FIC CHALLENGE 2019 - PROLOGUE

Carmageddon

AGE IS JUST A NUMBER
Admin
In questo topic vorremmo un po' sondare le acque, per vedere in quanti sarebbero interessati.

Scrivete qui cosa vi piacerebbe fare, ossia partecipare come concorrente, oppure come giudice. Tranquilli, potete farlo SENZA IMPEGNO, almeno per il momento, giusto per vedere intanto in quanti rispondono!

Chi è IN?
 

CiaobyDany

あなたと見る絶望は あなた無しの希望など霞むほど輝くから
Wiki
In come giudice, purché ci sia un lasso di tempo ragionevole per poter guardare i racconti (come è sempre stato fatto, ma è sempre meglio specificare).
 

PokéMuseum (0 Noctis 0)

Il Direttore del Poké Museum
In questo topic vorremmo un po' sondare le acque, per vedere in quanti sarebbero interessati.

Scrivete qui cosa vi piacerebbe fare, ossia partecipare come concorrente, oppure come giudice. Tranquilli, potete farlo SENZA IMPEGNO, almeno per il momento, giusto per vedere intanto in quanti rispondono!

Chi è IN?

Potrebbe essere utile la mia conoscenza per giudicare le opere, ma prima vorrei sapere meglio di cosa si tratta?
 

Carmageddon

AGE IS JUST A NUMBER
Admin
Praticamente è una gara di racconti. Viene ogni anno (o quasi) stabilito uno o più temi, sul quale improntare il racconto. C'è un termine massimo di consegna, e un team di giudici darà il suo voto, con un commento sullo stile, il coinvolgimento, le impressioni, ecc.
 

Nicola Liberati

FlamedramonBall2000
Praticamente è una gara di racconti. Viene ogni anno (o quasi) stabilito uno o più temi, sul quale improntare il racconto. C'è un termine massimo di consegna, e un team di giudici darà il suo voto, con un commento sullo stile, il coinvolgimento, le impressioni, ecc.
quale sara il tema di quest'anno? quasi quasi potrei partecipare...potrei
 

Carmageddon

AGE IS JUST A NUMBER
Admin
Sono quasi sempre stata giudice.
Come concorrente ho partecipato solamente una volta, alla prima edizione della Fic Challenge nel 2003, vincendo 😎
con queste due fic:

Fic 1: OTTO E LOLA

Otto era un ragazzo molto insolito sotto molti punti di vista, impiegato diligente ma sfigato.

Era sfigato perché ogni giorno, o a casa o in ufficio, gliene capitava una.

Se la mattina era in ritardo, si precipitava verso l'uscita del condominio con un calzino bianco e uno marrone, scivolava sulla cera appena passata dalla portinaia e si beccava una secchiata di protesta contenente dai sei agli otto litri di Ace Casa negli occhi.

In ufficio il distributore di caffè gli dava il caffè senza il bicchiere, oppure gli veniva fuori il bicchiere senza caffè ma con due uova di Spinarak dentro. Guai a premere il
pulsante del resto: il distributore gli faceva un rutto con vocoder e si teneva i soldi.

Ma una mattina, nonostante il bruciore agli occhi appena candeggiati, entrò in ufficio felice come una Pasqua.

"Oggi arriva la Lola! Me la manda il mio caro zio Nanni da Bergamo!"

I colleghi rimasero sbigottiti ma non gli domandarono niente; tutti sapevano che era un po' pazzerello e aveva delle strane manie, ma appena Otto uscì per una commissione, tutti si misero a fare congetture.

Moglie, non ce l'ha; fidanzata, l'ultima era del '79; parenti, nessuna Lola; i suoi ultimi
Spinarak si chiamavano Luciana, Giuseppe ed Elisabetta...rimaneva in piedi una sola
ipotesi: Otto si era preso una cagnolina.

Lui nel frattempo era in giro per la città: doveva consegnare una lettera in un altro
ufficio. Era a piedi ma non faceva caso a niente, pensava solo alla sua Lola. Aveva perfino dato le chiavi di casa alla portinaia per provare il piacere di trovare Lola in salotto, al suo ritorno dall'ufficio. Mentre camminava venne sfiorato da uno Scania e caricato in ambulanza al posto di un altro ma non si accorse di una TV lanciata dal sesto piano da un bambino incazzato perché stavano per trasmettere Braccio di Ferro anziché lo speciale su Craxi. Era solo un 14 pollici ma gli piombò diretto sul cucuzzolo facendogli perdere i sensi.

"Ne avrà per un mese" disse il dottore a Luciana, Giuseppe ed Elisabetta.

In ufficio i giorni passavano monotoni. Due impiegati, Alex e Gino, cazzeggiavano davanti al distributore.
Alex ebbe un sussulto."E Lola?!!" "Boooh...".

Intanto Otto in ospedale delirava. "Lolaaaa, Lolaaaa..." ed Elisabetta e i suoi fratelli scuotevano il capo sconsolati.

Dopo una settimana Alex disse a Gino: "Andiamo a casa sua, forse a quella povera bestia nessuno ha portato da mangiare...". Ma mezz'ora dopo andarono a vedere una partita di basket NBA alla TV clandestina con decoder taroccato nello stanzino delle scope e si dimenticarono di andare a casa di Otto.

"Povera la mia Lola, ormai è andata..!" gemeva Otto.

Due settimane dopo, un Ariados alto mezzo metro morse Gino sul mignolo sinistro, lo scaraventò giù dalla sedia e si mise davanti al suo PC a giocare a Spider. "Maledizione Alex, andiamo a prendere sto cadavere..."

Entrarono nell'atrio del condominio di Otto.

"Che cosa volete??" La portinaia era già in agguato col secchio di Ace Casa.

"Cerchiamo il cane del signor Otto." "Otto non ha cani" disse la portinaia ringhiando. "Come no? Era stato mandato qui due settimane fa!" disse Alex.

Come aveva visto fare tante volte nei film polizieschi, Gino si chinò e annusò il buco
della serratura della porta. Sentì una puzza tremenda. "Infatti è qui dentro..." disse
Gino. La portinaia diede loro le chiavi e si rintanò nella sua guardiola. "Tenete" disse,
"Io non so niente, fate quello che vi pare, adesso c'è Beautiful."

Aperta cautamente la porta, venne su una zaffata ancora più puzzolente. All'ingresso
guardarono per terra ma non videro nessun cane. In salotto trovarono qualcosa sul tavolo.

Era un pacco di forma circolare. Lo aprirono e per poco non svennero dalla puzza che mandava quella roba. Accanto c'era un biglietto:

"Caro Otto, eccoti la mia ultima creatura: Lola, la torta alla robiola! Con affetto, NANNI"

E allora si ricordarono delle strane manie di Otto e della sua famiglia, tra cui quella di dare i nomi alle cose da mangiare.

"Quello è deficiente forte" disse Alex.

"La portinaia di più."

"Nooo, Otto di più!"

"Scommettiamo 5 euro?"

"Okay!"

Presero Lola e si diressero quatti quatti verso la guardiola.

La portinaia era ipnotizzata dalle mandibole di Ridge.

Alex si avvicinò e disse a voce alta: "Oh ma Beautiful è proprio una merda, vero Gino??"

"Vero, vero!Chi lo guarda è proprio deficiente!" gli echeggiò Gino.

La portinaia incazzata lanciò la sua secchiata di Ace Casa ma Alex fu più veloce, schivò il getto e le spiattellò Lola in piena faccia.

Uscirono dallo stabile ridendo fino alle lacrime per mezz'ora buona. Cercarono poi, senza riuscirci troppo, di fare una faccia un po' seria per andare a trovare Otto.

Otto era in delirio più del solito, credeva di essere lì da appena due giorni. "Come sta la mia Lola?" chiese a Gino e Alex. "Lola sta bene sì...sta proprio bene...in faccia alla
portinaia!!" e giù di nuovo a ridere come pazzi.

"Aah, ahaha..." Otto rideva ma ovviamente non aveva capito una mazza, rideva così forte che ad un certo punto Elisabetta lo punse amorevolmente alla gola facendolo addormentare di colpo.

Gino e Alex ripassarono davanti all'entrata del condominio e videro la portinaia correre dietro a una dozzina di Spinarak liv. 5 che la prendevano per i fondelli, le mostravano il dito medio e la facevano scivolare sulla sua stessa cera.

"Hai vinto tu, è più deficiente la portinaia" disse Gino ad Alex, allungandogli un biglietto da 5 euro.

"Ci facciamo una pizza?" "Okay, c'ho una fame.."

Si sedettero e diedero un'occhiata al menù. Arrivò il cameriere. "Desiderate?"

"Che cosa ci consiglia?" chiese Gino. "Aaah, se volete ho la novità della casa: Lola, la pizza alla robiola!"

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!"

Un doppio urlo disumano fece vibrare tutti i vetri della pizzeria.

Gino e Alex fuggirono in preda al panico.

"Ma sono pazzi?!!" si chiese il cameriere.

Eeeh, non poteva capire...!


Fic 2: PROVACI ANCORA, OTTO!

Faceva caldo, quella mattina. Otto se l'era presa decisamente con calma, così che si ritrovò alle 7.55 ancora in mutande e con zero voglia di accelerare. Timbrare il cartellino in ritardo non lo preoccupava più di tanto, e perfino l'avvicinarsi della temutissima "Ora di Antenore", che normalmente getta nel panico tutti gli altri condòmini, non gli metteva fretta.

Antenore, un gatto siamese, era la new entry della guardiola della terribile portinaia. A sentir parlare di "gatto siamese" di solito viene in mente una bestiola snella, aggraziata, sinuosa e dalla voce soave. Antenore pesava sei chili e mezzo, aveva dei bracciali di cuoio con borchie a punta su tutte e quattro le zampe e quando miagolava (o meglio, ruggiva) vibravano tutti i vetri dello stabile. Si sussurra che con una zampata riesca a deformare la portiera di un'auto.

Ogni mattina, per un'oretta appunto, Antenore scendeva al pianterreno e faceva compagnia alla portinaia mentre questa effettuava il consueto battesimo all'Ace sulle scale, sull'atrio e su chiunque si trovasse su di esso in quel momento.

Otto si ritrovò fuori tempo massimo e quindi passò sull'atrio ancora bagnato: la portinaia cominciò a tirar giù tutti i Santi del calendario, quindi prese Antenore, glielo tirò addosso e Otto entrò in ufficio con la cartina di Bologna al posto della faccia.

Quel giorno i colleghi erano tutti con la testa tra le nuvole; Otto avvertì una vaga scia di profumo e capì tutto. "Aaah, la nuova segretaria...Ehi ragazzi, state sbavando troppo, tra un po' l'igrometro collassa!...."

"Giuliaaaanaaaaa...!!"

Un sospiro generale si levò per tutto l'ufficio.

Dissero ad Otto che la mega sfida fra tutti i colleghi era riuscire ad offrire un caffè alla segretaria. Solo un caffè, precisarono, perché per ora sembrava una tipa che se la tirava assai, e ad uscire una sera con lei non se ne parlava proprio.

Allora ciascuno cominciò ad esaltarsi, a fare discorsi tipo "io ce la farò e tu no perché non hai la Harley-Davidson", "alle belle donne piacciono i fusti abbronzati, mica te che sembri un grumo di Vallelata", ecc.ecc., perciò ben presto i mouse aziendali cominciarono a volare per tutto lo stanzone principale.

Era una delle usanze tradizionali dell'ufficio: ad ogni discussione su calcio o donne, i mouse fischiavano sulle teste degli impiegati. La battaglia dei mouse, tutti contro tutti.

L'unico che ancora non ha capito una mazza è il direttore, che continua a cambiare i mouse una volta al mese perché crede che i suoi impiegati lavorano sodo.

Gino fu il primo a tentare l'abbordaggio in segreteria ma venti minuti dopo lo videro tornare mogio mogio, con la camicia mezza fuori dei pantaloni e la cravatta piena di punti metallici passo 10.

"Che è successo?"

"M'ha tirato una scarpata in testa".

"Ora ci penso io!" disse Alex con un sorriso smagliante. Si spalmò mezzo chilo di brillantina sul riporto e scattò in segreteria. Cinque minuti dopo si sentì un botto tremendo e Otto vide per una frazione di secondo una sagoma vagamente umana volare giù da una finestra.

Tutti, nei giorni seguenti, caddero vittime della terribile segretaria. Il copione era più o meno lo stesso: un impiegato entrava in segreteria tutto baldanzoso e usciva con una compilation di ematomi sulla faccia.

Otto era l'unico che ancora non ci aveva provato. Non osava farlo: gli bastava già il buongiorno di Agenore.

I colleghi per un po' lo spronarono ma poi rinunciarono perché pareva irremovibile: Otto aveva troppa paura di lei, non le aveva ancora mai rivolto la parola; le piaceva tantissimo ma aveva paura che lei lo sgamasse dalla faccia e lo tempestasse di legnate come gli altri.

Una mattina però successe l'inevitabile: toccava a Otto annaffiare le piante della segreteria.

Non erano molte ma la cosa non era facile perché c'era da far le acrobazie in mezzo a un mucchio di scartoffie, ed era un attimo farsi scappare l'annaffiatoio e sputtanare qualche pratica.

Otto svolse la sua missione nel modo più preciso e diligente possibile. Infatti al terzo passo si trovò lungo disteso per terra con l'acqua che gli colava esattamente nel cavallo dei pantaloni.

La segretaria rise di gusto. Si avvicinò e gli porse la mano.

"Su, la aiuto a rialzarsi" disse con tono più che amichevole.

Nella stanza adiacente tutti gli impiegati armati di stetoscopi firmati ULSS 9 non si perdevano una sillaba e si rodevano di brutto perché capivano che Otto stava per fare il colpaccio.

Otto si rimise in piedi e si guardò le braghe imbarazzatissimo.

"Hehehe, ma sì, è solo acqua, vedrà che si asciugherà presto!". Il viso di Otto riacquistò un po' di colore.

"Ci vuole proprio una pausa: che ne dice di un caffè?"

Cosa? LEI che chiede un caffè ad un uomo?!! Non ci posso credere! Otto sentì le campane suonare a festa e l'umore gli schizzò alle stelle.

Già si immaginava la scena: lei che lo baciava e lui che faceva il gesto dell'ombrello a tutto il personale.

Ma sapeva che ancora non doveva cantar vittoria: c'era qualcuno, o meglio qualcosa, con cui doveva fare i conti.

Il distributore aziendale.

La macchina più bastarda e perversa mai creata da un essere umano.

Si diressero verso di esso, e il cuore di Otto batteva allo stesso ritmo di Smooth Criminal.

Otto guardò il distributore e mentalmente lo implorò: "Tipregotipregotiprego, almeno questa volta, mi basta questa volta solamente, fammi uscire un caffè normale per Giuliana! Ci tengo tantissimo! Se me lo dai ti giuro che ogni mattina ti tiro a lucido e ti metto anche il dopobarba!!"

Giuliana attese pazientemente che Otto infilasse la monetina.

Non si sentiva volare una mosca.

Il momento tanto attteso e sognato da tutto il personale era arrivato, anche se solo per Otto.

I colleghi erano tutti pigiati nello stanzino delle scope, con la porta semiaperta: non potevano accontentarsi del solo audio, questa volta.

Otto con mano tremante mise la monetina nell'apparecchio e premette il pulsante. Venne fuori un bicchiere e si sentì il rumore del liquido che sgorgava. "Grazie! Grazie! E' il momento più bello della mia vita!!" esultò Otto col pensiero.

Si chinò, prese il bicchiere e lo porse trionfante a Giuliana.

Lei lo prese, fece per bere ma vide uno Spinarak schizzare fuori dal caffè e infilarsi dritto dritto nella sua scollatura.

"UNO SHINYYYYYYYYYY!!!!!!!!!!!!!"

Otto, fuori di sé per la felicità, si dimenticò totalmente di Giuliana e tuffò tutto l'avambraccio nella sua scollatura per acchiappare il pokémon brillante che attendeva da almeno venticinque anni.

Quello che successe nei secondi successivi è ancor oggi motivo di discussione in ufficio, ma la versione che più prevale è questa: lei cacciò un urlo disumano perché credeva che Otto fosse un maniaco e lui fuggì nel corridoio inseguito dal distributore volante (perché scagliato da lei) e volò da una finestra, quella che dava sui bidoni dell'azienda.

Alex restituì i 5 euro a Gino. "E' davvero impossibile essere più deficienti di così...Mandare all'aria un caffè con la donna più bella del mondo per un dannato Spinarak!...."

"Hehehe signor Otto, vedo che si è affezionato al nostro reparto!" disse ridendo l'infermiera di turno di Ortopedia.

I degenti della stessa stanza di Otto, quando vennero dimessi, raccontarono di non aver mai sentito un vaffanculo più grande in vita loro.

"Stasera pizza?" buttò lì Gino.

"Meglio cinese, non si sa mai °_°" rispose Alex.
 
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Nicola Liberati

FlamedramonBall2000
Cong
Sono quasi sempre stata giudice.
Come concorrente ho partecipato solamente una volta, alla prima edizione della Fic Challenge nel 2003, vincendo 😎
con queste due fic:

Fic 1: OTTO E LOLA

Otto era un ragazzo molto insolito sotto molti punti di vista, impiegato diligente ma sfigato.

Era sfigato perché ogni giorno, o a casa o in ufficio, gliene capitava una.

Se la mattina era in ritardo, si precipitava verso l'uscita del condominio con un calzino

bianco e uno marrone, scivolava sulla cera appena passata dalla portinaia e si beccava una secchiata di protesta contenente dai sei agli otto litri di Ace Casa negli occhi.

In ufficio il distributore di caffè gli dava il caffè senza il bicchiere, oppure gli veniva

fuori il bicchiere senza caffè ma con due uova di Spinarak dentro. Guai a premere il

pulsante del resto: il distributore gli faceva un rutto con vocoder e si teneva i soldi.

Ma una mattina, nonostante il bruciore agli occhi appena candeggiati, entrò in ufficio

felice come una Pasqua.

"Oggi arriva la Lola! Me la manda il mio caro zio Nanni da Bergamo!"

I colleghi rimasero sbigottiti ma non gli domandarono niente; tutti sapevano che era un po'

pazzerello e aveva delle strane manie, ma appena Otto uscì per una commissione, tutti si

misero a fare congetture.

Moglie, non ce l'ha; fidanzata, l'ultima era del '79; parenti, nessuna Lola; i suoi ultimi

Spinarak si chiamavano Luciana, Giuseppe ed Elisabetta...rimaneva in piedi una sola

ipotesi: Otto si era preso una cagnolina.

Lui nel frattempo era in giro per la città: doveva consegnare una lettera in un altro

ufficio. Era a piedi ma non faceva caso a niente, pensava solo alla sua Lola. Aveva perfino

dato le chiavi di casa alla portinaia per provare il piacere di trovare Lola in salotto, al

suo ritorno dall'ufficio. Mentre camminava venne sfiorato da uno Scania e caricato in

ambulanza al posto di un altro ma non si accorse di una TV lanciata dal sesto piano da un

bambino incazzato perché stavano per trasmettere Braccio di Ferro anziché lo speciale su

Craxi. Era solo un 14 pollici ma gli piombò diretto sul cucuzzolo facendogli perdere i

sensi.

"Ne avrà per un mese" disse il dottore a Luciana, Giuseppe ed Elisabetta.

In ufficio i giorni passavano monotoni. Due impiegati, Alex e Gino, cazzeggiavano davanti

al distributore.

Alex ebbe un sussulto."E Lola?!!" "Boooh...".

Intanto Otto in ospedale delirava. "Lolaaaa, Lolaaaa..." ed Elisabetta e i suoi fratelli

scuotevano il capo sconsolati.

Dopo una settimana Alex disse a Gino: "Andiamo a casa sua, forse a quella povera bestia

nessuno ha portato da mangiare...". Ma mezz'ora dopo andarono a vedere una partita di

basket NBA alla TV clandestina con decoder taroccato nello stanzino delle scope e si

dimenticarono di andare a casa di Otto.

"Povera la mia Lola, ormai è andata..!" gemeva Otto.

Due settimane dopo, un Ariados alto mezzo metro morse Gino sul mignolo sinistro, lo

scaraventò giù dalla sedia e si mise davanti al suo PC a giocare a Spider. "Maledizione

Alex, andiamo a prendere sto cadavere..."

Entrarono nell'atrio del condominio di Otto.

"Che cosa volete??" La portinaia era già in agguato col secchio di Ace Casa.

"Cerchiamo il cane del signor Otto." "Otto non ha cani" disse la portinaia ringhiando. "Come no? Era

stato mandato qui due settimane fa!" disse Alex.

Come aveva visto fare tante volte nei film polizieschi, Gino si chinò e annusò il buco

della serratura della porta. Sentì una puzza tremenda. "Infatti è qui dentro..." disse

Gino. La portinaia diede loro le chiavi e si rintanò nella sua guardiola. "Tenete" disse,

"Io non so niente, fate quello che vi pare, adesso c'è Beautiful."

Aperta cautamente la porta, venne su una zaffata ancora più puzzolente. All'ingresso

guardarono per terra ma non videro nessun cane. In salotto trovarono qualcosa sul tavolo.

Era un pacco di forma circolare. Lo aprirono e per poco non svennero dalla puzza che

mandava quella roba. Accanto c'era un biglietto:

"Caro Otto, eccoti la mia ultima creatura: Lola, la torta alla robiola! Con affetto, NANNI"

E allora si ricordarono delle strane manie di Otto e della sua famiglia, tra cui quella di

dare i nomi alle cose da mangiare.

"Quello è deficiente forte" disse Alex.

"La portinaia di più."

"Nooo, Otto di più!"

"Scommettiamo 5 euro?"

"Okay!"

Presero Lola e si diressero quatti quatti verso la guardiola.

La portinaia era ipnotizzata dalle mandibole di Ridge.

Alex si avvicinò e disse a voce alta: "Oh ma Beautiful è proprio una merda, vero Gino??"

"Vero, vero!Chi lo guarda è proprio deficiente!" gli echeggiò Gino.

La portinaia incazzata lanciò la sua secchiata di Ace Casa ma Alex fu più veloce, schivò il

getto e le spiattellò Lola in piena faccia.

Uscirono dallo stabile ridendo fino alle lacrime per mezz'ora buona. Cercarono poi, senza

riuscirci troppo, di fare una faccia un po' seria per andare a trovare Otto.

Otto era in delirio più del solito, credeva di essere lì da appena due giorni. "Come sta la

mia Lola?" chiese a Gino e Alex. "Lola sta bene sì...sta proprio bene...in faccia alla

portinaia!!" e giù di nuovo a ridere come pazzi.

"Aah, ahaha..." Otto rideva ma ovviamente non aveva capito una mazza, rideva così forte che

a un certo punto Elisabetta lo punse amorevolmente alla gola facendolo addormentare di

colpo.

Gino e Alex ripassarono davanti all'entrata del condominio e videro la portinaia correre

dietro a una dozzina di Spinarak liv. 5 che la prendevano per i fondelli, le mostravano il

dito medio e la facevano scivolare sulla sua stessa cera.

"Hai vinto tu, è più deficiente la portinaia" disse Gino ad Alex, allungandogli un

biglietto da 5 euro.

"Ci facciamo una pizza?" "Okay, c'ho una fame.."

Si sedettero e diedero un'occhiata al menù. Arrivò il cameriere. "Desiderate?"

"Che cosa ci consiglia?" chiese Gino. "Aaah, se volete ho la novità della casa: Lola, la

pizza alla robiola!"

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!"

Un doppio urlo disumano fece vibrare tutti i vetri della pizzeria.

Gino e Alex fuggirono in preda al panico.

"Ma sono pazzi?!!" si chiese il cameriere.

Eeeh, non poteva capire...!


Fic 2: PROVACI ANCORA, OTTO!

Faceva caldo, quella mattina. Otto se l'era presa decisamente con calma, così che si ritrovò alle 7.55 ancora in mutande e con zero voglia di accelerare. Timbrare il cartellino in ritardo non lo preoccupava più di tanto, e perfino l'avvicinarsi della temutissima "Ora di Antenore", che normalmente getta nel panico tutti gli altri condòmini, non gli metteva fretta.

Antenore, un gatto siamese, era la new entry della guardiola della terribile portinaia. A sentir parlare di "gatto siamese" di solito viene in mente una bestiola snella, aggraziata, sinuosa e dalla voce soave. Antenore pesava sei chili e mezzo, aveva dei bracciali di cuoio con borchie a punta su tutte e quattro le zampe e quando miagolava (o meglio, ruggiva) vibravano tutti i vetri dello stabile. Si sussurra che con una zampata riesca a deformare la portiera di un'auto.

Ogni mattina, per un'oretta appunto, Antenore scendeva al pianterreno e faceva compagnia alla portinaia mentre questa effettuava il consueto battesimo all'Ace sulle scale, sull'atrio e su chiunque si trovasse su di esso in quel momento.

Otto si ritrovò fuori tempo massimo e quindi passò sull'atrio ancora bagnato: la portinaia cominciò a tirar giù tutti i Santi del calendario, quindi prese Antenore, glielo tirò addosso e Otto entrò in ufficio con la cartina di Bologna al posto della faccia.

Quel giorno i colleghi erano tutti con la testa tra le nuvole; Otto avvertì una vaga scia di profumo e capì tutto. "Aaah, la nuova segretaria...Ehi ragazzi, state sbavando troppo, tra un po' l'igrometro collassa!...."

"Giuliaaaanaaaaa...!!"

Un sospiro generale si levò per tutto l'ufficio.

Dissero ad Otto che la mega sfida fra tutti i colleghi era riuscire ad offrire un caffè alla segretaria. Solo un caffè, precisarono, perché per ora sembrava una tipa che se la tirava assai, e ad uscire una sera con lei non se ne parlava proprio.

Allora ciascuno cominciò ad esaltarsi, a fare discorsi tipo "io ce la farò e tu no perché non hai la Harley-Davidson", "alle belle donne piacciono i fusti abbronzati, mica te che sembri un grumo di Vallelata", ecc.ecc., perciò ben presto i mouse aziendali cominciarono a volare per tutto lo stanzone principale.

Era una delle usanze tradizionali dell'ufficio: ad ogni discussione su calcio o donne, i mouse fischiavano sulle teste degli impiegati. La battaglia dei mouse, tutti contro tutti.

L'unico che ancora non ha capito una mazza è il direttore, che continua a cambiare i mouse una volta al mese perché crede che i suoi impiegati lavorino sodo.

Gino fu il primo a tentare l'abbordaggio in segreteria ma venti minuti dopo lo videro tornare mogio mogio, con la camicia mezza fuori dei pantaloni e la cravatta piena di punti metallici passo 10.

"Che è successo?"

"M'ha tirato una scarpata in testa".

"Ora ci penso io!" disse Alex con un sorriso smagliante. Si spalmò mezzo chilo di brillantina sul riporto e scattò in segreteria. Cinque minuti dopo si sentì un botto tremendo e Otto vide per una frazione di secondo una sagoma vagamente umana volare giù da una finestra.

Tutti, nei giorni seguenti, caddero vittime della terribile segretaria. Il copione era più o meno lo stesso: un impiegato entrava in segreteria tutto baldanzoso e usciva con una compilation di ematomi sulla faccia.

Otto era l'unico che ancora non ci aveva provato. Non osava farlo: gli bastava già il buongiorno di Antenore.

I colleghi per un po' lo spronarono ma poi rinunciarono perché pareva irremovibile: Otto aveva troppa paura di lei, non le aveva ancora mai rivolto la parola; le piaceva tantissimo ma aveva paura che lei lo sgamasse dalla faccia e lo tempestasse di legnate come gli altri.

Una mattina però successe l'inevitabile: toccava a Otto annaffiare le piante della segreteria.

Non erano molte ma la cosa non era facile perché c'era da far le acrobazie in mezzo a un mucchio di scartoffie, ed era un attimo farsi scappare l'annaffiatoio e sputtanare qualche pratica.

Otto svolse la sua missione nel modo più preciso e diligente possibile. Infatti al terzo passo si trovò lungo disteso per terra con l'acqua che gli colava esattamente nel cavallo dei pantaloni.

La segretaria rise di gusto. Si avvicinò e gli porse la mano.

"Su, la aiuto a rialzarsi" disse con tono più che amichevole.

Nella stanza adiacente tutti gli impiegati armati di stetoscopi firmati ULSS 9 non si perdevano una sillaba e si rodevano di brutto perché capivano che Otto stava per fare il colpaccio.

Otto si rimise in piedi e si guardò le braghe imbarazzatissimo.

"Hehehe, ma sì, è solo acqua, vedrà che si asciugherà presto!". Il viso di Otto riacquistò un po' di colore.

"Ci vuole proprio una pausa: che ne dice di un caffè?"

Cosa? LEI che chiede un caffè ad un uomo?!! Non ci posso credere! Otto sentì le campane suonare a festa e l'umore gli schizzò alle stelle.

Già si immaginava la scena: lei che lo baciava e lui che faceva il gesto dell'ombrello a tutto il personale.

Ma sapeva che ancora non doveva cantar vittoria: c'era qualcuno, o meglio qualcosa, con cui doveva fare i conti.

Il distributore aziendale.

La macchina più bastarda e perversa mai creata da un essere umano.

Si diressero verso di esso, e il cuore di Otto batteva allo stesso ritmo di Smooth Criminal.

Otto guardò il distributore e mentalmente lo implorò: "Tipregotipregotiprego, almeno questa volta, mi basta questa volta solamente, fammi uscire un caffè normale per Giuliana! Ci tengo tantissimo! Se me lo dai ti giuro che ogni mattina ti tiro a lucido e ti metto anche il dopobarba!!"

Giuliana attese pazientemente che Otto infilasse la monetina.

Non si sentiva volare una mosca.

Il momento tanto attteso e sognato da tutto il personale era arrivato, anche se solo per Otto.

I colleghi erano tutti pigiati nello stanzino delle scope, con la porta semiaperta: non potevano accontentarsi del solo audio, questa volta.

Otto con mano tremante mise la monetina nell'apparecchio e premette il pulsante. Venne fuori un bicchiere e si sentì il rumore del liquido che sgorgava. "Grazie! Grazie! E' il momento più bello della mia vita!!" esultò Otto col pensiero.

Si chinò, prese il bicchiere e lo porse trionfante a Giuliana.

Lei lo prese, fece per bere ma vide uno Spinarak schizzare fuori dal caffè e infilarsi dritto dritto nella sua scollatura.

"UNO SHINYYYYYYYYYY!!!!!!!!!!!!!"

Otto, fuori di sé per la felicità, si dimenticò totalmente di Giuliana e tuffò tutto l'avambraccio nella sua scollatura per acchiappare il pokémon brillante che attendeva da almeno venticinque anni.

Quello che successe nei secondi successivi è ancor oggi motivo di discussione in ufficio, ma la versione che più prevale è questa: lei cacciò un urlo disumano perché credeva che Otto fosse un maniaco e lui fuggì nel corridoio inseguito dal distributore volante (perché scagliato da lei) e volò da una finestra, quella che dava sui bidoni dell'azienda.

Alex restituì i 5 euro a Gino. "E' davvero impossibile essere più deficienti di così...Mandare all'aria un caffè con la donna più bella del mondo per un dannato Spinarak!...."

"Hehehe signor Otto, vedo che si è affezionato al nostro reparto!" disse ridendo l'infermiera di turno di Ortopedia.

I degenti della stessa stanza di Otto, quando vennero dimessi, raccontarono di non aver mai sentito un vaffanculo più grande in vita loro.

"Stasera pizza?" buttò lì Gino.

"Meglio cinese, non si sa mai °_°" rispose Alex.
Congratulazioni
In ogni caso ce bisogno di sapere quando comincerà questa gara e qualle sara il tema.
 
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Cong

Congratulazioni
In ogni caso ce bisogno di sapere quando comincerà questa gara e qualle sara il tema.
Tranquillo che, se si farà, verrà creato un topic apposta. Ti anticipo già, comunque, che dall'annuncio della gara alla data ultima per la consegna degli elaborati passa molto tempo (circa un mese se non erro), quindi i concorrenti hanno tutto il tempo per pensare al racconto ed elaborarlo.
 

Nicola Liberati

FlamedramonBall2000
Tranquillo che, se si farà, verrà creato un topic apposta. Ti anticipo già, comunque, che dall'annuncio della gara alla data ultima per la consegna degli elaborati passa molto tempo (circa un mese se non erro), quindi i concorrenti hanno tutto il tempo per pensare al racconto ed elaborarlo.
A dirla tutta ne ho scritti un bel po di racconti, anche se in realtà sarebbero episodi
 

NiNi

Una grande speranza
Io partecipo, allora! Ma per la fanfic non userò quella iniziata (perché è lunga e in un mese non concludo un cavolo)
 
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