Cartilagine di squalo, la cura per il cancro esiste

-FoolO-

Zoidberg
ma poiche' diffonderla danneggierebbe gli interessi delle grandi case farmaceutiche occidentali, viene taciuta.

ecco l'articolo:

E’ difficile accettare un qualunque discorso “alternativo” in medicina, se prima non si è passati dalla amara constatazione che non necessariamente la medicina ufficiale – quel mostruoso conglomerato di pillole, ospedali e dottori che si muove ormai al comando esclusivo delle grandi case farmaceutiche – abbia come priorità assouta quella di curare chi è malato e di alleviarne le sofferenze.

Purtroppo però, per chi volesse approfondire la faccenda, questa si rivelerebbe presto una realtà macroscopica. La medicina mondiale oggi è un mostro ...

... che si nutre esclusivamente di ciò che partorisce, in una spirale di interessi economici che ormai è ben difficile pensare di arrestare.

Non che ci sia particolare malafede, almeno non nella classe medica in sè. Anzi, quando una persona sceglie di fare il medico, di solito è mossa da un sincero senso di compassione per i suoi simili. Ma è il sistema stesso, mosso da quei pochi che con la compassione hanno ben poco a che fare, che fa prevalere la logica del profitto su quella originaria, e che impone quindi scelte, lungo la strada, che ci hanno portato man mano fuori strada.

Se oggi paradossalmente si scoprisse, per esempio, che dei semplici occhiali con delle lenti di plastica bucherellate aiutano a correggere la miopia, l’enorme macchina mondiale dell’industria oftalmica - milioni di dollari che si muovono ogni giorno intorno ai “quattr’occhi” di tutto il mondo - non potrebbe semplicemente accettare una verità del genere, e sarebbe costretta a soffocarla con ogni mezzo a disposizione.

E “con ogni mezzo”, a quei livelli, significherebbe come minimo: far partire sui media una campagna immediata di diffamazione contro la presunta “novità”. Diffondere nella classe medica ricerche scientifiche “modificate”, che dimostrino come in realtà si tratti di una bufala. Perseguitare chi ha osato proporre al mondo quell’alternativa, fino a fargli passare la voglia di parlare anche solo per dire ciao. (Quando ci sono di mezzo i miliardi veri, non si sta certo a consultare il galateo).

Ecco come, se solo proverete a nominare al vostro medico quella novità di cui avete sentito parlare, non solo vi accoglierà col classico sorrisino di sufficienza, ma lo farà in perfetta buona fede, convinto dal “suo “ sistema accademico/mentale che in realtà si tratti di un raggiro come tanti. “Loro”, purtroppo, sono arrivati prima di te.

Il cancro

Questo triste quadro generale vale, purtroppo e sopratttutto, anche per il cancro.

Coloro che da tempo amano informarsi in proprio, sanno che esisteuna serie di prodotti naturali, completamente diversi uno dall’altro, che sono ritenuti in grado di debellare il cancro. Ed esistono, soprattutto per i più popolari di questi prodotti, tali quantità di testimonianze a favorei che viene davvero da chiedersi come mai la medicina ufficiale non li prenda nemmeno in considerazione.

La cosa interessante di questi prodotti, che rinforza decisamente la loro credibilità, è che tutti paiono funzionare in base allo stesso identico principio: non è il prodotto in sè che sconfigge il cancro, è il tuo sistema immunitario che lo fa, rinforzato e rinvigorito da quel prodotto fino a tornare alla capacità combattiva che ha perduto, nel tempo, per svariati motivi. (In realtà, tutti meno uno, di cui parleremo a parte).

Non solo non sono laureato in medicina, ma qui il discorso si fa subito complesso. Non fatico però a credere che mille elementi nella nostra “società moderna” – che siano il mercurio nei dentifrici piuttosto che non le spropositate vaccinazioni di massa – abbiano reso il nostro sistema immunitario mediamente molto più debole di quello che dovrebbe essere per natura. E mentre un sistema perfettamente sano pare in grado di debellare la stragrande maggioranza dei focolai cancerogeni, molti di noi cederebbero alla malattia proprio per quella deficienza causata dal modo di vivere moderno. (C’è chi sostiene che anche AIDS, sclerosi multipla e molte altre malattie cosiddette “autoimmuni” affondino le radici in questo problema, ma sinceramente non me la sento di allargare il discorso fino a quel punto). Ho però letto di vari studi nei quali si è scoperto, durante le autopsie, che una gran percentuale di invidui sani aveva avuto, nel corso della vita, anche due o tre focolai tumorali – senza saperlo ovviamente - che in qualche modo erano stati sconfitti senza intervento esterno).

Comunque, “aiutati che Dio ti aiuta” sarebbe la risposta – in senso generale, ovviamente - al cancro e a tutte le malattie di quel genere. Ovvero, usa ciò che la natura ti mette a disposizione per riportare il tuo sistema immunitario alle capacità originarie, e poi rilassati. A combattere le varie battaglie ci penserà poi lui, spesso senza nemmeno fartelo sapere. (Per ottenere questo risultato, ovviamente, una dieta adeguata diventa indispensabile).

Se questo però è già un concetto ostico per noi “pazienti”, figuriamoci per un medico, la cui educazione ha viaggiato sin dall’inizio in direzione diametralmente opposta: essa tende infatti prima di tutto a individuare, combattere e sopprimere il sintomo, e solo in un secondo luogo - ma con molta, molta più calma – a cercare di comprenderne e prevenirne le cause. (Talmente con calma, in realtà, che ad oggi non si ha ancora la minima idea di che cosa possa causare li cancro).

Una piccola testimonianza

Pur sapendo ormai per via diretta di varie persone che sono sopravvissute al cancro grazie a questi metodi, l’unico episodio che mi sento di raccontare in piena tranquillità – per averlo vissuto in prima persona – è quello di un misero cane, e del suo curioso veterinario. (I cani in realtà, come tutti mammiferi superiori, hanno un organismo molto più simile al nostro di quello che si potrebbe immaginare).

Avevo un cane, di sedici anni, abbastanza sgangherato anche per quell’età. Un giorno ci siamo accorti che aveva un tumore al fegato grosso praticamente quanto il fegato stesso. Trattandosi di carcinoma del peggior tipo, il veterinario mi disse: guardi, se vuole glielo opero anche, ma lei spende i soldi e comunque entro sei-otto settimane le garantisco che il cane non c’è più. Io, che non avevo mai calcolato quanto possa valere la vita di un cane per settimana, decisi nel frattempo di operarlo.

Una volta a casa, iniziai a dare al morituro un prodotto di cui vi parlerò in seguito, e che già sapevo aver funzionato con alcune persone conosciute da vicino.

Dopo due anni mi presentai con lo stesso cane dallo stesso veterinario, per togliere un dente cariato. Il veterinario nel frattempo ne aveva visti passare a centinaia, e non si rese conto che si trattava di un fantasma finchè non andò a compilarne la cartella medica. “Ma come, non è possibile!” – esclamò il veterinario - questo cane NON PUO’ essere vivo. Qui c’è scritto carcinoma, e questa è la mia calligrafia, la riconosco!” “Certo che la riconosce. L’ha operato lei, due anni fa...” Fece subito una radiografia, ma si intravvedeva solo una macchia opaca, accanto al fegato, che non si riusciva bene a spiegare. Volle allora sapere come avevo fatto, e mentre glielo raccontavo vedevo nei suoi occhi anni di accademia sgretolarsi uno sull’altro come biscottini secchi. Ma si ripromise coraggiosamente di informarsi a fondo, e mi ringraziò ripetutamente.

Quando però tornai da lui, un paio di mesi dopo, la sorpresa fu tutta per me. “Mi sono poi informato sa – mi disse - ma pare che 'sta cartilagine (v. sotto) sia solo una gran bufala che c'è in giro da un pò. Ma non c’è niente di vero. Il suo cane sarà rimasto in vita per una qualche coincidenza statistica che non siamo in grado di spiegare.”

La porta che si era momentaneamente aperta (sulla speranza di mille altri cani come il mio) era stata subito richiusa dalle “difese naturali” di quel veterinario. Ovvero, di fronte all’idea di buttare alle ortiche tutto quello che aveva imparato negli anni, aveva preferito ricorrere alla solita “inspiegabilità statistica” pur di non farlo.

Io comunque me ne andai contento – il mio dovere sentivo di averlo fatto - ed il mio cane finì per morire, sereno e sazio di vita, a pochi giorni dal suo ventesimo compleanno. Di cuore, naturalmente, non di cancro.

Il prodotto che gli aveva regalato quasi quattro anni di vita è la cartilagine di squalo, ed è l’unico tra quelli di cui parlavo prima che agisca in maniera completamente diversa dagli altri. Invece di rinforzare il sistema immunitario, infatti, la cartilagine di squalo ha una proprietà specifica (accertata scientificamente) detta “antiangiogenica”, che la porta ad attaccarsi a qualunque cellula neoplastica che trovi per stada, avvilupparla in una specie di velo impermeabile, ed impedire che attorno ad essa si sviluppino nuovi capillari. E siccome tutti i tumori necessitano di neovascolarizzazione per crescere, questi rimangono invece nello stato in cui sono, e lentamente muoiono per asfissia. (Ecco spiegata la macchia scura accanto al fegato del mio cane. Era il vecchio tumore, completamente atrofizzato).

La cartilagine di squalo

La cartilagine di squalo ormai ha una storia che risale agli anni ’70, quando il medico William Lane, in base ad una ricerca eseguita a Cuba, pubblicò il libro “Sharks don’t get cancer” (Agli squali non viene il cancro). Il contenuto era talmente esplosivo, che il libro fu costretto immediatamente ad una faticosa circolazione sottobanco. Ma col tempo ce l’ha fatta, e la cartilagine ha riscontrato totalmente tanti successi negli anni, che ormai è una realtà impossibile da estirpare.

Come combattono in questo caso, le case farmaceutiche, un prodotto del quale riconoscono addirittura le preziose proprietà antiangiogeniche? Prima di tutto impedendo a chiunque di pubblicizzarlo come “cura per il cancro”, e costringendolo così nel settore delle “vitamine” generiche, non testate scientificamente (starebbe a loro farlo, guarda caso). Settore che poi provvedono periodicamente a far bollare dai media come “alternativo”, “new age”, “esoterico”, “orientaleggiante” e così via, fino a minarne alla base la credibilità necessaria per una vasta diffusione sul mercato.

Nel silenzio della loro vergogna, però, vi dico con certezza che le stesse case farmaceutiche stanno tentando disperatamente, da anni, di replicare in laboratorio le proprietà antiangiogeniche della cartilagine di squalo. Ma lo squalo il suo segreto se lo tiene gelosamente in fondo al mare, lasciando capire che fra prodotto sintetico e quello organico ci deve essere quella piccola differenza che determina la vita o la morte di chi è ammalato di cancro. Sorry, Mr. Bayer, sarà per un’altra volta.

Il resto sulla cartilagine – compreso mille resoconti personali di “casualità” come la mia (ma su esseri umani) - lo potete trovare facilmente in rete, digitando in un qualunque motore di ricerca la parole “cartilagine di squalo”. (Solo per rendervi conto della realtà che c’è sotto, provate anche a digitare le parole “shark cartilage”, in inglese, oppure il titolo del libro, e vi renderete conto del numero effettivo di siti nel mondo che trattino questo argomento.

Le bufale di solito non raggiungono nemmeno un millesimo di quella popolarità.

Tempo fa pubblicai su questo sito (*) la storia del mio cane di 16 anni, che ero riuscito a salvare dal cancro con la cartilagine di squalo.

Lo scorso giugno ricevetti una email da una ragazza – la chiameremo Silvia – che aveva letto quella storia e voleva saperne di più, visto che si trovava in condizioni simili alle mie. Alla sua cagnolina Dana era stato diagnosticato un tumore al fegato, con una prognosi di poche settimane di vita al massimo. Silvia era disperata, e non voleva rassegnarsi all’idea di veder morire il suo cane che, pur avendo 10 anni, fino a quel momento era stato in ottima salute, e non aveva ancora iniziato a mostrare segni di vecchiaia.

Dopo aver messo in chiaro che non sono medico, e che parlo solo per esperienza empirica, raccontai a Silvia tutto quello che sapevo, consigliandole lo stesso trattamento che aveva salvato il mio cane (dopo una diagnosi di carcinoma al fegato, con una prognosi di tre-quattro settimane al massimo di vita, la curai con la cartilagine, e visse ancora per oltre due anni, morendo poi di cuore, non di cancro).

Ricordo che Silvia non era del tutto convinta, ma io non insistetti più di tanto. Sentivo che il mio dovere era di informarla e basta, il resto stava a lei. Le suggerii soltanto, nel caso avesse optato per la cartilagine, di non dire nulla al suo veterinario: non solo non l’avrebbe presa sul serio, ma rischiava pure di venire derisa inutilmente. Ci salutammo, e non ne seppi più nulla.

Pochi giorni fa ho ricevuto una e-mail che sorrideva ancora prima di essere aperta:

Caro Massimo, sono Silvia, la proprietaria del cane che non avrebbe dovuto esserci più …

... e con cui hai scambiato alcune email in giugno. Volevo ringraziarti per i consigli e il supporto che mi hai dato, spero ti faccia piacere sapere che tutto è andato “bene” rispetto a quanto previsto. [...] Dana ora sta molto meglio corre mangia sembra ringiovanita (ha 10 anni). Il veterinario dice che siamo stati fortunati….

Sarà, ma penso che la mia fortuna sia stata anche quella di aver letto la tua testimonianza. E di averci creduto.

Grazie ancora!

Un caro saluto

Silvia

Ho scritto subito a Silvia, chiedendole di parlare al telefono, perchè volevo conoscere meglio i dettagli della vicenda. Questo è quanto mi ha raccontato:

Il primo veterinario che ha visto Dana ha diagnosticato il tumore al fegato da soli esami del sangue, che davano i valori tipici di un carcinoma in atto in quella parte del corpo. Le disse che purtroppo doveva rassegnarsi, perchè Dana non avrebbe vissuto per molto. Dopodichè le diede una ricetta per degli antidepressivi.

“Degli antidepressivi? - ho chiesto io stupito – Ma per te, o per il cane?”

“Per il cane”, mi ha risposto Silvia.

“Ma perchè, scusa, il cane sa di avere un tumore?”

“No, ovviamente. Poi infatti è risultato che quella ricetta era per un prodotto assolutamente inutile...”

“Allora era comunque per te – ho detto io – Le pillole le pigliava il cane, ma l’effetto placebo era mirato tutto al padrone.”

“Boh - mi ha risposto Silvia - Io ho avuto la sensazione che mi abbia prescritto la prima cosa che gli è venuta in mente.”

Fu a quel punto che Silvia decise di cambiare veterinario.

Oltre agli esami del sangue, il secondo veterinario fece fare al cane anche una ecografia. Ma, nonostante i valori riportassero gli stessi indicatori del carcinoma al fegato, dall’ecografia i dottori non riuscivano a individuare il tumore. Vedevano invece una macchia scura, accanto al fegato, e dopo essersi consultati a lungo decisero che doveva trattarsi sì di un tumore, ma alla milza.

“A quanto pare lei è stata fortunata – dissero a Silvia – Se fosse davvero la milza, come sembra, possiamo asportarla senza che il suo cane debba morire. Però sia chiaro, finchè non la apriamo non possiamo dire niente di sicuro”.

Silvia decise di far operare Dana.

Dopo l’operazione, il veterinario si presentò da lei con una espressione ancora più allibita.

“Il cane sta bene – disse – solo che non riusciamo a capire cosa avesse”.

A Silvia fu mostrata la parte che avevano rimosso durante l’operazione. Era una specie di “palla”, del diametro di 18 cm., avvolta da una specie di involucro scuro, che risultava attaccata al fegato solo per un lembo di carne.

“Probabilmente è una palla di grasso - commentò il veterinario - Comunque faremo un esame, per capire meglio”.

Silvia si portò a casa il suo cane, e poi rimase in attesa del referto, che però non arrivava mai. Telefonava ogni giorno, ma le dicevano sempre “ancora niente, riprovi domani”. Dopo una settimana Silvia decise di andare di persona dal veterinario. Questi le disse che stavano facendo rifare il test per l’ennesima volta, perchè non si riusciva a capire bene che cose fosse la materia rimossa dal corpo di Dana.

Avevo dimenticato di dire che prima di andare da questo secondo veterinario Silvia aveva somministrato a Dana potenti dosi di cartilagine di squalo, per una decina di giorni.

E’ quindi probabile, date le note qualità antioangiogeniche della cartilagine, che la famosa “palla” trovata accanto al fegato – quella che nell’ecografia era sembrata la milza - fosse in realtà il tumore stesso, che nel frattempo la cartilagine aveva avvolto e soffocato, trasformandolo probabilmente in una massa anomala che i dottori non riuscivano a riconoscere.

Ricordo una scena simile quando il mio veterinario volle fare una lastra al fegato del cane “che doveva essere morto due anni prima”, e si ritrovò di fronte ad alcune macchie scure che non riusciva ad interpretare. Sembravano avvolte da una specie di velo, e io già al tempo avevo dedotto che si trattasse delle varie metastasi che la cartilagine aveva avvolto e soffocato.

Naturalmente, queste mie deduzioni non hanno base scientifica, ma di fatto, come ho detto, il mio cane era tranquillamente sopravvissuto al cancro “terminale”, e oggi Dana salta e gioca come se fosse un cucciolo di un anno.

Non dovrebbe essere a questo punto la medicina ufficiale, e non il cittadino, a dare una “base scientifica” a questi fatti? (Invece... **)

Vigliacchi, vigliacchi e ancora vigliacchi.

L’industria farmaceutica è in gran festa, per una “scoperta” che promette di rallentare, se non di arrestare del tutto, la progressione del tumore al fegato. Il New York Post titolava ieri “Liver Cancer Breakthrough Found” (“Scoperta rivoluzionaria nella lotta contro il cancro al fegato”), e passava a descrivere le stupefacenti qualità di una nuova pillola, chiamata Sorafenib, che “attacca le cellule maligne impedendo che il sangue vi affluisca”. “I tumori non scompaiono nè regrediscono - proseguiva l’articolo - ma in molti casi smettono di crescere”.

Curiosamente, la possibilità di ottenere questo risultato – la capacità di inibire la crescita del tessuto bloccando la neovascolarizzazione si chiama “antiangiogenica” - esiste da oltre trent’anni, ed è stata rilevata nella cartilagine di squalo dal Dottor Willam Lane, che negli anni settanta pubblicò il rivoluzionario libro intitolato “Sharks don’t get cancer” (“Agli squali non viene il cancro”). Sono già decine di migliaia, nel mondo, le persone che hanno sconfitto il cancro grazie a questo prodotto naturale, ma ben pochi lo sanno. La cartilagine di squalo infatti è relativamente facile da reperire, poco costosa da trattare, e inoltre il mondo è già pieno di “buggigattoli alternativi” che la vendono a prezzi decisamente competitivi. ma sull’etichetta non si può scrivere che “cura il cancro”, perchè “la sua efficacia non è scientificamente provata”.

Se invece la scoperta la fa la Bayer, ecco che l’FDA approva immediatamente il prodotto, che sta per inondare il mercato dai poli all'equatore. Naturalmente, al prezzo che decideranno loro.

Tre anni fa scrivevamo, su questo stesso sito: “Come combattono in questo caso, le case farmaceutiche, un prodotto del quale riconoscono addirittura le preziose proprietà antiangiogeniche? Prima di tutto impedendo a chiunque di pubblicizzarlo come “cura per il cancro”, ...

... e costringendolo così nel settore delle “vitamine” generiche, non testate scientificamente (starebbe proprio a loro farlo, guarda caso). Settore che poi provvedono periodicamente a far bollare dai media come “alternativo”, “new age”, “esoterico”, “orientaleggiante” e così via, fino a minarne alla base la credibilità necessaria per una vasta diffusione sul mercato.

Nel silenzio della loro vergogna, però, vi dico con certezza (*) che le stesse case farmaceutiche stanno tentando disperatamente, da anni, di replicare in laboratorio le proprietà antiangiogeniche della cartilagine di squalo. Ma lo squalo il suo segreto se lo tiene gelosamente in fondo al mare, lasciando capire che fra prodotto sintetico e quello organico ci deve essere quella piccola differenza che determina la vita o la morte di chi è ammalato di cancro. Sorry, Mr. Bayer, sarà per un’altra volta."

E invece pare che Mr. Bayer ce l’abbia fatta.

Quanto ci vorrà prima che il mondo capisca che all’industria farmaceutica non interessa minimamente la salute dei pazienti, ma solo il contenuto del loro portafoglio? Quante persone sono morte inutilmente di cancro, e quante ancora ne dovranno morire, prima che qualche altro “scienziato” ci riveli di aver scoperto “una pillola meravigliosa”, che magari replica le stesse identiche funzioni di mille altri prodotti naturali che già curano il cancro, ma che pochissimi conoscono perchè “la sua efficacia non è stata scientificamente provata”?

(E non mi si venga a raccontare che “la pillola è meglio, perchè è controllabile scientificamente, ecc. ecc.”. Il crimine non sta nell’aver “rubato” allo squalo il suo segreto, ma nell’aver taciuto per così tanto tempo le evidenti qualità del prodotto naturale.)

Massimo Mazzucco

* Purtroppo non riesco a ritrovare il link, ma ricordo chiaramente di aver visto, in quell’epoca, addirittura un tentativo da parte della Merk di “brevettare” (Patent Deposit) la funzione antiangiogenica, una volta replicata in laboratorio naturalmente. Magari chi è più esperto di me riesce a risalire a quel documento, oggi particolarmente significativo.

cosa ne pensate?
 

BONVECH

Passante
ne ho già sentito parlare e ho letto numerose testimonianze.

non so se funzioni davvero, ma se si dovesse scoprire che tutto ciò è vero sarebbe come la scoperta della penicillina.

Ciò che mi colpisce di più è il fatto che questo medico cubano distribuisca la medicina gratis.
 

liuton2005

sono qui solo di passaggio
Dipende tutto da tante cose. Per esempio se il cancro lo si scopre in una fase avanzata c'è poco da fare.

A questo punto posso dirti che anche il digiuno totale può combattere il cancro perché i tumori hanno bisogno di nutrimento per crescere e resistono meno delle altre cellule senza cibo.
 

Monsù Pyr3s

Lucerna Juris
rimango abbastanza scettico. passi che l'industria farmaceutica voglia osteggiare questa cura (ma credo che basterebbe brevettare l'uso della cartilagine di squalo per risolvere il problema della non sfruttabilità economica), ma possibile che mai alcuna associazione di ricerca senza scopo di lucro abbia condotto un trial clinico?
 

Assyd

Amministratore di condominio
Anche io ne ho sentito parlare, e sono scettico da entrambi i lati. Da una parte sì, si sa come funziona: una cosa è scomoda per il guadagno, il potente la sopprime. Ma qua stiamo parlando di "potenti" che giocano con delle vite. Comunque: spesso mi è successo di imbattermi in rabbie e frustrazioni che offuscano la mente, oppure semplicemente gente che pur di fare una "rivoluzione" si avvale di interiezioni per attaccare qualcuno/qualcosa. E purtroppo ce n'è di individui così, basta pensare a quell'arrogante bestiaccia che girava su tutubo un pò di tempo fa (quello che diceva ogni 2 secondi "Informatevi." con aria di superiorità): purtroppo le persone equilibrate, che hanno idee concrete e che ragionano su i pro e i contro prima di ringhiare, sono completamente oscurate da individui del genere. Quindi sì, a questo punto è difficile distinguere il vero dal falso senza prove tangibili (e non "ah ah, vi hanno fregato ma io l'ho capito").
 

liuton2005

sono qui solo di passaggio
Ma qua stiamo parlando di "potenti" che giocano con delle vite.
Ma di che cosa stai parlando?

Alla gente non interessa niente della propria salute. Gli piace solo avere un argomento da bar. Se, in generale, la salute interessasse allora più gente inizierebbe a leggere le etichette e a capire che gli additivi chimici non sono cibo.
 
Ultima modifica di un moderatore:

Assyd

Amministratore di condominio
Ma di che cosa stai parlando?

Alla gente non interessa niente della propria salute. Gli piace solo avere un argomento da bar. Se, in generale, la salute interessasse allora più gente inizierebbe a leggere le etichette e a capire che gli additivi chimici non sono cibo.
Leggi il mio post, leggi l'argomento del topic e saprai di cosa sto parlando... In ogni caso non c'entra, se avessi letto il mio post con attenzione avresti capito che il "giocare" non consiste nell'avvelenare la popolazione con gli additivi chimici, quanto più tenere nascoste realtà scomode. Ma in ogni caso era un discorso ipotetico, nel caso fosse vero il fatto...
 

Iro

Amministratore di condominio
Una curiosità, c'è un medico in sala o tutti stanno parlando di cose che non capiscono?
 

liuton2005

sono qui solo di passaggio
In ogni caso non c'entra, se avessi letto il mio post con attenzione avresti capito che il "giocare" non consiste nell'avvelenare la popolazione con gli additivi chimici, quanto più tenere nascoste realtà scomode
E dai! Un'altra volta! Perché in Occidente ci si concentra sempre sulla sintomatologia e mai sulle vere cause dei problemi.

Tu pensi veramente che il vero male sia il cancro? Pensi veramente che il cancro sia il nemico numero uno dell'uomo in questo periodo perché siamo stati sfortunati e Dio ci punisce in questo suo modo strano?

Viene tutto dal nostro stile di vita. Mi sembra assurdo dare la colpa a cospirazionisti che vogliono nascondere cure miracolose quando invece le persone fumano, mangiano fritto oppure fanno mega braciolate e si ingurgitano mezzo chilo di carne a testa, si incollano il cellulare alla testa, utilizzano cosmetici e detersivi senza badare a quello che c'è dentro, magari passano tutta la vita in una città piena di smog senza rendersi conto che l'aria è irrespirabile, ecc. Sono queste le vere cose da combattere, non il sintomo stesso che è la malattia. La malattia e il dolore servono come segnale d'allarme che ci dice che quello che facciamo non va bene ed è male.

Troppe persone tra i miei conoscenti stanno male oppure sono morte per colpa del loro stile di vita e soprattutto per colpa di una cattiva alimentazione. Non sta a me giudicare e posso solo imparare dai loro sbagli.

Ti faccio un esempio: mia nonna ha il diabete, ha avuto un ictus ed è per metà paralizzata, quando è stata in ospedale è caduta dal letto e un femore non è più al suo posto. Dimmi quale può essere la cura miracolosa per lei? Non ha nemmeno senso di parlare di una cura in questo caso.
 

Assyd

Amministratore di condominio
E dai! Un'altra volta! Perché in Occidente ci si concentra sempre sulla sintomatologia e mai sulle vere cause dei problemi.

Tu pensi veramente che il vero male sia il cancro? Pensi veramente che il cancro sia il nemico numero uno dell'uomo in questo periodo perché siamo stati sfortunati e Dio ci punisce in questo suo modo strano?

Viene tutto dal nostro stile di vita. Mi sembra assurdo dare la colpa a cospirazionisti che vogliono nascondere cure miracolose quando invece le persone fumano, mangiano fritto oppure fanno mega braciolate e si ingurgitano mezzo chilo di carne a testa, si incollano il cellulare alla testa, utilizzano cosmetici e detersivi senza badare a quello che c'è dentro, magari passano tutta la vita in una città piena di smog senza rendersi conto che l'aria è irrespirabile, ecc. Sono queste le vere cose da combattere, non il sintomo stesso che è la malattia. La malattia e il dolore servono come segnale d'allarme che ci dice che quello che facciamo non va bene ed è male.

Troppe persone tra i miei conoscenti stanno male oppure sono morte per colpa del loro stile di vita e soprattutto per colpa di una cattiva alimentazione. Non sta a me giudicare e posso solo imparare dai loro sbagli.

Ti faccio un esempio: mia nonna ha il diabete, ha avuto un ictus ed è per metà paralizzata, quando è stata in ospedale è caduta dal letto e un femore non è più al suo posto. Dimmi quale può essere la cura miracolosa per lei? Non ha nemmeno senso di parlare di una cura in questo caso.
Oddio, tira il freno a mano. Era un discorso ipotetico. Pensi che sia così ingenuo da non sapere che la gente si riempie il corpo di merda? Semplicemente non sono un estremista, preferisco guardare i pro e i contro da entrambi i lati. E su entrambi i lati, come già detto, grava praticamente la stessa identica colpevolezza.
 
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