incontrare, senza che lei potesse inizialmente riconoscerlo e questo avrebbe influenzato in modo molto diverso il finale, anche se l'idea della conclusione era quella). Questo dovrebbe spiegare anche come mai Giada appare come un personaggio quasi superfluo o incompleto.
La mia paura maggiore era in realtà che Salem risultasse superfluo, perché anche per lui avevo studiato una storia che poi ho tagliato.

Il senso di colpa di Leo non era da intendere tanto per il modo in cui è morto, quanto per l'essere rimasto insoddisfatto perché in vita non ha agito come voleva o è rimasto in disparte in varie situazioni (per alcune realizzandolo solo troppo tardi, vedi lo scarso contatto con i genitori), e per la sua incapacità di reagire anche ora che è un fantasma, continuando a gettarsi addosso negatività. Ma sono convinto, visto che me lo stai dicendo, che non l'ho fatto intendere, quindi rileggerò per vedere dove ho fatto confusione o ho mancato di aggiungere qualcosa.

Non sapevo cosa fosse una tsundere (ho googlato e buono a sapersi) ma sì, parte dell'idea è in effetti quella di una persona che si comporta in modo aggressivo per evitare di parlare delle proprie fragilità, anche se spero non sia passato solo questo.

Passando alla sindrome delle parole buttate: ti do ragione. Probabilmente coinvolto dalla scrittura tendo a esagerare senza rendermene conto. Ci sono effettivamente dei termini che possono suonare come "virtuosismi" non necessari o proprio cannati, ora che li hai messi in evidenza. Anche questo penso sia dovuto a mancanza di esperienza e un tentativo eccessivo di far passare un'idea che in quel momento avevo in testa (come ho già scritto nei commenti, mi faccio molto coinvolgere nelle descrizioni e mi piace molto pensarle e scriverle). Non mi è proprio venuto in mente che il mare accanto al lago potesse stonare, ma in effetti ha perfettamente senso.

Per quanto riguarda le spiegazioni introdotte nel modo sbagliato: mi è capitato, nel corso dei miei vari tentativi di scrittura (quindi non tanto per quanto riguarda questa fic) di accorgermi che qualcosa stonasse quando facevo raccontare al personaggio attraverso i suoi pensieri un qualcosa in modo da spiegarlo al lettore. Mi sembrava di risultare poco interessante, di aggiungere qualcosa che leggendo avrei voluto saltare, ma io stesso non riuscivo a capire cosa cambiare. Ora ho la risposta e mi hai fatto un favore davvero enorme a farmi notare che fosse sbagliato in partenza il concetto di introdurre una spiegazione in quel modo. Nonostante questo, ho paura che non sarà sempre facile arrivare a trovare un'alternativa, quindi mi hai dato una bella gatta da pelare 😂.

Per quanto riguarda l'autolesionismo, sì, mi sono spinto un po' troppo in là nel mio tentativo di cercare un modo per tappare alcuni buchi, era un'altro degli argomenti su cui ero conscio di essere stato debole.

"Il suo problema però è che è scritto in modo troppo diverso da tutto il resto del racconto e il lettore si accorge che quella non è la tua voce naturale" (cit. tu)
Ecco questa è l'unica cosa che mi sfugge e che non ho capito. Non mi sembra un modo di scrivere alternativo rispetto al resto del racconto. Mi sembra di aver mantenuto lo stesso stile. Puoi spiegarmi meglio cosa intendi, se hai voglia?

Infine, grazie mille di nuovo per gli spunti offerti, darò un'occhiata al link e quando scriverò qualcosa farò riferimento sicuramente ad alcuni dei quesiti che mi hai fatto qui
 
Ultima modifica:

Apeshit

Zoidberg
Well, well, well. Alla fine il quinto giudice non ha né confermato né ribaltato la classifica.
Complimenti a @Veemon Tamer per il risultato conseguito e a @Fabiana per essere ancora mia compagna di podio (vero, non sto controllando come @CiaobyDany ?). Veenom, da ques'anno sei mio rivale.

c2f.jpg


Ringraziamenti sparsi in ordine sparso:
Grazie al mio amico Marco per esser stato in videochiamata quando mi serviva un nome per il protagonista. Senza di te si sarebbe chiamato in un'altra maniera.
Grazie a M, A e alla mia ragazza per avermi dato impressioni sul racconto. E grazie a L, che sebbene il racconto non lo abbia potuto leggere, mi ha supportato nei momenti in cui stavo cercando di fare l'edit finale.
Grazie a tale Andrea, conosciuto sul treno Roma Milano lo scorso autunno con cui ho parlato e che mi ha raccontato di questo tale Lorenzo, di cui si era innamorato e che si era poi trasferito in Colorado (mi ero complimentato con lui per il cappello dei Chicago Bulls). La storia non è autbiografica come qualcuno ha sottointeso e non è neanche una storia vera. Ho preso ispirazione da uno sconosciuto. Ho erso, non dovrò condividere con lui il premio, poco male.
Grazie anche a @Lucas992X per avermi dato tutto il supporto necessario per inviare il racconto e per avermi difeso quando tutti dicevano che era deprimente. Sono stati momenti in cui ho davvero pensato di aver scritto una bottanata. Grazie!

E se ho dimenticato qualcosa fa niente, ok? Ma veniamo ai pareri dei giudici.
@Novecento ho molto apprezzato il tuo giudizio e su certe cose mi ritrovo. Questo racconto non è quello che avevo in mente. You know, è come quando provi a fare un disegno di un pikachu e quello che ti esce fuori è qualcuno che ti chiede pls kill me. Stesso principio. Concordo quando parli di problemi sul ritmo ed è qualcosa su cui ho provato a lavorarci in tutti modi sino alla fine. Forse non era il tipo di storia adatta. O forse non ne sono stato capace io. O magari entrambe le cose. Who knows.
Non ho molto capito la questione della gabbia di Faraday. Ho cercato su Wikipedia cosa sia e ho capito il principio, ma non riesco a traslarlo in narrativa. A meno che non sia una forma che non ho mai conosciuto. So help me.
Per me è stato un racconto ad alto rischio. È stato davvero... pesante scrivere questo racconto. anche banalmente da un punto di vista stilisico. Ho cercato sino alla fine di non scrivere esplicitamente quelli che erano i sentimenti dei pg. Ho scritto le mie prime scene potenzialmente spinte della mia vita e ho sperato che non risultassero in qualcosa di imbarazzante o, come dicono i giovini d'oggi, cringe. Non so se ci sono riuscito o meno, ma nessun giudice ha accennato la cosa.

@CiaobyDany quante volte una persona può esser taggata all'interno dello stesso messaggio? Scopriamolo con te. Ti ringrazio per il commento, il cuore di questo racconto mi è nato ascoltando una canzone di Lana del Rey in un momento in cui diceva "Topanga's hot tonight, Manson in the air/And all my friend have gone, 'cause they still feel him here". Sul fatto che non sia riuscito ad emozionarti neanche gli altri giudici ne han parlato e diventa inevitabilmente una questione personale e soggettiva. Come dicevo prima questo racconto per me è stato un piccolo calvario e ha segnato un nuovo standard per me per la cura dei dettagli. E ricordo, come ho detto anche prima, questo non è il racconto che avevo in testa. Nel racconto originario c'era molta più fame sessuale, qui sfumata in fame romantica. E c'era pure più uso di droghe. Perché non le ho messe? Perché è la storia che guida l'autore, non viceversa. E così mi ha guidato.
Sadly: né a te né a @Novecento è piaciuta la parte sulla scrittura che per me rimane la parte più bella di questo racconto.

@Ff300 quello che non capisco è: qual è il problema con il genere? Perché io vedo un racconto prima di tutto drammatico che costruisce tale dramma su una vicenda sentimentale e sessuale. È un racconto che incarna due dei tre temi suggeriti quest'anno: il sacrificio, perché vediamo Marco sacrificarsi per non ferire un'altra persona e il tema libero. Quando per prima cosa dici che il racconto ti passa delle emozioni ma il genere ti fa schifo ecco, io proprio non capisco. E credo che sia anche rischioso mettere a disposizione la possibilità di un tema libero salvo avere generi che "fanno davvero schifo".
Quanto al nome viene detto nelle ultime righe. Marco vuole dimenticare, lasciare questo ragazzo alle spalle. G. è l'unico modo con cui lo identifica. Non è una grande rivelazione, alla fine. Ma il nome ci viene mostrato solamente quando Marco decide di liberarsi di questo peso. La libertà di pronunciare il nome avviene nel momento in cui si libera di questo sentimento e peso.

@aleterla non si tratta di una storia a tema adolescenziale. Marco e G. sono due ventenni, uno più grande dell'altro, studiano all'università come viene indicato. E sono situazioni in cui puoi finirci anche fuori dall'adolescenza" o dalla pubertà (Si spera. E se dovete fare sesso durante la pubertà usate i preservativi). Quello che non capisco è che cosa intenda tu per ordinato.

Bene, ho finito.
 

Novecento

Quark charm
Happy Days e quasi tutto il filone delle sitcom dell'epoca
Grandi Magazzini, Amici Miei e quasi tutto il filone comico italiano dell'epoca
Mica hanno conflitti.....

E nelle librerie non ci sono solamente Cuore e i Ragazzi della Via Pal.
Trovi anche, toh, Totoro. Per dire.


Personaggi indistinguibili?

Li accomuna il medesimo posto di lavoro, ma sono persone con un proprio carattere. Dipinto a tinte pastello, ma c'è. Otto è il classico impiegato non molto sicuro di sé, Alex il belloccio tendente al palestrato, Giuliana è la primadonna dell'ufficio ma che non fa la vamp e non si butta tra le braccia di chiunque, il direttore e Gino sono figure secondarie che in questa storia ho abbozzato appena. Ma se titte queste persone le reputi indistinguibili, a questo punto dimmi la verità: la storia ti ha fatto schifo e non hai avuto voglia di leggerla veramente. Anzi, lo hai scritto tu stesso in un altro giudizio: "Non volevo fare il giudice..." Non ti avrebbe sparato nessuno, se ti fossi tirato indietro.
Non concepisci l'esistenza di racconti allegri, spensierati e senza sti benedetti conflitti.
Deduco che tu non abbia ben chiaro cos'è un conflitto, perché non vedo come tu possa guardare Amici miei, un film pieno zeppo di conflitti e a dir poco esemplare in tale riguardo nel panorama delle commedie (che dai conflitti non possono prescindere), e dire che non ne ha. Siccome andare ad analizzare tutto un film così complesso è un po' lungo (ti invito comunque a provare a togliere il conflitto tra Sassaroli e i quattro, in particolare Melandri, e vedere cosa esce fuori), facciamo un altro esempio che mi sembra ti sia caro: le sitcom. Lo schema classico della "trama A" delle sitcom è stato studiato al minuto e funziona più o meno così:
  1. La premessa: sorge un problema che turba l'equilibrio standard dei personaggi della sitcom.
  2. Il midpoint: le conseguenze della premessa si ripercuotono su uno o più dei personaggi principali, che deve cercare di risolverle.
  3. La conclusione: il midpoint viene risolto con un successo o un fallimento.
Cosa rende un episodio a caso di Happy Days diverso da Otto prende un cucciolo? La premessa c'è ed è nel titolo: Otto adotta un cucciolo e quel cucciolo è movimentato e fa casino. Il punto in cui il tuo racconto fa difetto è il secondo: Speedy dovrebbe creare problemi e i personaggi devono cercare di risolverli. Notare come ho sopra messo il corsivo a deve: nelle sitcom i personaggi non hanno una scelta, hanno una posta in gioco che li obbliga ad agire, ed è da lì che scaturiscono gli eventi realmente divertenti!
Per farti un esempio molto stupido, prendi la famosa scena Steamed Hams dei Simpson, che è una sorta di sitcom in miniatura in cui non dovresti avere difficoltà a individuare premessa, midpoint e risoluzione. Se Chalmers e Skinner non avessero un rapporto gerarchico e se non sapessimo che Chalmers odia di suo Skinner (se per esempio fossero due amici), non ci sarebbe alcuno spunto comico nel momento in cui brucia l'arrosto (direbbe "scusa", Chalmers direbbe "ok" e rimanderebbero il pranzo). Ma dal momento che c'è un conflitto tra i due personaggi, Skinner decide di correre al Krusty Burger e, beh, il resto è storia. Notare anche il fatto che Skinner debba (e non voglia) mentire è la sorgente di comicità e come, se Skinner non avesse una posta in gioco, non solo la scena non avrebbe senso ma, anche fosse giocata così, non farebbe neppure ridere. C'è poco divertimento intrinseco nel fatto che Skinner spacci gli hamburger di fast food per una ricetta di famiglia: è la storia che c'è dietro a renderlo realmente divertente.
Ciò dovrebbe aiutarti a vedere il problema con Otto prende un cucciolo. Anche ponendomi in un parauniverso in cui mi scompiscio di risate guardando A spasso nel tempo, Alex che infila la mano tra le tette di Giuliana non ha nulla di divertente in sé e per sé, e te lo dimostra il fatto che nessuno leggendo questa frase che ho scritto è scoppiato a ridere. Come per Steamed Hams, l'unica speranza che hai di rendere questo (o qualsiasi cosa) divertente è mettere i personaggi in una situazione in cui è interessante vedere Alex che infila la mano tra le tette di Giuliana. Perché non è interessante? Perché i personaggi sono perfettamente intercambiabili: cosa cambia se Otto infila la mano al posto di Alex? Cosa cambia se il direttore aziendale c'è o non c'è? Cosa cambia se Otto infila la mano nel pacco di Alex al posto delle tette di Giuliana? Niente, niente e niente, perché i personaggi non hanno nulla in gioco e non c'è nessun contesto che arricchisca la scena. Hai scritto di Skinner che invita un amico a pranzo e gli serve Krusty Burger per errore. Manca il conflitto tra i personaggi che in Steamed Hams, ma anche in Happy Days rende effettivamente divertente ciò che avviene sullo schermo (che c'è in ogni singolo episodio, secondo lo schema a punti di cui sopra).

Li accomuna il medesimo posto di lavoro, ma sono persone con un proprio carattere. Dipinto a tinte pastello, ma c'è. Otto è il classico impiegato non molto sicuro di sé, Alex il belloccio tendente al palestrato, Giuliana è la primadonna dell'ufficio ma che non fa la vamp e non si butta tra le braccia di chiunque, il direttore e Gino sono figure secondarie che in questa storia ho abbozzato appena. Ma se titte queste persone le reputi indistinguibili, a questo punto dimmi la verità: la storia ti ha fatto schifo e non hai avuto voglia di leggerla veramente. Anzi, lo hai scritto tu stesso in un altro giudizio: "Non volevo fare il giudice..." Non ti avrebbe sparato nessuno, se ti fossi tirato indietro.
Non concepisci l'esistenza di racconti allegri, spensierati e senza sti benedetti conflitti.
C'è un vecchio test inventato (o più probabilmente reso popolare) da RedLetterMedia ormai otto anni fa su come valutare se un personaggio è scritto bene o meno, che consiste nel descriverlo senza fare riferimento al suo ruolo nella storia, alle sue relazioni con altri personaggi, alle sue abilità o a come appare esteticamente; in altre parole, devi descriverlo in termini della personalità e vedere quanto riesci ad andare avanti. Se applichiamo i filtri in questione alla tua descrizione, tutto ciò che rimane è che Otto non è molto sicuro di sé e Giuliana non la dà in giro. E nessuno di questi due tratti è minimamente importante per la storia. Ottimo.
Ah, ma aspetta a battere sulla tastiera, ti sento: "ma Novecento, non ha senso questo test, cosa dovrebbe dimostrare?". Semplice: è una misura dell'intercambiabilità. Tu puoi anche dire che Otto e Alex sono personaggi distinguibili perché Otto ha la pancetta e Alex è palestrato, ma se questa differenza non ha ripercussioni sullo svolgersi degli eventi è come se non ci fosse. Se io scambiassi Otto e Alex, nulla (o molto molto poco) in ciò che racconti sarebbe diverso.
Ora, tu puoi legittimamente dire che non è vero, che nella tua testa Alex si sarebbe in modo comportato in modo diverso con Speedy, che non sarebbe andato nel viaggio in macchina, che non avrebbe invitato Giuliana o mille altre cose, e giustificare così che "vedi, i personaggi in realtà sono diversi!". Ma è tutto nella tua testa, perché, da ciò che traspare nel racconto, Otto e Alex non hanno alcuna differenza di personalità sufficiente da farmi notare se tu avessi deciso di scambiarli di posto. Le differenze tra i personaggi esistono nella mente dello scrittore, ma devono essere incise a forza nella mente del lettore. E come fai? Mostrandole. E come le mostri? Con un conflitto.

Non concepisci l'esistenza di racconti allegri, spensierati e senza sti benedetti conflitti.
Voglio essere pienamente onesto con te, Carma: temo sia tu a non concepire il fatto che i racconti allegri e spensierati che ti piacciono non siano scritti sbattendo il pene sulla tastiera ma abbiano alle spalle un'arte che trascende il livello di analisi che sei disposta a profondere nel guardarli. Tutte le risate che ti sei fatta con Happy Days e Amici miei non erano casuali, ma non mi sembri disposta a metterti in gioco abbastanza per capirlo. La ragione per cui ti spiego nel dettaglio tutto quello che ti sto spiegando non è per te, è nella speranza che qualcuno effettivamente interessato impari qualcosa di utile da applicare nel suo viaggio di scrittura.
 
Ultima modifica:

Novecento

Quark charm
Tanto per cominciare ci tengo a dire che no, non mi taglio o cose del genere, sono felice e contento aha. Tuttavia mi ritrovo in Leonardo sotto molti aspetti e, quando provo a mettermi nella testa del personaggio, cerco di rievocare semplicemente un momento buio o di forte sconforto, a volte credo inconsciamente, che ho vissuto.

A parte questo, non so ancora bene se ho ambizioni oppure no. Mi piace molto scrivere e sì, mi piacerebbe pubblicare qualcosa, ma tra le tempistiche e tutto non sono affatto sicuro, anche perché non ho scelto una facoltà letteraria (che può non sembrare una motivazione, ma almeno per me lo è, nel senso che si accumulano obiettivi diversi). Però il sogno nel cassetto ci sarebbe.

Anticipo (ma non mi giustifico) che molte delle mancanze che hai citato sono dovute al fatto che avevo pensato a una fic più lunga e con una trama solo leggermente diversa, ma un po' per il timore di aggiungere troppa roba e farla risultare troppo lunga agli occhi dei lettori, e un po' per paura che richiedesse troppo tempo, ho cercato di tagliare delle parti pur di non aggiungere scene ulteriori ma togliere contenuto ad altre. Con questo non voglio dire che sarebbe necessariamente venuta meglio, anzi, magari avrei sbagliato ancora di più e sono più che contento così.

Also, per alcune di quelle domande che da lettore ti sei posto e a cui non c'è una grande risposta: per inesperienza, immagino, non sono abituato a soffermarmi e farmi domande su tutto quello che scrivo (o meglio sì, ma non con uno schema di domande chiaro in testa come quello che hai proposto), quindi ci sono aspetti che non mi è venuto in mente di chiedermi e che ho lasciato distrattamente irrisolti.

Un esempio è la fissa nei confronti di Giada. Non mi è venuto in mente di dover specificare perché Leo si fosse innamorato della ragazza scrivendo magari di un particolare episodio (ho erroneamente pensato che potesse essere sufficiente sapere che si conoscevano da parecchio tempo e mettere in luce le sue sensazioni in alcuni punti). Anyway, avevo inizialmente intenzione di estendere il rapporto tra Leo e Giada (avevo previsto addirittura di farli incontrare, senza che lei potesse inizialmente riconoscerlo e questo avrebbe influenzato in modo molto diverso il finale, anche se l'idea della conclusione era quella). Questo dovrebbe spiegare anche come mai Giada appare come un personaggio quasi superfluo o incompleto.
La mia paura maggiore era in realtà che Salem risultasse superfluo, perché anche per lui avevo studiato una storia che poi ho tagliato.

Il senso di colpa di Leo non era da intendere tanto per il modo in cui è morto, quanto per l'essere rimasto insoddisfatto perché in vita non ha agito come voleva o è rimasto in disparte in varie situazioni (per alcune realizzandolo solo troppo tardi, vedi lo scarso contatto con i genitori), e per la sua incapacità di reagire anche ora che è un fantasma, continuando a gettarsi addosso negatività. Ma sono convinto, visto che me lo stai dicendo, che non l'ho fatto intendere, quindi rileggerò per vedere dove ho fatto confusione o ho mancato di aggiungere qualcosa.

Non sapevo cosa fosse una tsundere (ho googlato e buono a sapersi) ma sì, parte dell'idea è in effetti quella di una persona che si comporta in modo aggressivo per evitare di parlare delle proprie fragilità, anche se spero non sia passato solo questo.

Passando alla sindrome delle parole buttate: ti do ragione. Probabilmente coinvolto dalla scrittura tendo a esagerare senza rendermene conto. Ci sono effettivamente dei termini che possono suonare come "virtuosismi" non necessari o proprio cannati, ora che li hai messi in evidenza. Anche questo penso sia dovuto a mancanza di esperienza e un tentativo eccessivo di far passare un'idea che in quel momento ho in testa (come ho scritto nei commenti, mi faccio molto coinvolgere nelle descrizioni e mi piace molto pensarle e scriverle). Non mi è proprio venuto in mente che il mare accanto al lago potesse stonare, ma in effetti ha perfettamente senso.

Per quanto riguarda le spiegazioni introdotte nel modo sbagliato: mi è capitato, nel corso dei miei veri tentativi di scrittura (quindi non tanto per quanto riguarda questa fic) di accorgermi che qualcosa stonasse quando facevo raccontare al personaggio attraverso i suoi pensieri un qualcosa in modo da spiegarlo al lettore. Mi sembrava di risultare poco interessante, di aggiungere qualcosa che leggendo avrei voluto saltare, ma io stesso non riuscivo a capire cosa cambiare. Ora ho la risposta e mi hai fatto un favore davvero enorme a farmi notare che fosse sbagliato in partenza il concetto di introdurre una spiegazione in quel modo. Nonostante questo, ho paura che non sarà sempre facile arrivare a trovare un'alternativa, quindi mi hai dato una bella gatta da pelare 😂.

Per quanto riguarda l'autolsionismo, sì, mi sono spinto un po' troppo in là nel mio tentativo di cercare un modo per tappare alcuni buchi, era un'altro degli argomenti su cui ero conscio di essere stato debole.

"Il suo problema però è che è scritto in modo troppo diverso da tutto il resto del racconto e il lettore si accorge che quella non è la tua voce naturale" (cit. tu)
Ecco questa è l'unica cosa che mi sfugge e che non ho capito. Non mi sembra un modo di scrivere alternativo rispetto al resto del racconto. Mi sembra di aver mantenuto lo stesso stile. Puoi spiegarmi meglio cosa intendi, se hai voglia?

Infine, grazie mille di nuovo per gli spunti offerti, darò un'occhiata al link e quando scriverò qualcosa farò riferimento sicuramente ad alcuni dei quesiti che mi hai fatto qui
Hola! Congratulazioni per la vittoria, fa piacere che lo scettro sia di nuovo nelle mani della non-Facoltà-Letteraria gang.

Sulla questione della fissa per Giada e il fatto che avessi frainteso il motivo per cui Leo è rimasto traumatizzato (quantomeno avevo notato anche il motivo vero, il fraintendimento da parte mia è stato considerarlo secondario), credo che la ragione sia da ricercarsi in un controllo non perfetto dell'ordine del flusso di informazioni che fornisci al lettore. Se apri con il protagonista ossessionato per Giada e transisci subito dopo al mistero della storia, al lettore può risultare spontaneo associare fortemente le due cose (io sono una mente molto semplice, quindi vado sempre per il rasoio di Occam); di contro, la prima scena in cui il rimpianto cronico di Leo viene mostrato da un secondo punto di vista (quando torna alla sua vecchia casa) avviene relativamente tardi nel racconto, quindi il lettore tende a soffermarvisi meno. A tal riguardo, un video che personalmente ho trovato illuminante è quello sul processo di editing del primo Guerre stellari, che mostra come anche a girato ultimato sia possibile cambiare la percezione della storia da parte dello spettatore semplicemente riordinando le scene.
Ad ogni buon conto, adesso che me l'hai spiegato riesco a vedere come Giada fosse un tassello in un più grande intento di "Leo ha rimpianti" ed era un'ottima idea. Non prendere le mie parole come oro colato, prendile come un membro di un focus group: se una sola persona trova poco chiaro qualcosa chissenefrega; quando diventano più di una, allora puoi iniziare a vedere se hai sbagliato qualcosa.

Sulla questione dell'incipit, l'effetto straniante che ho cercato di spiegare è dovuto al fatto che è una delle poche volte (se non l'unica) in cui descrivi un'immagine ferma anziché uno scenario in cui interagiscono i personaggi. Per intenderci, quando descrivi la pioggia di sangue non scrivi semplicemente che sbocciano come papaveri in un campo brullo (grande immagine), ma scrivi che sbocciano sulle sue mani e mostri Liliana che le spalma tra le dita e le porta alle narici; in altri termini, fai intragire il personaggio con la descrizione, che è personalmente una delle cose che trovo più difficili da fare e il marchio dei grandi scrittori, quindi complimenti! Di converso, l'incipit è l'unica scena in cui sembra di guardare una cartolina anziché un mondo vissuto dai personaggi, e questo lo rende abbastanza atipico rispetto al resto del racconto. Aggiungi che il passaggio soffre di un eccessivo virtuosismo e troppe parole dove meno avrebbero reso meglio e dovrei aver chiarito il mio punto di vista.
 

Veemon Tamer

Momentai
Hola! Congratulazioni per la vittoria, fa piacere che lo scettro sia di nuovo nelle mani della non-Facoltà-Letteraria gang.

Sulla questione della fissa per Giada e il fatto che avessi frainteso il motivo per cui Leo è rimasto traumatizzato (quantomeno avevo notato anche il motivo vero, il fraintendimento da parte mia è stato considerarlo secondario), credo che la ragione sia da ricercarsi in un controllo non perfetto dell'ordine del flusso di informazioni che fornisci al lettore. Se apri con il protagonista ossessionato per Giada e transisci subito dopo al mistero della storia, al lettore può risultare spontaneo associare fortemente le due cose (io sono una mente molto semplice, quindi vado sempre per il rasoio di Occam); di contro, la prima scena in cui il rimpianto cronico di Leo viene mostrato da un secondo punto di vista (quando torna alla sua vecchia casa) avviene relativamente tardi nel racconto, quindi il lettore tende a soffermarvisi meno. A tal riguardo, un video che personalmente ho trovato illuminante è quello sul processo di editing del primo Guerre stellari, che mostra come anche a girato ultimato sia possibile cambiare la percezione della storia da parte dello spettatore semplicemente riordinando le scene.
Ad ogni buon conto, adesso che me l'hai spiegato riesco a vedere come Giada fosse un tassello in un più grande intento di "Leo ha rimpianti" ed era un'ottima idea. Non prendere le mie parole come oro colato, prendile come un membro di un focus group: se una sola persona trova poco chiaro qualcosa chissenefrega; quando diventano più di una, allora puoi iniziare a vedere se hai sbagliato qualcosa.

Sulla questione dell'incipit, l'effetto straniante che ho cercato di spiegare è dovuto al fatto che è una delle poche volte (se non l'unica) in cui descrivi un'immagine ferma anziché uno scenario in cui interagiscono i personaggi. Per intenderci, quando descrivi la pioggia di sangue non scrivi semplicemente che sbocciano come papaveri in un campo brullo (grande immagine), ma scrivi che sbocciano sulle sue mani e mostri Liliana che le spalma tra le dita e le porta alle narici; in altri termini, fai intragire il personaggio con la descrizione, che è personalmente una delle cose che trovo più difficili da fare e il marchio dei grandi scrittori, quindi complimenti! Di converso, l'incipit è l'unica scena in cui sembra di guardare una cartolina anziché un mondo vissuto dai personaggi, e questo lo rende abbastanza atipico rispetto al resto del racconto. Aggiungi che il passaggio soffre di un eccessivo virtuosismo e troppe parole dove meno avrebbero reso meglio e dovrei aver chiarito il mio punto di vista.
Ok adesso mi è chiaro, l'ennesimo grazie, anche un po' imbarazzato per le lusinghe

Fun fact: Sarai il primo che mi convince a guardare qualcosa di Guerre Stellari
 

Novecento

Quark charm
Non ho molto capito la questione della gabbia di Faraday. Ho cercato su Wikipedia cosa sia e ho capito il principio, ma non riesco a traslarlo in narrativa. A meno che non sia una forma che non ho mai conosciuto. So help me.
Attenzione, arriva una lezione di fisica!
gBMBDwS.jpg

Non avrei dovuto dire "gabbia di Faraday", avrei dovuto dire "conduttore sferico cavo" (ma avrebbe fatto meno effetto). L'idea è che se metti una carica puntiforme all'interno di una sfera di conduttore cava (come quella qui sopra), anche se la sposti dal centro, il campo elettrico all'esterno della sfera sarà uguale a quello che avresti mettendo la carica al centro. Similmente, se hai una defaillance nello stile di scrittura, la trama attirerà l'attenzione del lettore "mascherando" ai suoi occhi il fatto che la tua prosa non ha più un perfetto equilibrio. Questo giochetto funziona solo se la simmetria del conduttore è sferica, mentre una gabbia di Faraday può avere qualsiasi forma visto che serve ad altro (e non deve nemmeno essere una superficie chiusa), quindi mi scuso per l'errore no dai prof ho studiato mi faccia un'altra domanda

Fun fact: Sarai il primo che mi convince a guardare qualcosa di Guerre Stellari
Non so quanto funzioni quel video se non hai passato le scuole medie a guardare ogni pomeriggio la trilogia originale, ma vediamo come va a finire.
 

Apeshit

Zoidberg
Attenzione, arriva una lezione di fisica!
gBMBDwS.jpg

Non avrei dovuto dire "gabbia di Faraday", avrei dovuto dire "conduttore sferico cavo" (ma avrebbe fatto meno effetto). L'idea è che se metti una carica puntiforme all'interno di una sfera di conduttore cava (come quella qui sopra), anche se la sposti dal centro, il campo elettrico all'esterno della sfera sarà uguale a quello che avresti mettendo la carica al centro. Similmente, se hai una defaillance nello stile di scrittura, la trama attirerà l'attenzione del lettore "mascherando" ai suoi occhi il fatto che la tua prosa non ha più un perfetto equilibrio. Questo giochetto funziona solo se la simmetria del conduttore è sferica, mentre una gabbia di Faraday può avere qualsiasi forma visto che serve ad altro (e non deve nemmeno essere una superficie chiusa), quindi mi scuso per l'errore no dai prof ho studiato mi faccia un'altra domanda

eae4be57f493f2663a439ed4c4908471.gif
 

Novecento

Quark charm
Err, vediamo, presente che cariche positive e negative si attraggono come i poli opposti di un magnete? Ok, fai finta che quella sferetta arancione dentro il guscio di metallo sia un cosiddetto "monopolo negativo" (ovvero solo il polo negativo di un magnete, cosa che nella pratica non puoi fare perché se spezzi in due un magnete ottieni due magneti con due poli ciascuno). Normalmente, una calamita nello spazio circostante sarebbe attratta verso la posizione di quel monopolo negativo, giusto? Ma se il monopolo lo metti nel guscio, da fuori la tua calamita sarà attratta verso il centro geometrico della sfera a prescindere da dove hai messo il monopolo lì dentro.
In realtà che io sappia questa cosa con i magneti non funziona, e in ogni caso sarebbe poco pratica visto che non abbiamo ancora osservato un monopolo magnetico, ma meglio di così non so fare, mi disp.
 
U

Utente cancellato 13125

Breve premessa
Tutti portano acqua al proprio mulino, il mio racconto mi piace quindi lo difenderò, ma sono aperto ovviamente alle critiche costruttive, non distruttive.

@Novecento
Il voto "2" è davvero devastante, ma per fortuna è il mio numero preferito. “Quelli che pensano alla sconfitta solo come una cosa negativa perdono l'occasione di migliorare" - NPC di DP, quindi speriamo che questa "batosta" mi sproni a fare meglio, anzi mi sento già un po' diverso. ╭( ・ㅂ・)و

@CiaobyDany
Grazie al tuo commento, e ai racconti degli altri concorrenti, ho capito che la fic poteva anche non essere a tema Pokémon. Ma è uguale, in tutti i casi avrei scritto riguardo Pokémon, credo. ┐(´∀`)┌

@Ff300
Non so nemmeno cosa sia "Spudo”. Seriamente, potreste spiegarmelo?

@aleterla
Sbagliando, mi sono lasciato contagiare dalla frase: "...Non ci sono vincoli di lunghezza minima/massima, ma tenete presente che un racconto lungo ha maggiori probabilità di annoiare i giudici, quindi cercate di non dilungarvi troppo: 2/3 pagine vanno più che bene."
Ho pensato anche a voi giudici, e per questo non volevo annoiarvi troppo, infatti alcuni di voi hanno apprezzato la leggerezza del racconto che non voleva essere riconosciuto come "scritto con poco sforzo". È vero, non ho sviluppato una ministoria articolata, ma mi piaceva l’idea di ampliare un poco vari aspetti solo accennati nei giochi.

Ultimo commento generale
L'originalità del racconto sta nei background dati, più o meno approfonditamente, lo riconosco, ai vari elementi conosciuti e alle vicende raccontate a Galar, come detto anche da Aleterla. Insomma, è tutto un grande easter egg proprio per i fan della serie.
Di seguito tutti i camei, se volete leggerli e scoprire quali di questi avevate riconosciuto:

- Il titolo trae spunto dai libri della biblioteca di Canalipoli "Prima storia popolare della regione di Sinnoh", ricordate?

- Il Corviknight non è stato scelto a caso. Il mese scorso (Marzo) i consumatori nipponici della rivista Corocoro hanno potuto riscattare, in un numero della rivista, un codice speciale che permettesse loro di combattere un Gigamax Corviknight proprio all'interno della Torre Diroccata, che ricordo essere una tana Pokémon ma normalmente bloccata.

- Toxtricity Gigamax che distrugge Turffield: Il Geoglifo della suddetta cittadina rappresenta un Giga-Toxtricity intento a colpire violentemente i poveri villici con folgori e saette. D'altra parte a Keelford due Toxtricity, non soggetti al dynamax incontrollato, salvano la situazione proteggendo il faro da Pokémon giganti. Sono forse queste le basi della rivalità fra Azzurra e Yarrow? Tutto discende dalle loro origini: chi maledice Toxtricity e chi li venera?

- Il paladino dorato: il nonno racconta al nipote quello che a sua volta gli era stato narrato, ma come abbiamo ben imparato da SWSH “non sappiamo cosa ci sia stato prima di noi ma dobbiamo pur credere in qualcosa no?”. Voglio dire, chi ha giocato i giochi sa che questi gravitano intorno al concetto di “corruzione della storia passata”: praticamente quello che è realmente successo è stato nascosto da murali e i veri eroi sono stati rimpiazzati da un altro figuro: Il cavaliere dorato. È quindi sensato e corretto che il nonno parli di lui e non di Zacian e Zamazenta, non conoscendoli. Ma se ben notate alcuni tratti dei leggendari sono rimasti impressi anche in questa figura, ve ne cito un paio:
“…proruppe in un potente grido di battaglia…” – Come il distintivo ululato dei due lupi.
“Si fece strada sui resti di abitazioni e mura con grandi ed aggraziati balzi…” – “Aggraziato” è uno dei termini più utilizzati per descrivere Zacian, dal sito ufficiale Pokémon:

Sfreccia sul campo di battaglia con una grazia incantevole
Zacian attraversa il campo di battaglia per colpire i suoi nemici alla velocità del vento. I suoi movimenti armoniosi sono magnifici da ammirare, tanto da essere paragonati a una danza. I fendenti di Zacian sono così veloci da risultare invisibili a occhio nudo, e chi viene colpito dalla sua lama viene abbattuto ancora prima di poter avvertire dolore.

- Il fatto che il Corviknight si dissolva in aria fa riferimento allo stesso Dynamax che non è altro che una proiezione d’energia della creatura, non c’è massa.

- La conclusione di questo NPC narrante è quella che il presidente Rose non abusi del Dynamax, ma tutti noi sappiamo come andrà a finire realmente.

Un sentito grazie a Lucas992X ed ai giudici, veramente, nessuno di voi è stato distruttivo! E complimenti a tutti gli altri (ora finisco di leggervi)!
 

Lucas992X

Senza gli apici
Wiki
Breve premessa
Tutti portano acqua al proprio mulino, il mio racconto mi piace quindi lo difenderò, ma sono aperto ovviamente alle critiche costruttive, non distruttive.

@Novecento
Il voto "2" è davvero devastante, ma per fortuna è il mio numero preferito. “Quelli che pensano alla sconfitta solo come una cosa negativa perdono l'occasione di migliorare" - NPC di DP, quindi speriamo che questa "batosta" mi sproni a fare meglio, anzi mi sento già un po' diverso. ╭( ・ㅂ・)و

@CiaobyDany
Grazie al tuo commento, e ai racconti degli altri concorrenti, ho capito che la fic poteva anche non essere a tema Pokémon. Ma è uguale, in tutti i casi avrei scritto riguardo Pokémon, credo. ┐(´∀`)┌

@Ff300
Non so nemmeno cosa sia "Spudo”. Seriamente, potreste spiegarmelo?

@aleterla
Sbagliando, mi sono lasciato contagiare dalla frase: "...Non ci sono vincoli di lunghezza minima/massima, ma tenete presente che un racconto lungo ha maggiori probabilità di annoiare i giudici, quindi cercate di non dilungarvi troppo: 2/3 pagine vanno più che bene."
Ho pensato anche a voi giudici, e per questo non volevo annoiarvi troppo, infatti alcuni di voi hanno apprezzato la leggerezza del racconto che non voleva essere riconosciuto come "scritto con poco sforzo". È vero, non ho sviluppato una ministoria articolata, ma mi piaceva l’idea di ampliare un poco vari aspetti solo accennati nei giochi.

Ultimo commento generale
L'originalità del racconto sta nei background dati, più o meno approfonditamente, lo riconosco, ai vari elementi conosciuti e alle vicende raccontate a Galar, come detto anche da Aleterla. Insomma, è tutto un grande easter egg proprio per i fan della serie.
Di seguito tutti i camei, se volete leggerli e scoprire quali di questi avevate riconosciuto:
[...]

Un sentito grazie a Lucas992X ed ai giudici, veramente, nessuno di voi è stato distruttivo! E complimenti a tutti gli altri (ora finisco di leggervi)!
La tua fic è scritta bene: non ha errori di ortografia/sintassi/etc, non contiene fesserie, non è incoerente/insensata, non è pesante da leggere (e infatti i giudici hanno criticato principalmente il contenuto, non la forma). Magari può sembrare scontato, ma non lo è assolutamente: per esempio lo scorso anno un concorrente ha presentato un lavoro che non aveva veramente NIENTE di salvabile e non esagero (tant'è che fra i suoi voti figurano due 0 e due 1). Tutto questo per dirti che parti già da una buona base, e quindi se deciderai di partecipare di nuovo l'anno prossimo sono sicuro che tu abbia tutto ciò che ti serve per presentare un buon lavoro che venga apprezzato dai giudici!
Sulla parte della lunghezza in effetti siamo stati un po' esagerati a scrivere quel numero, l'anno prossimo cercheremo di esprimere meglio il concetto, grazie del feedback :)
P.S. Spudo è un termine per riferirsi a Spada e Scudo in modo "abbreviato".
 
U

Utente cancellato 13125

Certo grazie, ho apprezzato davvero molto l'impegno dei giudici, mi hanno fatto notare molte cose.
Aaah! "Spudo" sta per Spada e Scudo, chiaro chiaro, grazie.
 

Novecento

Quark charm
Breve premessa
Tutti portano acqua al proprio mulino, il mio racconto mi piace quindi lo difenderò, ma sono aperto ovviamente alle critiche costruttive, non distruttive.

@Novecento
Il voto "2" è davvero devastante, ma per fortuna è il mio numero preferito. “Quelli che pensano alla sconfitta solo come una cosa negativa perdono l'occasione di migliorare" - NPC di DP, quindi speriamo che questa "batosta" mi sproni a fare meglio, anzi mi sento già un po' diverso. ╭( ・ㅂ・)و

@CiaobyDany
Grazie al tuo commento, e ai racconti degli altri concorrenti, ho capito che la fic poteva anche non essere a tema Pokémon. Ma è uguale, in tutti i casi avrei scritto riguardo Pokémon, credo. ┐(´∀`)┌

@Ff300
Non so nemmeno cosa sia "Spudo”. Seriamente, potreste spiegarmelo?

@aleterla
Sbagliando, mi sono lasciato contagiare dalla frase: "...Non ci sono vincoli di lunghezza minima/massima, ma tenete presente che un racconto lungo ha maggiori probabilità di annoiare i giudici, quindi cercate di non dilungarvi troppo: 2/3 pagine vanno più che bene."
Ho pensato anche a voi giudici, e per questo non volevo annoiarvi troppo, infatti alcuni di voi hanno apprezzato la leggerezza del racconto che non voleva essere riconosciuto come "scritto con poco sforzo". È vero, non ho sviluppato una ministoria articolata, ma mi piaceva l’idea di ampliare un poco vari aspetti solo accennati nei giochi.

Ultimo commento generale
L'originalità del racconto sta nei background dati, più o meno approfonditamente, lo riconosco, ai vari elementi conosciuti e alle vicende raccontate a Galar, come detto anche da Aleterla. Insomma, è tutto un grande easter egg proprio per i fan della serie.
Di seguito tutti i camei, se volete leggerli e scoprire quali di questi avevate riconosciuto:

- Il titolo trae spunto dai libri della biblioteca di Canalipoli "Prima storia popolare della regione di Sinnoh", ricordate?

- Il Corviknight non è stato scelto a caso. Il mese scorso (Marzo) i consumatori nipponici della rivista Corocoro hanno potuto riscattare, in un numero della rivista, un codice speciale che permettesse loro di combattere un Gigamax Corviknight proprio all'interno della Torre Diroccata, che ricordo essere una tana Pokémon ma normalmente bloccata.

- Toxtricity Gigamax che distrugge Turffield: Il Geoglifo della suddetta cittadina rappresenta un Giga-Toxtricity intento a colpire violentemente i poveri villici con folgori e saette. D'altra parte a Keelford due Toxtricity, non soggetti al dynamax incontrollato, salvano la situazione proteggendo il faro da Pokémon giganti. Sono forse queste le basi della rivalità fra Azzurra e Yarrow? Tutto discende dalle loro origini: chi maledice Toxtricity e chi li venera?

- Il paladino dorato: il nonno racconta al nipote quello che a sua volta gli era stato narrato, ma come abbiamo ben imparato da SWSH “non sappiamo cosa ci sia stato prima di noi ma dobbiamo pur credere in qualcosa no?”. Voglio dire, chi ha giocato i giochi sa che questi gravitano intorno al concetto di “corruzione della storia passata”: praticamente quello che è realmente successo è stato nascosto da murali e i veri eroi sono stati rimpiazzati da un altro figuro: Il cavaliere dorato. È quindi sensato e corretto che il nonno parli di lui e non di Zacian e Zamazenta, non conoscendoli. Ma se ben notate alcuni tratti dei leggendari sono rimasti impressi anche in questa figura, ve ne cito un paio:
“…proruppe in un potente grido di battaglia…” – Come il distintivo ululato dei due lupi.
“Si fece strada sui resti di abitazioni e mura con grandi ed aggraziati balzi…” – “Aggraziato” è uno dei termini più utilizzati per descrivere Zacian, dal sito ufficiale Pokémon:



- Il fatto che il Corviknight si dissolva in aria fa riferimento allo stesso Dynamax che non è altro che una proiezione d’energia della creatura, non c’è massa.

- La conclusione di questo NPC narrante è quella che il presidente Rose non abusi del Dynamax, ma tutti noi sappiamo come andrà a finire realmente.

Un sentito grazie a Lucas992X ed ai giudici, veramente, nessuno di voi è stato distruttivo! E complimenti a tutti gli altri (ora finisco di leggervi)!
Ehilà! Non credo ci siamo mai incontrati prima, ma volevo dedicare un po' di tempo a risponderti perché, nella stesura del tuo giudizio, sono sceso meno nel dettaglio rispetto ad altri nel commentare la storia e cosa, a mio parere, non funzionasse. Ho trovato molto, molto interessante la descrizione dei vari riferimenti che hai fatto, in particolare al Corviknight evento della Torre Diroccata; al di là del denotare la passione per il brand, comprendo in prima persona l'appeal di scrivere qualcosa così denso di riferimenti perché io stesso lo faccio/facevo nelle fanfiction Pokémon (quando ancora finivo qualche storia, bei tempi). Dal canto mio, la mia parte preferita è ed era che conferisce un'aura di autenticità a ciò che uno scrive, ma per te può essere qualcos'altro che ti spinge in quella direzione, e non è veramente importante cosa sia fintanto che ti piace.

Ciò che devi tenere a mente è che questa precisione ha poco valore in sé; ne acquisisce quando esiste in funzione di qualcos'altro. Con ciò non intendo che lo sforzo profuso nel far sì che la tua storia aderisca al canone sia sprecato, anzi! L'esempio che ho fatto sull'amatriciana trovo sia particolarmente calzante in questo contesto: un buon sugo arrichisce la pasta, ma non puoi servire una ciotola di solo sugo nemmeno se fosse il migliore mai preparato. Devi dare qualcosa a cui il lettore possa aggrapparsi per sperimentare poi il sugo, e quel qualcosa sono i personaggi che vivono la storia, che dialogano, che reagiscono e agiscono, che fanno da tramite tra il lettore e gli eventi. In questo modo anche un parco giudici non particolarmente familiare con Spada e Scudo può trovare aspetti da apprezzare.

Ti dico tutto ciò perché ci sono passato. Tanto tempo fa (tanto tempo fa) scrissi una storia che era un gigantesco pretesto per raccontare il naufragio della M/N Anna, verso la quale avevo sviluppato un'ossessione, e per quello che può valere ottenne un discreto successo sul forum che frequentavo all'epoca. Inserii una valanga di riferimenti astrusi al gioco, un sacco di descrizioni di nuvole e di mare che in linea di principio avrebbero dovuto annoiare a morte chiunque, ma alla gente piacquero perché erano il contorno della storia. Se avessi semplicemente scritto un finto articolo di cronaca sul naufragio della nave (qualcosa di simile a quello che hai fatto tu), lasciando tutto meno che gli eventi che riguardavano direttamente i personaggi in gioco, penso che tutto ciò che avrei ottenuto sarebbe stato un grande "meh".

Accenno brevemente alla questione lunghezza: ho sempre trovato la frase che hai citato, che da almeno qualche edizione campeggia tra le istruzioni di consegna, profondamente fuorviante. Un racconto noioso è noioso che sia lungo una pagina o cinquanta. Quello che penso l'autore di quella frase intendesse dire è che un racconto noioso corto è dimenticabile, mentre un racconto noioso lungo è una tortura... ma questo consiglio ha senso solo se il racconto è noioso a prescindere! Quello che ho osservato in quattro Fic Challenge all'attivo, invece, è che racconti noiosi di poche pagine potrebbero diventare racconti molto interessanti se fossero più lunghi, perché ci sarebbe più spazio per mostrare anziché raccontare (e raccontare è quasi sempre noioso, mentre mostrare non lo è quasi mai).
Tutto questo senza contare che i miei due Fic Contest li ho vinti con storie di quattordici pagine l'una, quindi c'è questo.

Per quanto concerne il voto, non soffermarti troppo su quel 2: non avevo bene in testa neppure io come valutare il racconto sulla stessa scala degli altri. Spero di vederti l'anno prossimo migliorato e pronto a un'altra sfida!
 
U

Utente cancellato 13125

Sì, sono nuovo sul forum.
Grazie delle belle parole e della ampliata metafora sull'amatriciana, devo dire che rende bene, ahahaha!
Per quanto riguarda la frase sulla lunghezza c'è anche esplicitamente scritto "Non ci sono vincoli di lunghezza minima/massima...", quindi è ok, sono io quello che temeva di annoiare troppo, tutto qui. (・ω・)b
 

Rust

Sovietico di PCF
Chi mi conosce sa che sono sempre stato un grande appassionato della Fic-Challenge di PCF.
In due occasioni ho addirittura partecipato, una volta arrivando addirittura secondo (nel 2017) con un bellissimo racconto che vi consiglio di rileggere ogni tanto dal titolo "Meridione per principianti".
Bene anche quest'anno mi sono sorpreso a sbirciare in questo topic spinto dalla curiosità di sapere chi aveva partecipato, come si era svolto il Contest, chi erano i giudici e com'erano i racconti.
Dopo anni di lontananza da questo mondo MAI mi sarei aspettato di trovare una situazione ai limiti del degrado, una gara di scrittura che si svolge in un forum dove ormai scrivono soltanto 10 persone e che quindi dovrebbe essere un momento di felicità, ritrovo e scambio di storielle tra vecchi membri che si vogliono bene e hanno voglia di condividere le proprie parole come se vivessero in un eco villaggio, completamente ammazzata da tale NOVECENTO che già quando partecipavo ai miei tempi si intrometteva nei discorsi altrui con pareri urticanti e poco consoni al contesto.
Esprimo la mia massima solidarietà a Carmageddon (con la quale tra l'altro in passato ho avuto più scontri che conversazioni pacifiche e ci tengo a specificarlo perché è una solidarietà sincera, vera, ricca di orgoglio per l'ingiustizia che sta vivendo).
Inizio quindi a pormi delle domande: Chi è questo Novecento? Che qualifiche ha per dare lezioni (tra l'altro becere e dalle quali trasuda assenza di spirito critico)? Insegna scrittura creativa? È un professore di letteratura? Ha pubblicato qualcosa in vita sua? Ha mai pubblicato un'opera di """spessore""" ?
A cosa dobbiamo il piacere o il dispiacere di ricevere gratuitamente queste lezioni su come NOI e ripeto NOI dobbiamo impostare la nostra creatività?
Chi è lui per dirmi come devo utilizzare le mie parole? Chi è lui per dirmi che un personaggio va impostato in una certo modo piuttosto che in un altro?
Intervengo perché leggendo le sue parole ho provato profondo imbarazzo e disagio. Può anche essere una persona che ha letto tanto in vita sua, ben venga per lui, il problema è che la lettura non è semplicemente un esercizio di riconoscimento delle lettere. Oddio, qualcuno può anche leggere in questo modo e tenerlo nascosto agli occhi del mondo ma il problema di NOVECENTO è che palesa a tutti quanti questa disfunzione cognitiva cercando goffamente di mascherarla agli occhi degli altri, non ai miei però.
È imbarazzante avere dei canoni quali "il conflitto", "la distinzione da storia e aneddoto" e rivendicarli chiedendo menzioni di opere di spessore che non abbiano queste FASULLE CARATTERISTICHE. Il maestro Fellini allora quando girava il suo meraviglioso "Roma" o il suo meraviglioso e riconosciuto da tutti quale capolavoro "Amarcord" doveva porsi questi limiti. Perché caro NOVECENTO correggimi se sbaglio ma riprendere per dieci, venti minuti degli affreschi durante la costruzione della metropolitana romana o una sfilata ecclesiastica non rappresenta un conflitto da superare. Riprendere e ricostruire la Rimini degli anni trenta e quaranta non rappresenta un conflitto """concreto"""" e non ti azzardare ad ubriacarmi con opinioni quali "conflitti interiori" "conflitti con se stessi legati al ricordo in quella che *rumore fastidioso da pseudo intellettuale della lingua che sbatte sui denti* possiamo definire una meta opera".
No, non mi abbindolare con queste cacate. Capolavori come quelli del maestro Fellini se dovessero seguire le stronzate che propini in questo topic non hanno niente di meno rispetto a "Otto prende un cucciolo". Eppure le opere del maestro Fellini non sono aneddoti, ma sono GRANDI STORIE CHE HANNO INCANTATO GENERAZIONI E GENERAZIONI DI PERSONE e sono anche dei capolavori perché con un'intensità e felicità mai vista prima nella storia del cinema ti insegnano la vita, ti insegnano come il peso dell'esistenza possa essere alleviato tramite il ricordo, tramite i piccoli dettagli, tramite i legami con le radici e le persone. Se la vita fosse come ci suggerisce Fellini "un circo" tu non saresti nemmeno il pagliaccio del tendone. Saresti quello che sguazza nelle feci del maiale credendo sia cioccolata.
STUDIA caro Novecento, STUDIA. LE CACATE SI DICONO E SI FANNO AL CESSO! SE TUTTI GLI SCRITTORI UTILIZZASSERO LE REGOLE CHE SPACCI CREDENDO DI DARE CONSIGLI A NUOVI SCRITTORI NON ESISTEREBBE LA LETTERATURA POSTMODERNA. CIUCCIO!
MAGARI TRA GLI SCRITTORI DI PCF C'È UN NUOVO DAVID FOSTER WALLACE, UN NUOVO DON DELILLO, UN NUOVO ROBERTO BOLANO e tu stai uccidendone lo spirito (sperando che tu non venga ascoltato).
È palese che tu non abbia idea di cosa sia la letteratura postmoderna, ora potrai anche metterti a cercare su Google definizioni, potrai metterti a cercare qualcuno di questi autori fingendo di conoscerli (o magari, perché no, già li conosci e li hai anche letti con il solito disturbo cognitivo di cui parlavo prima).
Sei un conservatore, sei un fascista della letteratura. È intollerabile leggere le tue parole piene di ignoranza che si scagliano con cattiveria addosso a Carmageddon. Sei un pericolo per i giovani lettori e scrittori.
In più da giudice il tuo giudizio è anche una farsa (non possiedi quindi neanche una importante dote cioè quella dell'onestà intellettuale) assegni il punteggio più alto a quella che è una fic che palesemente conoscevi già perché del tuo amico Dream camuffato da questo nuovo tizio ma che si smaschera con i suoi soliti ringraziamenti a fittizi personaggi fine razza incontrati in giro per l'Italia.
Credendo di lusingarlo velatamente lo insulti anche, paragonandolo a Karl Ove Knausgård: un vichingo privo di qualsivoglia idea e che molto spocchiosamente (proprio come te caro NOVECENTO) crede che la sua noiosa vita sia degna di nota e la descrive nei minimi dettagli creando una serie di libri adatti a chi soffre di insonnia e stitichezza. NON ME NE FREGA UN EMERITO CAZZO DELLA SPESA CHE VA A FARE AL SUPERMERCATO DOPO CHE SUO PADRE È MORTO POVERINO LASCIALO RIPOSARE IN PACE. Ma siccome in Norvegia non c'è nient'altro e qualche articolista annoiato di qualche pagina Facebook ha deciso di eleggerlo a nuovo Proust della letteratura mondiale il nostro NOVECENTO (che non ha spirito critico e non capisce quello che legge sennò non avrebbe assegnato 3/10 a "Otto prende un cucciolo") ma che legge queste riviste per sentirsi un gradino superiore agli altri (e anche qui clamorosamente non riuscendoci perché esercita il suo finto sapere in una gara di scrittura dove hanno partecipato cinque persone) lo cita e crede di pregiare il Dream camuffato di un complimento ma in realtà, a parer mio, insultandolo anche più di Carmageddon.
La mia l'ho detta, caro NOVECENTO, parla di quello che sai e conosci (se effettivamente sai e conosci qualcosa) altrimenti facci il favore di non battere più i tuoi inutili polpastrelli sulla tastiera cercando di ammazzare lo spirito di giovani e talentuosi scrittori.
Grazie e ciao.
#iostoconOtto
 

Apeshit

Zoidberg
In più da giudice il tuo giudizio è anche una farsa (non possiedi quindi neanche una importante dote cioè quella dell'onestà intellettuale) assegni il punteggio più alto a quella che è una fic che palesemente conoscevi già perché del tuo amico Dream camuffato da questo nuovo tizio ma che si smaschera con i suoi soliti ringraziamenti a fittizi personaggi fine razza incontrati in giro per l'Italia.
Credendo di lusingarlo velatamente lo insulti anche, paragonandolo a Karl Ove Knausgård: un vichingo privo di qualsivoglia idea e che molto spocchiosamente (proprio come te caro NOVECENTO) crede che la sua noiosa vita sia degna di nota e la descrive nei minimi dettagli creando una serie di libri adatti a chi soffre di insonnia e stitichezza. NON ME NE FREGA UN EMERITO CAZZO DELLA SPESA CHE VA A FARE AL SUPERMERCATO DOPO CHE SUO PADRE È MORTO POVERINO LASCIALO RIPOSARE IN PACE. Ma siccome in Norvegia non c'è nient'altro e qualche articolista annoiato di qualche pagina Facebook ha deciso di eleggerlo a nuovo Proust della letteratura mondiale il nostro NOVECENTO (che non ha spirito critico e non capisce quello che legge sennò non avrebbe assegnato 3/10 a "Otto prende un cucciolo") ma che legge queste riviste per sentirsi un gradino superiore agli altri (e anche qui clamorosamente non riuscendoci perché esercita il suo finto sapere in una gara di scrittura dove hanno partecipato cinque persone) lo cita e crede di pregiare il Dream camuffato di un complimento ma in realtà, a parer mio, insultandolo anche più di Carmageddon.
Ma questo è l'intermezzo del giullare? Tipo show del Superbowl?
 

Mr Ponty

漱石
Io sto con Otto e con il mio amico Rust, anche se non condivido e prendo la distanza dai toni eccessivamente offensivi nei confronti di 900 che ha svolto un lavoro di critica che, seppure esagerato visto il contesto, è comunque apprezzabile. Ma non avrei dato un voto così basso al racconto di Otto. Magari non avrei dato 8 e nemmeno 7 o 6, ma almeno un 5 sì.
 
Top Bottom