[Darken]Pokémos[Capitolo 1 - *]

Dancer9

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Ho una curiosità? Quando parli di Eelektross che artwork hai in mente? Perché su NB viene raffigurato come un pokémon che cammina mentre su XY levita. Sono curioso
 

Darken

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Ho una curiosità? Quando parli di Eelektross che artwork hai in mente? Perché su NB viene raffigurato come un pokémon che cammina mentre su XY levita. Sono curioso
Ho sempre immaginato che leviti, nel senso, ho sempre pensato che nell'artwork di NB stia levitando, e che cammini solo quando gli serve l'appoggio o si siede.

Credo che questa sia l'immagine più attendibile. Soprattutto perché è stata disegnata su mie direttive.

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Dancer9

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Ho sempre immaginato che leviti, nel senso, ho sempre pensato che nell'artwork di NB stia levitando, e che cammini solo quando gli serve l'appoggio o si siede.

Credo che questa sia l'immagine più attendibile. Soprattutto perché è stata disegnata su mie direttive.

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Si ma in un certo senso sembra che su NB con le zampe tocchi terra comunque ho capito :)
 

Darken

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CAPITOLO 87: USCITE, DISCUSSIONI E MESSAGGI​
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Città Caverna dei Ladri, Settore Est, 19/06/4783, circa le 23
«Stupida Caverna, possibile che non si trovi un tesoro?!» Imprecò Roserade mentre entrava nell’ennesima stanza. Erano ore che esplorava quel labirinto, e non aveva trovato quasi nulla.
«Maledizione, guarda se quell’idiota di Umbreon doveva farsi sconfiggere dal piccolino. E adesso chi mi porta fino a un tesoro?» Per un po’ proseguì stanza per stanza, raccogliendo tutto ciò che vedeva, poi si fermò.
«Basta, sono esausta. Credo che uscirò con quel che ho trovato e aspetterò gli altri.» E detto ciò afferrò la Targhetta e scomparve.
 
Città Caverna dei Ladri, settore Est, 19/06/4783, circa le 23
Eelektross uscì dalla stanza e fissò i compagni. Plusle e Minun si reggevano in piedi a fatica, esausti.
“Non potremo restare ancora molto, e non me la sento di dormire qui dentro. Preferisco uscire ora. D’altronde grazie a Weavile abbiamo guadagnato un bel bottino.”
In effetti, la stanza in cui Weavile aveva raccolto il suo bottino era piena di tesori di ogni genere. I tre si erano limitati a far man bassa, portando via le cose più preziose. Poi avevano continuato l’esplorazione, in cerca di altri tesori, ma ormai anche Eelektross iniziava a sentirsi affaticato.
“Bene direi che è il momento.” Eelektross premette la targhetta ed i tre uscirono.
 
Città Caverna dei Ladri, Settore Sud, 19/06/4783, circa le 23
«E questo è tutto, in questa borsa non possiamo mettere nient’altro.» Disse Pangoro.
«Ne sei certo?» Rispose Houndoom.
«Assolutamente. Sono un perfezionista quando si tratta di portare via tutto quel che si può.»
«Non c’è male. Sono tutti pezzi preziosi. Possiamo sperare che gli altri abbiano portato il resto.»
«Ancora non riesco a credere che un ladro come me si sia fatto ingannare.»
«Non dirlo a me, un capitano dell’Organizzazione che si fa ingannare da due ragazzini. Lasciamo perdere. Forza, usciamo di qui.»
«D’accordo.»
Un attimo dopo, Houndoom premette la Targhetta e i due uscirono all’esterno.
 
Città Caverna dei Ladri, Esterno, 19/06/4783, circa le 24
Dopo aver consegnato i tesori a Scrafty, Eelektross chiese a Plusle e Minun di raggiungere gli altri al falò e si fece indicare l’infermeria.
Attraversò il campo velocemente ed arrivato all’ingresso si imbattè in Raichu che usciva dalla tenda. I due trasalirono, poi si riconobbero.
«Ah, Eelektross, sei tu. Allora, com’è andata?» Chiese Raichu.
«Abbiamo avuto uno scontro. Hai visto Luxray?»
«Sta dormendo. Era conciato male. Mi hanno detto che in un’altra tenda ci sono quelli dell’Organizzazione, ma non ho intenzione di cercarli.»
«Sì, e comunque non ho neanche la forza per farlo, sono esausto. Ma allora chi c’è in questa tenda?»
«Luxray, Surskit, Lamp, Draak ed Emolga, che è appena uscito dalla sala operatoria.»
«Che gli è successo?»
«Uno Skuntank aveva l’abilità Scoppio, e quando è crollato ha creato un’esplosione, e così Emolga è rimasto assordato. Gli hanno fatto un intervento ai timpani.»
«Un bel guaio.»
«Sì, ma quello che mi ha raccontato Surskit è anche peggio.» Raichu spiegò ad Eelektross quanto aveva saputo da Surskit e quel che era successo al suo gruppo, e quando ebbe finito tacque.
«Uhm, le cose sembrano essere più complicate del previsto. Questa terza generazione potrebbe essere un pericolo. Però c’è anche un'altra cosa che mi dà da pensare.»
«Che cosa?»
«Hai detto che Arbok ha affermato che il Locomothuder è il tassello mancante per il loro piano. Se è così, significa che dev’esserci dell’altro.»
«Già. Ma quel che siamo riusciti a capire è solo che sono interessati al Locomothunder.»
«Sì, ma non è una scoperta da sottovalutare.» In quel momento uno spruzzo d’acqua colpì Raichu alla spalla. I due si girarono nella direzione da cui era venuto il colpo, e videro due ombre sparire dietro la tenda.
Le seguirono, vedendole sempre sparire dietro la tenda successiva.
«Dev’essere una trappola.» Commentò Eelektross.
«Sì, ma non possiamo correre rischi. Se è un nemico dobbiamo sconfiggerlo ora.»
Arrivati quasi ai margini dell’accampamento, finalmente apparvero davanti a loro un Carvanha e uno Sharpedo.
«Salve. Vi ricordate di noi?»
«Siete quei due cacciatori di taglie di Laghia no? Che volete? Combattere?» Chiese Raichu, pronto a scattare.
«No, non oggi. Le taglie su di voi sono state ritirate. Ci ha mandato un amico per riferirvi un messaggio. Dice “Eelektross, aspetterò te e i tuoi compagni alla Città Sconosciuta, vicino alla Strada di Arceus. Vieni il prima possibile, devo parlarti.”»
«Chi me lo manda?»
«Ha detto “Ricordati del tuo vecchio amico di Normalia.” E nient’altro.»
“Non può essere” Pensò Eelektross.
«Bene, noi il nostro lavoro l’abbiamo fatto. Vieni Sharp, si torna a Laghia.»
Sharp annuì e i due si allontanarono.
«Aspetta! Come faccio a sapere che non è una trappola?» Chiese Eelektross, fissando Carv.
«Non lo so. Io ti ho solo riferito il suo messaggio.» E detto ciò Carv e Sharp si allontanarono, dirigendosi verso il Draak.
«Hai idea di quale amico stessero parlando?»
«C’è un pokémon che conosco da tempo e che potrebbe avermi mandato questo messaggio, ma se è lui, significa che deve avere informazioni davvero scottanti. Non ci vediamo da diciassette anni. Anche se forse…» Ed Eelektross prese a pensare tra sé, mentre insieme a Raichu si dirigeva verso il falò.
 
«… Ed è così che il nostro re sconfisse Rhypherior.» Concluse Faaffy, accompagnando il finale con un sonoro sbadiglio.
Si guardò intorno. A parte Shiftry, intento ad ascoltare con attenzione senza perdere una sillaba, gli altri erano tutti esausti. Mud stava praticamente dormendo con la faccia nel piatto, mentre Trush stava effettivamente dormendo, con la testa appoggiata al bordo del tavolo. Zorua, nonostante stesse cercando di mantenere un contegno, sembrava sul punto di seguire l’amico. Anche i due nuovi arrivati, Plusle e Minun, avevano svuotato un paio di piatti ed ora stavano barcollando dalla stanchezza.
«Ti ringrazio davvero ragazzo. Ora però credo che dovresti andare, hai l’aria di uno che crollerà a breve. E anche i tuoi amici.» Commentò Shiftry.
Flaaffy annuì, poi svegliò Trush e insieme agli altri seguì Zorua, il quale faceva da guida avendo chiesto dove fossero le loro tende. Sei occhi li fissarono mentre si allontanavano.
 
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Darken

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CAPITOLO 88: VITTORIA E SCONFITTA​
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Città Caverna dei ladri, 20/06/4783, circa le 08
Raichu sbadigliò, alzandosi dalla branda insieme ad Emolga, ripresosi durante la notte e giudicato da Krookodile “ben in forma” e Flaaffy, i due afferrarono le borse ed uscirono, in attesa del resto del gruppo. Nel frattempo, Raichu ripensò a quello che gli aveva detto Gengar la sera prima, quando lui ed Eelektross lo avevano incrociato mentre si dirigeva alla tenda.
«I re hanno deciso che il vincitore sarà dichiarato domattina. Chandelure mi ha detto di darvi alcuni avvisi. Prima di tutto, i re hanno deciso che i due gruppi non possono incontrarsi fino a domattina. Inoltre, se uno dei gruppi sarà attaccato, la vittoria andrà a loro. I tesori sono stati nascosti e saranno contati. E ultimo, attualmente tre dei capitani nemici sono in giro. Weavile è l’unico ancora a terra, ma per domattina saranno di nuovo tutti in piedi.»
«Quindi ci sta dicendo di fare attenzione, giusto?» Aveva chiesto Eelektross.
«Già. E un’ultima cosa. Se doveste perdere – cosa che non mi auguro – tenetevi pronti a fuggire.»
«Lo terremo a mente.» Avevano dichiarato i due.
E quella mattina erano effettivamente pronti a scappare. Le borse erano piene, e tutti erano pronti.
Il Gruppo si recò nella piazza centrale dell’accampamento. Dove la sera prima si trovava il falò, ora erano seduti sui loro troni i cinque re, con accanto i loro generali. Guardandosi intorno, Raichu riconobbe tra la folla i capitani dell’Organizzazione e i loro Tenenti, che li fissavano con sguardo truce. Mancavano i tre Fratelli Neri che erano usciti dalla caverna, ma probabilmente erano già tornati alla loro “base”.
I re si alzarono in piedi e Zoroark prese la parola «La sfida tra l’Organizzazione e l’Alleanza di Elettria si è conclusa. Ora Scrafty ci dirà chi sono i vincitori.»
Scrafty si mosse dalla folla e, dopo essersi inchinato ai re si rivolse alla folla «Ho passato la notte a valutare il valore di ogni tesoro rinvenuto dalle due parti. In molti casi si è trattato di un lavoro complesso, che ha richiesto tempo e un’estrema meticolosità. Ho rinvenuto diversi falsi trovati da ambo le parti, ma si trattava di opere di poco conto rispetto al totale. Tuttavia, giusto poco fa, ho terminato il conteggio dei tesori. Il primo, per il valore equivalente a circa 183 milioni e 300 mila obscuri, è stato rinvenuto dall’Organizzazione.»
«Obscuri?» chiese sussurrando Raichu a Eelektross.
«La valuta di cambio di Oscuria. In pratica determina il valore di un oggetto a Oscuria. Per raggiungere la quantità elencata da lui ci vorrebbero circa 50 mila Granpepite, abbastanza per comprare diverse decine di ville di gran lusso.»
«Sinceramente» riprese Scrafty «a questo punto ero convinto che l’Organizzazione avesse vinto. Ma mi sono ricreduto, perché l’Alleanza ha vinto con un tesoro dal valore di 200 milioni e 210 mila obscuri!»
L’ultima frase fu urlata, in modo che tutti potessero sapere chi era il vincitore.
«In tal caso,» disse Zoroark non appena il volume della folla calò «La Coalizione dei cinque si impegna a unirsi ai paesi che compongono l’Alleanza per combattere l’Organizzazione. Membri della Coalizione, siete d’accordo?»
Uno dopo l’altro, i quattro re si dichiararono favorevoli all’ingresso della Coalizione nell’Alleanza.
In quel momento, gli sguardi dei presenti si volsero verso il punto in cui si trovavano i capitani nemici. Ma i quattro non si trovavano più lì, come del resto i loro Tenenti.
«Guardie,» gridò subito la Regina «Voglio che troviate e catturiate tutti i membri dell’Organizzazione e li catturiate.»
«Sissignora!» Tuonarono tutti i soldati presenti, che subito si misero in cerca dei nemici.
Nel frattempo, il Gruppo si avvicinò ai re e si inchinò «Vi ringrazio di cuore per aver accettato di allearvi con i paesi dell’Alleanza.» Disse Raichu.
«Si tratta del nostro dovere.» Rispose Chandelure, lanciando di sottecchi un’occhiata ad Alakazam e Machamp.
«In ogni caso, io non cambierò il mio giudizio su quest’Alleanza.» Rispose Alakazam.
«E io nemmeno. Tuttavia, devo riconoscere il vostro valore e le vostre capacità. Forse in futuro cambierò idea.» Aggiunse Machamp, più accondiscendente.
«Suppongo che questo sia il massimo che otterremo da loro.» Sussurrò Eelektross. Raichu annuì.
«Quanto a me, sono ben felice di allearmi con voi.» Disse Drapion.
«Credo di doverla ringraziare, re Drapion. Merito suo se siamo riusciti ad allearci con la Coalizione.»
Drapion annuì.
«Bene, e adesso credo dovremo pensare ad organizzare un banchetto per celebrare come si deve l’Alleanza, prima di preparare le truppe per la partenza verso Elettria.» Disse la Regina.
«Col suo permesso vostra maestà, noi in realtà preferiremmo riposare per poi ripartire. Abbiamo ancora molta strada da fare.»
«Capisco. Avete il mio permesso di non partecipare al banchetto in tal caso.» Disse Zoroark annuendo «Tuttavia, rimane ancora una questione. Questa mattina mio figlio ha esposto il desiderio di partire con voi, così come Trubbish e il principe Lamp. Io gliel’avrei permesso ma…»
«Ma io ritengo che questo dimostrerebbe una parzialità nel gruppo verso i paesi di Oscuria, Spettria e Velenia.»
“Una parzialità motivata.” Pensò Raichu, ma badò bene dall’esprimere il proprio pensiero ad alta voce.
«Per tanto, ho deciso che anche io e Machamp dovremo far unire qualcuno dei nostri paesi al vostro Gruppo.»
«Mio signore, con il dovuto rispetto, il nostro Gruppo è composto da elementi che hanno dimostrato il proprio valore, non possiamo…» Iniziò Eelektross, ma fu interrotto da un gesto del re.
«Potete e lo farete. Avete accettato i figli di Zoroark e Chandelure, accetterete anche il mio.» Disse Alakazam in un tono che non lasciava spazio a repliche. Poi chiuse gli occhi per un momento. Un attimo dpo, accanto a lui apparve una piccola figura fluttuante. Un Abra stava dormendo alla grossa sospeso a mezz’aria.
«Abra! Abra!» gridò il re.
 Il principe sbadigliò ed aprì gli occhi. «C-che succede p-padre?»
«Come ti avevo preannunciato, ti unirai al gruppo che sta viaggiando attraverso Pokémos. Forza, presentati come si deve.» A Raichu non sfuggì lo sguardo gelido che il re lanciò al figlio.
Abra si girò e fissò i tredici «I-io sono il p-principe Abra, p-primogenito e p-prossimo nella linea di s-successione al trono.» I tredici non riuscirono a capire se balbettasse normalmente o se fosse spaventato, anche se a giudicare dal suo sguardo era più probabile la seconda.
“Ma perché ha deciso di affidarci suo figlio, che non sembra avere alcuna capacità combattiva? In questo viaggio potrebbe rimetterci la pelle.” Pensò Raichu.
“Questo è quello che spera credo.” Gli disse la voce di Gengar nella sua testa. “Vedi, Abra è considerato il fallimento della famiglia reale di Espia. Il secondogenito, Kadabra, è più forte, più intelligente e più abile nell’amministrare gli affari di stato. Credo che il re voglia dare un’ultima possibilità al figlio. Se riesce a completare il suo viaggio, vuol dire che è maturato. Se non ci riesce, libera il posto a un fratello più abile ed adatto a regnare. Il re ed Espia ci guadagnano in ogni caso.”
“Ma è una cosa mostruosa!”
“Ma temo non possiate rifiutare. Se lo farete, offenderete tremendamente il re”.
Raichu riflettè ed annuì. Non avevano altra scelta che portare con sé il principe e sperare che non morisse nel viaggio.
 

Darken

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CAPITOLO 89: DIMISSIONI, LETTERE E PRECAUZIONI​
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Città Caverna dei Ladri, esterno, 20/06/4783, circa le 08
Solo nell’infermeria con la sua borsa di fianco, Surskit si teneva pronto. Il medico la notte prima aveva detto che non si sentiva di lasciarlo andare finchè non fosse stato sicuro che i punti non erano infettati. Comunque Draak la notte prima, su richiesta di Eelektross, gli aveva portato la borsa e consigliato di tenersi pronto.
E adesso era lì ad aspettare, in attesa di sapere se sarebbe dovuto scappare. Quando sentì un suono dall’entrata della tenda si preparò. Ma a girare l’angolo non furono né i suoi compagni né qualcuno dei medici. Fu Roserade.
Surskit rimase paralizzato dal terrore, ma l’altra sorrise.
«Ciao piccolino.» Disse.
«Roserade.» Rispose questi freddamente «Che ci fai qui?»
«Sei scortese piccolino, neanche un ciao?»
«Ciao. Allora che vuoi? Sei venuta ad uccidermi?» Il tono di Surskit era calmo, ma in realtà era terrorizzato. Questa volta non c’era una Targhetta che l’avrebbe salvato all’ultimo secondo.
«No piccolino, stavo cercando uno dei Fratelli Neri per una storia che ci ha raccontato Weavile e sono entrata qui. E poi ucciderti ora non mi interessa, in fondo non sei una priorità e non sarebbe neanche divertente. E poi voglio vedere la faccia di Samurott quando gli dirò che non ha catturato o ucciso tutti gli abitanti di Water Port.» Disse Roserade, pronunciando l’ultima frase con una risatina.
«Già che ci sei digli che mi vendicherò quando me lo troverò davanti.»
Roserade ci riflettè un attimo, poi rise nuovamente «Ma sì, perché no? Sarà divertente. Ma ricordati una cosa piccolino» Il pokémon si avvicinò lentamente e guardò Surskit dritto negli occhi «La prossima volta che ci incontreremo, io ti ucciderò.» Surskit sbarrò gli occhi, ma Roserade non smise di sorridere.
«Oh, a proposito, avete vinto. Congratulazioni piccolino.» E detto ciò si girò ed uscì, lasciando Surskit nella sua brandina, terrorizzato.
 
Città Caverna dei Ladri, esterno, 20/06/4783, circa le 09
«D’accordo maestà, prenderemo suo figlio con noi.» Disse Eelektross chinando il capo.
«Ne sono felice. Ora Machamp, tu cos’hai deciso?»
«Sinceramente trovo questa cosa davvero noiosa. Fosse per me, vi lascierei andare così come siete, ma Re Alakazam si arrabbierebbe, e non ho sinceramente voglia di vederlo arrabbiato. Quindi ecco qui.» Machamp fece un cenno a Gallade, che gli porse una lettera, che a sua volta il re porse a Raichu.
«Quella è una lettera di convocazione. Se la farete leggere ad un pokémon di Arenia dovrà obbligatoriamente accompagnarvi nel vostro viaggio. Usatela come preferite.»
Raichu capì immediatamente. Machamp aveva deciso di dar loro qualcosa che rappresentasse Arenia senza scaricar loro addosso un peso.
«La ringrazio maestà.» Disse Raichu, mettendo il messaggio nella borsa.
«Bene, ora direi che potete andare. Mentre vi concedete un giusto riposo, faremo preparare tutto il necessario per la partenza vostra e del primo gruppo da inviare ad Elettria Se aveste messaggi da inviare loro, questo sarebbe il momento di consegnarceli.» Disse la regina.
Il gruppo si inchinò nuovamente, e Raichu porse alla Regina un documento diretto ai Generali Galvantula e Wash, che questa lesse e passò ad Absol. Poi si diressero alle tende, dove poterono riposare.
“Spero solo che ad Elettria sia tutto a posto.” Pensò Raichu prima di addormentarsi.
 
Electronvolt, base dell’S.T., 20/06/4783, circa le 12
«Allora Helioptile, ancora nessuna notizia da Raichu?» Chiese Galvantula.
«Nessuna signore.»
«Comincio a preoccuparmi. E se le cose fossero precipitate?» Si chiese Galvantula ad alta voce.
«Oh io non credo, quelli sanno il fatto loro.» Commentò Blastoise.
«Inoltre, credo che i tempi siano pressappoco corretti. Con la Coalizione dei Cinque probabilmente occorrono tempi più lunghi. Dobbiamo avere fiducia.» Aggiunse Aerodactyl. Era arrivato appena un paio di giorni prima, ma si era già dimostrato un vero esperto nell’organizzazione delle pattuglie volanti. Ormai gruppi di pokémon volanti controllavano il territorio di Elettria palmo a palmo in cerca di anomalie.
«Piuttosto, sono preoccupato per la calma dell’Organizzazione. Mi sembra sospetta, specialmente ora che l’Alleanza è un nemico concreto.» Disse Scizor, riportando l’attenzione di tutti sulla grande mappa di Elettria che occupava il largo tavolo della nuova stanza che era stata adibita a luogo di raduno per i Generali, dato che con l’arrivo di Aerodactyl quest’ultima si era fatta fin troppo sovraffollata. Di conseguenza avevano fatto costruire a tempo di record una sala delle riunioni nuova abbastanza grande per ospitare anche coloro che sarebbero arrivati in futuro.
«Già, preoccupa anche me. Credevo che a questo punto avrebbero perlomeno iniziato ad attaccare i rifornimenti, invece ancora calma piatta.» Annuì Azumarill.
«Non mi piace per niente.» Commentò Forretress «Significa che o non ci considerano una minaccia o stanno preparando qualcosa di grosso. Ed in entrambi i casi non vuol dire niente di buono.»
 
Da qualche parte ad Elettria, 20/06/4783, circa le 15
Carraco, Samurott e Pidgeot erano in attesa, davanti alla porta del Consiglio della Notte. Tutti e tre erano stati convocati non appena erano arrivati insieme alle rispettive truppe.
“Che razza di ingiustizia.” Pensò Pidgeot “Non hanno convocato né Dragonite, né Shedinja, né il terzo capitano di Laghia, S-qualcosa.”
«Pidgeot, entra.»
Pidgeot rabbrividì, ma entrò nella stanza.
«Siediti.» Disse il Primo Generale.
Pidgeot obbidì, ignorando la scomodità che un pokémon come lui provava sedendosi.
«Bene. Ora, parliamo del motivo per cui sei stato convocato.» Disse Salamence, squadrandolo. «Siamo molto delusi da te. Ti sei dimostrato un bravo gestore degli affari di Aeria, dato che hai saputo risolvere molti problemi in questi, quanti sono, sedici anni? Ma i tuoi piani mostrano sempre problemi e le tue capacità combattive sono tra le più scarse tra i capitani. Hai qualcosa da dire a riguardo?»
Pidgeot non sapeva che dire, quindi rimase in silenzio.
«Lo supponevo, seppur me ne rammarichi. Bene, vogliamo offrirti un’ultima possibilità. Prendi questa.» Proseguì il Generale, porgendogli una pietra che il Pokémon riconobbe subito.
«Da questo momento sei il progetto M-73. Spero ti sia chiaro che questo implica che un nuovo fallimento non sarà tollerato.» Disse il Terzo Generale.
Pidgeot annuì.
«Bene. E ora esci e chiama Carraco e Samurott.»
Pidgeot annuì di nuovo ed uscì.
 

Darken

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CAPITOLO 90: RIUNIONI TRA GENERALI E DISCORSI TRA FRATELLI​
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Da qualche parte ad Elettria, 20/06/4783, circa le 15

Pidgeot uscì ed indicò a Carraco e Samurott la porta, senza parlare. I due annuirono ed entrarono, per poi inchinarsi.
«Carraco, Samurott, è un piacere vedervi.» Commentò il Terzo Generale.
«Signore.» Dissero i due.
«Bene. In tal caso direi di cominciare. Allora, voi siete gli ultimi Capitani, insieme a Dragonite, a non aver subito modifiche di alcun tipo. E non posso che compiacermi che siate stati in grado di gestire la sezione di Laghia. Fa sempre piacere quando i membri della propria giurisdizione…»
«Taglia corto, per favore. Non abbiamo tutto il giorno.» Commentò Salamence, acido.
«Va bene, va bene. Comunque, abbiamo parlato a lungo, e abbiamo deciso che, dato che i tempi sono maturi, è giunto il momento di entrare in azione contro l’alleanza. E abbiamo deciso che sarete voi due a coordinare le squadre.»
Entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Carraco parlò «Signore, questo è un grande onore. E tuttavia, mi chiedo perché proprio noi. Dragonite di Aeria, o S-56, il terzo capitano, sarebbero…»
«Sì, io e altri» e lanciò uno sguardo di sfuggita a Salamence «Abbiamo discusso a lungo proprio riguardo a questo. Vedete, ovviamente ognuno di noi considera i capitani sotto la propria giurisdizione i migliori. Ma la maggior parte di noi è convinta che aver dimostrato di essere riusciti a reggere Laghia nonostante voi non abbiate subito modifiche. Anche Dragonite conta su Charizard, che possiede una Megapietra. Voi invece avete fatto uso delle megapietre che vi abbiamo fornito solo due volte, ed entrambe di recente. Avete portato un Generale dalla nostra parte.»
«Non siamo gli unici.» Disse Samurott.
«Ma siete stati i primi. Carraco, Samurott, capisco i vostri dubbi. Io stesso 1400 anni fa…»
«In ogni caso» Disse il Quarto Generale interrompendo il Terzo «Abbiamo considerato a lungo le varie possibilità che avevamo, e vi consideriamo la scelta migliore.»
«Ne sono onorato signore.» Disse Carraco inchinandosi.
«Anche io.» Aggiunse Samurott seguendo l’esempio dell’altro.
«In tal caso, stasera faremo l’annuncio ufficiale alle truppe. Dovrebbe anche arrivare l’avviso dalla Coalizione dei Cinque che avrà indubbiamente deciso di allearsi con noi.» Commentò il Sedicesimo Generale
In quel momento, mentre Carraco e Samurott si preparavano ad uscire, qualcuno bussò alla porta.
«Signori, sono spiacente di disturbarvi, ma è arrivata una comunicazione urgente da Oscuria.»
«Che vi dicevo? Samurott, Carraco, mentre uscite ditegli di entrare.»
I due eseguirono l’ordine e si allontanarono, piuttosto su di giri.
Ad entrare fu Joltik, che reggeva una pila di fogli.
«Parla pure ragazzo.» Disse l’Ottavo Generale.
«Dunque, questo messaggio è stato inviato dalle spie di Oscuria e viene dal Capitano in Comando del paese, Weavile. Ma…»
«Ebbene? Non tenerci sulle spine ragazzo.»
«Ma signore…»
«Niente ma, leggi.»
«Sissignore. Ecco il messaggio. “Come riportato nel messaggio precedente, abbiamo provveduto a sottoporci alla prova voluta dalla Coalizione. Il risultato è stato un fallimento. Io ed Arbok siamo stati sconfitti, come tutti i Tenenti di Velenia ed Oscuria, seppur portando in superficie diversi tesori. Houndoom è stato ingannato e non ha potuto combattere, seppur in seguito abbia portato in superficie una buona quantità di preziosi. Roserade ha sconfitto i suoi avversari, ma non è riuscita a trovare quasi nessun tesoro. La Coalizione ha accettato di unirsi all’Alleanza, ed ora si prepara a raggiungere il resto dei nemici. Il Gruppo non ha subito perdite, solo due feriti di cui uno era già di nuovo in perfetta salute quando siamo stati costretti a fuggire. Attendiamo istruzioni. Weavile, Capitano in Comando di Oscuria.”»
Quando Joltik rialzò lo sguardo dal foglio, non gli sfuggì che l’atmosfera si era fatta più pesante.
«Sconfitti? Che vuol dire sconfitti?» Disse il Sedicesimo Generale, shockato.
«Significa che hanno perso, caro il mio “avrà indubbiamente deciso di unirsi a noi”.» Commentò il Settimo Generale. «Lo sapevo, avrebbero dovuto partecipare anche i miei.»
«Ed i miei.» Aggiunse l’Undicesimo.
«Non potevamo rischiare che scoprissero l’identità dei Capitani. Inoltre non è colpa loro se quegli otto sono ai ferri corti tra di loro.» Commentò il Tredicesimo Generale.
«Tu fai silenzio, i tuoi si sono fatti sconfiggere in un’imboscata preparata da loro stessi.» Disse il Sedicesimo.
«Silenzio!» Tuonò in quel momento il Primo Generale «Non mi interessa chi ha perso come. Prenderemo provvedimenti quando arriveranno qui. Voglio che ordiniate il rientro di tutte le truppe dalla Coalizione, incluse Espia ed Arenia.»
«Perché?» Chiesero all’unisono il Settimo e l’Undicesimo «Il Gruppo dovrà passare di lì.»
«Ma la Coalizione inizierà a dare la caccia ai membri dell’Organizzazione. Non voglio rischiare che catturino qualche Capitano, Tenente o non so chi che si faccia estorcere informazioni. Inoltre, prima riuniamo le truppe qui prima possiamo iniziare l’offensiva. L’unica cosa che mi frena dal richiamare tutti i membri di Pokémos è che non voglio perdere la possibilità di ottenere il Locomothunder. Ad Espia ed Arenia saranno al sicuro, ma potremo catturarli successivamente.»
I Generali annuirono.
«Bene, darò subito ordine di far rientrare i Capitani. Joltik, ordina di tenere sgombre le vie di Teletrasporto ed ordina alla squadra di espansione di iniziare i lavori.»
Joltik si mise sull’attenti ed uscì.
 
Città Caverna dei Ladri, 20/06/4783, circa le 16
Raichu si alzò, si preparò ed uscì dalla tenda, dove il resto del gruppo era già in piedi. Abra stava parlando con Zorua, mentre Surskit stava discutendo con Draak riguardo l’ultima lotta.
Eelektross era poco lontano, intento a parlare con Tri.
«Raichu, ben svegliato. Credo di aver scoperto qualcosa riguardo a Tri.» Disse il Pokémon quando lo vide «Potrebbe effettivamente essere tuo fratello.»
«Il mio uovo è stato trovato da quello che considero mio padre a nord est, mentre lavorava. Non credevo fosse importante, pensavo di essere stato abbandonato, ma…»
«Ma il fatto che sia stato trovato tredici anni fa mi porta a credere che sia un sopravvissuto del Pika Village, seppur non possa dire che sia tuo fratello.»
Raichu non sapeva che dire. Aveva sempre sperato che qualcuno della sua famiglia fosse sopravvissuto, ma non poteva credere di averlo reincontrato in quel modo. E ancora non era certo che lo fosse davvero.
«Raichu» disse Eelektross «Io non possi dire che Tri è tuo fratello, posso solo dirti che potrebbe esserlo. Se vuoi credere che lo sia sei libero di farlo, ma io non voglio convincerti di questo.»
Raichu annuì, poi si avvicinò a Tri e lo abbracciò «Se sei davvero mio fratello sono felice di averti ritrovato. Se non lo sei, sappi che mi piacerebbe che lo fossi.» Disse con le lacrime agli occhi.
«Bene» commentò Eelektross, a voce alta in modo da farsi sentire da tutti i presenti «Ora che la stucchevole riunione è finita, direi che possiamo pensare alla prossima meta.»
«E sarebbe?» Chiese Raichu.

«La città Sconosciuta.» Disse Eelektross.
 

Darken

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CAPITOLO 91: PARTENZA VERSO LA CITTÀ SCONOSCIUTA​
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Città Caverna dei Ladri, esterno, 20/06/4783, circa le 16«Bene, queste sono le scorte per il viaggio.» Disse Gengar «Ora, se dovete andare alla Città Sconosciuta, dovete seguire la Strada di Arceus. In due ore sarete al confine con Espia, e da lì dopo un’ora a ovest vedrete una città. Quella è la Città Sconosciuta.»
«Ti ringrazio. Come farete a trasferire l’esercito ad Elettria?» Chiese Eelektross.
«Invieremo una squadra che costruisca alcuni punti di teletrasporto, e così trasferiremo in blocco il resto delle truppe.»
«Bene. Allora noi partiamo.»
«Buona fortuna.» Disse Gengar, per poi allontanarsi.
«Bene,» disse Eelektross al Gruppo «in tre ore saremo alla Città Sconosciuta.»
«D’accordo.» Disse Raichu.
Gli altri annuirono e il Gruppo partì. Abra si guardò alle spalle un’ultima volta poi inziò a muoversi.
“Tornerò padre.”
 
Città Caverna dei Ladri, esterno, 20/06/4783, circa le 16
Nella sua tenda, Alakazam stava bevendo un Succo di Bacca, riflettendo sulla giornata.
«Padre.» Alakazam si girò e vide Kadabra all’ingresso insieme a Gallade.
«Ah, Kadabra, figlio mio. Come stai?»
«Molto bene padre. Volevo dirti che c’è stato un altro decesso.»
«Di nuovo, eh? Sei sicuro che nessuna guardia si sia fatta, come dire, prendere la mano?»
«Assolutamente padre. Le guardie hanno l’ordine di muoversi a coppie che cambiano ogni giorno, e per ulteriore sicurezza io stesso controllo ogni giorno casualmente che non si muovano in modo strano.»
«Questo non cambia il fatto che negli ultimi tre anni nelle prigioni del palazzo i detenuti continuano a morire senza apparente motivo.»
«Me ne occuperò padre, riuscirò a risolvere il problema.»
«Mi fido figliolo, mi fido. Allora, mi dicono che i tuoi studi proseguono molto bene.»
«Sì, ma mio fratello maggiore Abra continua a superarmi in quello.»
«Figliolo, sai che Abra è troppo insicuro. Inoltre continua a non volersi evolvere.»
«Lo so padre, ma vedrai che migliorerà.»
«Lo spero, visto che l’ho mandato con il Gruppo.»
Per un momento gli occhi di Kadabra brillarono in modo sinistro, ma Alakazam non se ne accorse «Mi sembra un’idea eccellente padre.»
«Mi fa piacere. Ora, scusami, ma credo di dover andare.» Disse Alakazam, mentre Gallade entrava e gli faceva cenno di seguirlo.
Quando fu certo che il padre si fosse allontanato, Kadabra scoppiò a ridere “Finalmente! Ora che Abra è fuori dai piedi, mio padre è l’ultimo ostacolo.”
 
Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 17
«Bene, questo è il posto.» Disse Zangoose guardandosi intorno.
La città era molto grande, case di pietra che evidentemente erano abbandonate da secoli, come testimoniavano le ragnatele sulle finestre.
«Direi che mi conviene appostarmi, caso mai non arrivasse solo Eelektross.» E detto ciò si infilò in una casa.
 
Da qualche parte ad Oscuria, 20/06/4783, circa le 18
«Dov’è finito Houndoom?» Chiese Roserade, guardandosi intorno nella base.
«Ha detto che voleva dare una lezione al Gruppo ed è partito con la sua squadra di ricerca.» Rispose Weavile.
«Cosa?! Ma volevo andarci anch’io! Il piccolino è la mia preda!»
«Non fare i capricci Roserade, tanto non ce la farà mai da solo.» Commentò Arbok, seduto su una sedia.
«Già, quelli sono forti. Se ci tiene a fare una figuraccia che faccia pure.» Aggiunse Weavile, bevendo un sorso d’Acqua Fresca.
«Va bene.» Disse Roserade, poco convinta «Hai mandato i risultati vero?»
«Sì, sì, l’ho fatto, vedrai che la risposta arriverà presto.»
I tre rimasero un po’ a parlare, poi qualcuno bussò alla porta.
«Signore, sono Sableye.»
«Entra, entra, cosa c’è?»
Sableye entrò nella stanza e porse un messaggio a Weavile, che lo lesse.
«Allora “I Generali hanno deliberato che tutti i capitani dei paesi membri della Coalizione dei Cinque, insieme alle truppe, rientreranno alla base centrale, per essere giudicati e contemporaneamente per rafforzare l’esercito.”»
«La parte del “per essere giudicati non mi piace affatto”.» Disse Arbok.
«Non sapremo niente finchè non andremo. Comunque, vuol dire che ci riuniremo con Arenia, Espia e Spettria, oltre che Laghia, Alvearia ed Aeria.» Rispose Weavile.
«A proposito di Aeria, l’hai catturato quel capitano traditore?»
«Non me ne parlare. Oh, Roserade, lo sai vero cosa significa vedere i capitani di Arenia vero?»
«Oh, maledizione, non farmici pensare. Se penso che rivedrò l’essere più odioso sulla faccia di Pokémos mi vengono i brividi.»
«Ah, che vuoi farci? Prendila sul ridere.» Disse Arbok.
«Che vuoi farci?! Hai idea di cosa significa essere rimasta in sua compagnia per tutto quel tempo?! Questi diciassette anni in cui non l’ho visto sono stati i migliori.»
«Va bene, va bene, non mi interessa. Comunque neanch’io voglio rivedere il Capitano in Comando di Espia.» Disse Arbok.
«E io l’altro Capitano. Chissà se Houndoom detesta l’altro Capitano di Arenia. Così non ci faremmo mancare nulla.»
«Già.» Ridacchio Roserade. «Va bene. Quando arrivano i capitani di Arenia avvisatemi, così magari riesco ad evitare quel viscido essere.»
Roserade uscì dalla stanza, lasciando soli Arbok e Weavile.
«Glielo facciamo incontrare, vero?»
«Certamente.»
E i due si guardarono e scoppiarono a ridere.
 

Darken

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CAPITOLO 92: L'INVESTIGATORE DELL'IGNOTO​
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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 19

Per diverse ore, il Gruppo aveva continuato ad avanzare verso Espia. Superato il confine, avevano proceduto fino a vedere la Città Sconosciuta e si erano diretti in quella direzione.
Alla fine, se l’erano trovata davanti. Grandi case in pietra, con aperture rettangolari al posto delle finestre e le poche porte ancora intere che sbattevano.
«Bene, e adesso?» Chiese Raichu.
«Semplice, entriamo in città e vediamo che succede.» Disse Eelektross «Tenetevi pronti.»
Il gruppo attraversò la grande strada deserta, arrivando nella piazza centrale, poi si guardò intorno. La fontana al centro, asciutta probabilmente da secoli, era decorata da strane incisioni.
«Che cosa sono?» Chiese Emolga.
«Ad occhio direi che è una qualche lingua antica. Comunque, non siamo qui per questo. Allora!» Iniziò a gridare Eelektross «Vieni fuori! Siamo qui!»
In quel momento una porta alle loro spalle si aprì cigolando. Il Gruppo si girò e fissò il pokémon che ne usciva.
Zangoose sorrise «Eelektross. Sono anni che non ci vediamo!»
«Zangoose! Allora eri tu in fondo. Certo che “un vecchio amico di Normalia” poteva essere chiunque, non ti pare.» Rispose l’altro, sorridendo allo stesso modo.
«Ah, sapevo che avresti pensato a me. Mi dispiace solo di non essermi fatto sentire in questi anni.»
«Non preoccuparti, mi hanno detto che stavi facendo una grossa investigazione.»
«Chi te l’ha detto?»
«Una bella Lopunny di Normalia che aspetta con ansia il ritorno del suo fidanzato.» Disse ridacchiando Eelektross, e Zangoose avvampò.
«C-comunque non siamo qui per parlare di questo. Ti ho chiamato perché mi serve il tuo aiuto.» Rispose, riprendendo dopo un attimo il proprio autocontrollo.
«Già, lo supponevo, Investigatore dell’Ignoto. Come hai fatto a trovarmi?»
«Non è stato difficile, sapevo a chi rivolgermi.»
«Immagino. Comunque avanti, di cosa volevi parlarmi.»
«Preferirei parlarne in privato.» Disse Zangoose indicando il Gruppo, che per tutto il tempo era rimasto a fissare i due.
«Tranquillo, sono tutti compagni fidati. A parte qualcuno che non conosco.» disse lanciando uno sguardo ad Abra.
«Lo supponevo, ma sappi che forse dirò cose che non vuoi che sappiano. So che combattete contro l’Organizzazione, ma probabilmente dovrò parlare di alcuni fatti che ti riguardano.»
«Parla pure. Credo di capire cosa intendi.»
«D’accordo. In tal caso ci converrà metterci comodi, dato che ci vorrà un po’.» Disse sedendosi. Gli altri lo imitarono.
«Bene. Prima di tutto, mi presento. Mi chiamo Zangoose, e sono un investigatore.»
«Io ti ho già sentito nominare, sei l’Investigatore dell’Ignoto, quello che si dice che da solo abbia scoperto e sconfitto il capo di una ventina di pericolose bande criminali.» Disse Raichu, ammirato.
«Ventisei per la precisione. Ma non da solo. Eelektross, e Stunfisk prima di lui, mi hanno aiutato.»
«Ma scusa, quanti anni hai? Non puoi essere più vecchio di Eelektross.» Disse Luxray, fissandolo.
«E non lo sono, ho cinque anni in meno.»
«Ma…» Iniziò Emolga, ma fu interrotto da Eelektross.
«Non è il momento per queste cose. Allora, Zangoose, cosa ti serve?»
Zangoose sbuffò. «Bene, ve lo dirò. Questa è una storia che inizia cinquant’anni fa. Ho scoperto l’inizio solo tre anni fa, quando dopo essere fuggito dall’Organizzazione ho trovato un Custode dei Loro che conoscesse l’intera storia.»
«Cinquant’anni fa i Loro si riunirono, come è loro abitudine fare ogni cent’anni, per discutere riguardo a eventuali problemi a Pokémos. Un geniale inventore di cui non conosco l’identità cercò di catturarli per poterne prendere il controllo. Usando l’energia di Megapietre rubate a vari paesi, tra cui Elettria, ed una macchina di sua costruzione, riuscì a rinchiuderli per sei mesi. Poi qualcosa non funzionò, e i Loro si liberarono. Molti attacchi colpirono quel Pokémon, che scomparve. Convinti di averlo completamente distrutto, i Loro se ne dimenticarono. Solo uno di loro ne parlò con il suo Custode, che a sua volta me ne ha parlato. Poi, diciassette anni fa, l’Isola Fantasma, dove Arceus avrebbe rinchiuso più di mille anni fa alcune migliaia di Pokémon, che urlavano in cerca di un modo per uscire, bloccati fuori dal tempo e dallo spazio, rimase muta. Credo, ma è solo un’ipotesi, che in qualche modo quell’esercito sia stato liberato da qualcuno. Per farla breve, credo che il Pokémon fosse stato sbalzato fuori dallo spazio-tempo, fosse finito sull’Isola Fantasma per qualche motivo che ignoro, e infine fosse fuggito portando con se gli altri pokémon.»
«E arriviamo a me. Sedici anni fa, poco dopo l’incidente di Eelektross, ritornai a Normalia, la mia casa. In quel periodo, improvvisamente, le bande criminali si calmarono. Insospettito dall’improvvisa cessazione delle attività da parte di tutte queste bande, mi misi ad investigare. Alla fine, scoprì che da circa un’anno un grosso gruppo stava reclutando i criminali di Normalia e anche di altri paesi. Si facevano chiamare Organizzazione. Insospettito, mi infiltrai con successo in questo gruppo, e scoprì che possedevano basi in molti altri paesi. In breve, grazie alla mia forza, riuscì a farmi inviare alla sede centrale, ad Elettria.»
«Allora il Generale aveva ragione! La loro base centrale è davvero lì!» Disse Emolga.
«Purtroppo, non sono riuscito a scoprire dove si trovi. Sottoterra, di conseguenza potrebbe essere ovunque, anche se credo sia situata sui Monti Tonanti. In ogni caso, riuscì ad infiltrarmi, ed iniziai ad indagare sui reali progetti dell’Organizzazione. Nel momento in cui entrai nell’Organizzazione, come ho detto venni a sapere del Grande Progetto, ossia cattuare i Loro, trovare un modo per controllarli ed usarli per conquistare Pokémos. Scoprì anche del Progetto S e in seguito del Progetto M, ma suppongo che li conosciate già.»
«Ma perché a quel punto non hai avvisato tutti gli abitanti del paese?» Chiese Emolga.
«Perché non potevo giocarmi l’unica possibilità di scoprire il loro vero piano.»
«Ma è chiaro che il loro vero piano è conquistare Pokémos!» Sbottarono Plusle e Minun.
«Oh, lo credevo anch’io, ma per fortuna decisi di non fidarmi delle apparenze e di scavare più a fondo. Scoprì che il Progetto S mira a creare un Pokémon perfetto. In pratica, un Pokémon superiore ad ogni altro, che abbia la forza e le capacità di tutti gli altri Pokémon esistenti. Il Progetto M, invece, è iniziato quattordici anni fa e in pratica serve per creare Megapietre artificiali. Con un metodo che non conosco, pietre normali vengono tramutate in Megapietre, anche se mi pare che due su quattro abbiano dei problemi.»
«Poi, 13 anni fa, ebbe inizio quella che avrebbe dovuto essere la fase finale del Progetto S. Una truppa, tra cui ero presente anch’io, fu mandata in un villaggio per catturarne gli abitanti e ci ruiscì, nonostante io avessi fatto di tutto, di nascosto, per impedire loro di catturarli. Tutto ciò che fui in grado di salvare però fu un uovo, che riuscì a far sparire nelle pianure a nord. Mi sono sempre sentito in colpa al pensiero di non essere riuscito a salvare quei Pokémon. Ma almeno l’Organizzazione non riuscì ad impossessarsi di ciò che cercava.»
«Aspetta, ma quel villaggio era il Pika Village, vero? Cosa cercavano?» Disse Raichu. Emolga vide che sudava e capì. Era a un passo dal sapere cosa avesse causato la distruzione del suo villaggio.
«Pika Village, già, si chiamava così. E quello che cercavano era…»

«Cercavamo il Locomothuder ed il suo vero potenziale.» Disse una voce alle loro spalle.
 

Darken

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CAPITOLO 93: IL VERO POTENZIALE DEL LOCOMOTHUNDER​

Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 20
Il Gruppo si girò verso la voce, trovandosi davanti Houndoom.
«Tu. Che ci fai qui?» Disse Raichu.
«Che domande, vi sconfiggerò e catturerò. Consegnadovi, mi farò perdonare il fallimento della Città Caverna.» Rispose Houndoom.
«Oh, già, intendi come Zorua, Trubbish e Mud ti hanno ingannato?» Chiese Eelektross. «Comunque cosa credi di poter fare da solo?»
«Da solo? Cosa ti fa credere che io sia solo?» E lanciò un ululato, a cui risposero decine di versi simili. Da tutti i lati spuntarono decine di Houndour. Due pokémon, un Krokorok e un Bisharp, si piazzarono di fianco ad Houndoom.
“Trenta… Quaranta… Cinquanta… Maledizione, quanti sono?” Si chiese Eelektross.
«Inoltre, vi devo ringraziare. Grazie a voi ho scoperto che nell’Organizzazione c’era un infiltrato. Ora potrò catturarlo e risolvere la fuga di informazioni.» Disse Houndoom indicando Zangoose.
«Provaci.» Rispose Zangoose.
«Lo farò. Prendeteli.» A quella parola, gli Houndour si scagliarono su di loro.
«Dannazione! Trush, Zorua, Lamp, Tri, prendete quelli sul lato destro. Draak, Mud, Surskit, Emolga, voi quelli a sinistra. Flaaffy, Plusle, Minun, Luxray voi proteggeteci le spalle. Noi altri invece cercheremo di aprirci la strada fino al Capitano!» Tuonò Eelektross.
«E io?» Chiese Abra, gridando sopra al frastuono, mentre gli altri si affrettavano a seguire le istruzioni di Eelektross ed arrestare l’ondata di avversari.
«Tu cerca di dare man forte agli altri, senza esporti troppo.»
«M-Ma…» Iniziò Abra, ma fu interrotto da Eelektross.
«Niente ma! Non c’è tempo, e non voglio vederti morire alla tua prima battaglia. Resta nelle retrovie, aiuta da dietro come puoi, cerca di curare gli altri dando loro delle bacche ma maledizione non morire!»
Abra annuì e si girò verso gli altri, che avevano già iniziato a combattere.
Poi iniziarono a combattere. Gli Houndour sembravano un’onda inarrestabile. Ogni volta che uno crollava, ne arrivava un altro.
Abra si dimostrò piuttosto efficace come aiuto. Teletrasportandosi con le Bacche alla mano da un lato all’altro dello schieramento, riuscì a curare diverse volte quelli che rischiavano di crollare.
Surskit fu il primo a cedere. Mentre scagliava un Bollaraggio, fu colpito da una Finta al fianco e da un Morso, crollando a terra. Per fortuna, Abra riuscì a teletrasportarlo in salvo, grazie all’aiuto di Tri che colpì l’Houndour.
Poco dopo, Plusle fu colpito da due Finte consecutive, poi da diversi Sgranocchi. Sconfisse il suo avversario, ma subito dopo crollò a terra. Diversi Rogodenti sconfissero Minun, che si era lanciato verso di lui. I due furono salvati dall’intervento di Luxray e Flaaffy, per poi essere portati al riparo da Abra all’interno dello schieramento.
«Raichu, da quel che ho capito se tu che possiedi il Locomothunder.» Disse Zangoose, avvicinandosi al pokémon.
«Sì, esatto.»
«Allora non capisco, perché non usi il tuo potere per sconfiggere gli Houndour?» Chiese Zangoose, schivando un attacco e sconfiggendo il proprio avversario.
«Il Locomothunder? Non posso usarlo ora, e non sarebbe neanche così utile.» Rispose Raichu, colpendo con un Codacciaio un Houndour e mandandolo al tappeto.
«Come non sarebbe così utile?! Che mosse conosci scusa?»
«Tuono, Locomovolt, Scarica e Codacciaio.»
«Allora usa un TuonoScarica, o uno ScaricaCodacciaio, fai qualcosa con Scarica!» Disse Zangoose, schivando
«Ma di che diavolo stai parlando?» Chiese Raichu.
Per un momento, Zangoose lo fissò, poi capì «Aspetta, tu non conosci il vero potenziale del Locomothunder, o sbaglio?»
«Quale vero potenziale?» Chiesero sia Raichu che Eelektross, che dopo aver sconfitto un altro avversario con Assorbipugno si era trovato abbastanza vicino ai due da sentire.
«Il vero potenziale del Locomothunder, il motivo per cui l’Organizzazione lo vuole! Dannazione, credevi che lo volessero solo per la capacità di annullare l’immunità dei pokémon Terra all’Elettro? Eelektross, credevo che almeno tu lo sapessi.»
«Avevo dei dubbi da quando Tri ha usato quella che credevo fosse una sua versione del Locomothunder. Dato che Tri non conosce Tuono, non poteva esserlo. Avanti Zangoose, quale sarebbe il vero potenziale di cui parli?»
«Il Locomothunder fu effettivamente ideato come unione di quelle due mosse. Tuttavia, il progetto si concluse in un fallimento.»
«Sì, questo lo sapevo.» Disse Eelektross, colpendo un Houndour come se non avesse avuto la minima importanza.
«Però il capo dell’Organizzazione, dopo il suo ritorno, riuscì a procurarsi i dati dell’esperimento, e scoprì che gli scienziati si erano imbattuti in un vero e proprio tesoro. Infatti il Locomothunder non permette all’utilizzatore solo di unire tra loro Locomovolt e Tuono, ma anche qualsiasi altra mossa egli conosca.»
«Impossibile, io non posso farlo.» Disse Raichu, schivando uno Sgranocchio e colpendo l’avversario con un Tuono.
«Certo che puoi, solo che non sai come fare! Dimmi, come hai imparato a usare il Locomothunder?»
Raichu riflettè. Semplicemente un giorno, quando era molto piccolo, mentre giocava con gli amici, aveva sentito un’energia enorme in corpo e il Locomothunder si era attivato.
«Non lo so. Si è manifestato da solo quando ero piccolo.»
«Capisco. Dimmi, erano le uniche due mosse che conoscevi?»
«Sì.»
«Allora si spiega tutto. Il Locomothunder si è manifestato in quella forma perché tu sei nato con Tuono e Locomovolt. Poi suppongo i tuoi genitori abbiano fatto delle ricerche e ti abbiano parlato del Locomothunder, dico bene?» Chiese Zangoose.
Raichu annui.
«Ho capito. A quel punto» continuò Eelektross, «hai creduto che il tuo potere si risolvesse nell’unire quei due attacchi, e non hai mai pensato di poter provare a unire tra loro attacchi diversi. Oppure, ancor più semplicemente, convinto che il Locomothunder fosse una sorta di nuova mossa, non ti è neanche venuto in mente che in realtà consistesse nel potere di unire tra loro mosse diverse.»
Raichu annuì. In effetti, era sempre stato convinto che il Locomothunder fosse solo una variante di Locomovolt e Tuono.
«Allora dobbiamo ragionare in un altro modo. Ascolta, ormai sono rimasti pochi Houndour tra noi e loro. Io ed Eelektross cercheremo di aprirti un varco e tu colpirai il Capitano.»
«D’accordo.» Disse Raichu, caricando il Locomthunder mentre Zangoose ed Eelektross liberavano la strada verso Houndoom.
«Oh, vuoi giocare? Bene. Vediamo che sai fare.» Disse Houndoom. Mentre l’ultimo Houndour crollava a terra, Houndoom cambiò aspetto. Un attimo dopo, un MegaHoundoom si ergeva al suo posto. «Vediamo se qualcuno che non sa usare il proprio potere può sconfiggermi!» Tuonò.
Nella concitazione della battaglia, nessuno si accorse che questa aveva diversi spettatori.
 

Darken

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CAPITOLO 94: I GUARDIANI E I PIANI DELL'ORGANIZZAZIONE​
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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 20
Zangoose ed Eelektross schivarono i Rogodenti dell’ultimo Houndour che si frapponeva tra Raichu ed Houndoom.
«Adesso, Raichu!» Gridò Eelektross, e Raichu si scagliò in avanti, il corpo carico grazie al Locomothunder, e si diresse dritto verso il MegaHoundoom. In quel momento però Bisharp e Krokorok si lanciarono in mezzo.
«Non crederai che ti faremo passare così!» Disse Krokorok, preparando un Pietrataglio.
«Esatto.» Disse Bisharp, con un Raggiro pronto.
«Non crederete che lasceremo che vi mettiate in mezzo!» Dissero Eelektross e Zangoose colpendo i due con una Forbice X ed un Assorbipugno, costringendoli a spostarsi e permettendo a Raichu di passare.
Il pokémon si scagliò contro Houndoom, il quale scagliò una Marchiatura dritta verso Raichu.
Questi non si fermò, ma superò le fiamme che lo investirono, seppur rallentato, e colpì Houndoom sulle grandi placche ossee al petto, che si incrinarono. L’elettricità si scaricò su Houndoom, che arretrò.
Per un attimo sembrò che il pokémon sarebbe crollato. Le ginocchia si piegarono e lo sguardo divenne vacuo. Poi inaspettatamente Houndoom piantò gli artigli nel terreno e si risollevò, con alcune piccole scosse elettriche che ancora gli percorrevano il corpo.
«Sì, era potente, ma dimostra che non sai come usarlo. Conosco pokémon molto più forti.»
Raichu era schoccato. Era la prima volta che qualcuno resisteva al Locomothunder.
“Come ha fatto?” Si chiese, fissando Houndoom.
“Dannazione, per fortuna ha colpito le placche. Se mi avesse colpito in un punto scoperto sarei stramazzato subito. Se fosse in grado di usare il vero potenziale del Locomothunder come si deve sarebbe in grado di sconfiggere avversari di livello anche superiore al mio.” Riflettè Houndoom. Non si sentiva la gamba anteriore destra, ma stava facendo di tutto per non darlo a vedere.
«Bene, ora tocca a me!» Gridò, scagliandosi verso Raichu. In quel momento, però qualcosa si mosse. Intorno a loro, dalla città fantasma, emerse quella che sembrava una grossa nube nera vorticante, che avvolse i presenti, come un tornado.
Raichu, in mezzo a quella grande nube, che a ben guardarla era composta da migliaia di esseri grandi poco meno di lui, vide occhi enormi che lo fissavano, e sentiva voci tutt’intorno, sussurri senza senso in un turbine di rumori.
Alla fine fu costretto a chiudere gli occhi e quando li riaprì, dopo diversi minuti, nella piazza erano rimasti solo i membri del Gruppo. Sopra di loro, la massa vorticante li osservava.
«Cosa è successo?» Chiese ad Eelektross ansimando, che stava guardando verso l’alto.
«Non lo so, ma i membri dell’Organizzazione sono scomparsi. Mi chiedo cosa siano quelli.»
In quel momento, la massa nera ridiscese su di loro, e finalmente Raichu la vide bene. Era composta davvero da migliaia di creature, formate da un corpo nero di varie forme ed un grande occhio bianco.
«Noi siamo Unown, i Guardiani delle Anomalie, che voi chiamate Sconosciuti.» disse una voce dall’interno della massa. «Abbiamo udito i vostri discorsi, letto i vostri cuori e i vostri pensieri. Abbiamo assistito ai vostri combattimenti. Vi riteniamo degni della missione che portate, e riteniamo le vostre azioni giuste. Inoltre, non potremmo mai essere contrari alla vostra missione, considerato ciò che abbiamo scoperto riguardo i vostri nemici leggendo la mente di uno di voi.» Disse la misteriosa voce, ed un gruppo di creature scese verso il Gruppo, fluttuando intorno a Zangoose, per poi piazzarsi davanti al Gruppo attonito.
«Io sono A, portavoce dei Guardiani.» Disse quello al centro, che era piuttosto grande rispetto agli altri. La sua voce era la stessa che avevano sentito già in precedenza.
«Molto onorati. Noi…» Iniziò Eelektross imperturbabile, ma A lo fermò.
«Sappiamo bene chi siete e conosciamo la vostra missione. Ed è per questo che, quando abbiamo avvertito che eravate in pericolo, siamo intervenuti.» Disse A, riprendendo a parlare al plurale come aveva fatto fino a quel momento.
«In pericolo?» Chiese Zangoose.
«Quell’Houndoom. C’era qualcosa di strano in lui e nei pokémon che lo accompagnavano, qualcosa di diverso. Abbiamo già avvertito questa sensazione più volte, da coloro che sono legati a qualcuno che si prepara a commettere un atto atroce.»
«E quindi lo avete…?» Chiese Luxray, lasciando la domanda in sospeso.
«No, nulla del genere. Il grande Arceus ci ha dotato di molti poteri, e noi li usiamo a dovere. Semplicemente gli abbiamo cancellato la memoria e lo abbiamo rimandato con tutti i suoi seguaci nel luogo da cui è venuto.»
«Il luogo da cui è venuto?» Chiese Eelektross.
«Se tutto è andato per il meglio, è tornato nel luogo in cui desidera più trovarsi.»
«Non capisco ancora.» Disse Zangoose.
«E non sapremmo spiegarvelo meglio. Si trova ad Oscuria, nella base del suo gruppo, anche se non sappiamo dove sia. In quel luogo egli si sente più forte e potente, quindi quel luogo è quello in cui desidera di più trovarsi.»
«Credo di aver capito. Ma cosa intendevate per “atto atroce”?»
«Zangoose lo sa, lo abbiamo letto nella sua mente. Avanti, diglielo.»
Zangoose annuì «Vi ho spiegato prima che il vero piano dell’Org è molto più complesso di quel che credevamo. Voi sapete dell’esistenza di altri universi, vero?»
«Ne ho sentito parlare. Mondi alternativi in cui le cose funzionano in modo diverso. Me ne parlò un seguace di non so quale religione, ma credevo fossero leggende, anche se alcuni scienziati ritenevano il contrario.»
«Ed avevano ragione. Vedete, il piano dell’Organizzazione è molto complesso, ed io non sono uno scienziato, perciò ne ho capito ben poco. Ma ecco quello che so. In pratica, per passare da un universo all’altro, occorre avere i poteri di un Loro molto potente, in grado di distorcere lo spazio tempo. Il passaggio però è rischioso per tutti coloro che non sono Loro. Un passaggio abbastanza grande da far passare un pokémon, lo farebbe uscire dall’altra parte senza ricordi e con l’aspetto di un pokémon appena nato. Inoltre, sarebbe indirizzato ad un solo altro universo.»
«Quindi, arrivato dall’altra parte saresti solo un cucciolo senza memoria del passato.»
«Esatto. Ma più è grande l’apertura, più aumentano le cose che puoi portare con te. Prima la tua memoria, poi il tuo aspetto, poi altri pokémon insieme a colui che ha aperto il portale, e così via. E aumenterebbero il numero di universi raggiungibili.»
«Ancora non capisco. Dove vuoi arrivare?»
Zangoose trasse un profondo respiro «Avrai visto che il Progetto M ed S vuole creare pokémon più forti. Ebbene, questo serve davvero per conquistare Pokémos. Poi, con il potere dei Loro ed un forte esercito al seguito, il capo dell’Organizzazione vuole… vuole…» Zangoose era palesemente terrorizzato. Era la prima volta che Eelektross lo vedeva così.
«Cosa vuole Zangoose, cosa?!» Chiese Eelektross, guardando il pokémon.
«Vedi, come ho detto più il buco è grande più cose possono passare. Allora, quanto dovrebbe essere grande un buco per far passare tutti i membri dell’Organizzazione?»
Eelektross impallidì «Non vorrai dire…»
Zangoose annuì «Trasformare l’intera Pokémos in un’apertura. Così facendo, l’Organizzazione potrebbe passare liberamente in qualsiasi altro universo, per conquistarli uno dopo l’altro grazie al suo esercito. Al prezzo delle vite di tutti coloro che vivono a Pokémos adesso, conquisterebbero ogni altro universo.»
 

Darken

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CAPITOLO 95: IL DOLORE DELLA SEPARAZIONE​
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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 21

Per qualche minuto, tutti rimasero in silenzio. Poi Eelektross parlò «Ne sei sicuro Zangoose? Mi sembra una follia. Non capisco perché darsi tanta pena per conquistare altri mondi quando il nostro mi sembra sufficiente. Per non parlare dei problemi che avrebbero a controllare i mondi conquistati.»
«Non conosco i dettagli dei loro piani, ma credo sappiano già come comportarsi. Il loro capo sa il fatto suo.»
«Ma più importante, perché non completano il piano subito, senza conquistare Pokémos? Se vogliono solo sacrificare tutti gli abitanti, non gli basterebbe attivarla nello stato attuale? A meno che non abbiano ancora necessità di catturare alcuni dei Loro, non vedo perché dovrebbero aspettare.»
«No, i Loro sono stati catturati tutti. Arceus è stato l’ultimo, tre anni fa. Ma è stato allora che ha creato uno scoglio per l’Organizzazione.»
«Uno scoglio?»
«Avrete notato che il potere delle Pietre è più forte nelle capitali. Se ci riflettete però non vi pare strano? Voglio dire, sono solo città.»
«In effetti mi sembra abbastanza strano, ma credo sia perché c’è una concentrazione maggiore di Pietre nella zona.»
«Vero? Questo è quello che pensano tutti. Ma non è così. Se il potere delle Pietre è maggiore nelle città, è perché lì si trova il re.»
«Ma questo non ha senso. A Spettria, Velenia, Espia ed Arenia il re non c’è.»
«E infatti non mi pare che la situazione in quei paesi sia migliore. Se ci pensi, Oscuria se la passa molto meglio degli altri paesi della Coalizione.»
«Già, in effetti la situazione è migliore rispetto a quella di Velenia. Però Spettria era in una situazione nella media dei paesi che abbiamo visitato finora.»
«Ma quando ci siete andati il re era presente, sbaglio?»
«No, ma non capisco dove vuoi arrivare.»
«Quando ormai era sicuro che sarebbe stato sconfitto, Arceus suddivise il proprio potere. Suppongo sappiate delle Lastre.»
«I 17 strumenti che permettono ad Arceus di cambiare tipo.»
«Sì. Arceus le… è difficile spiegarlo… lui le trasformò in una sorta di energia, aggiungendovi poi la propria, e le scagliò sui re. In questo modo, di fatto infuse i re della propria forza.»
«Capisco. Ha reso i re più forti. Ma ancora non capisco.»
«L’azione di Arceus in realtà mirava ad altro. In pratica, per creare un’apertura spazio temporale bisogna destabilizzare questa dimensione. E Arceus ha fatto in modo che le sue Lastre impediscano questa destabilizzazione.»
«Non ti seguo molto bene.» Disse Raichu.
«In parole povere, le Lastre dentro i re impediscono all’Organizzazione di usare i poteri di Dialga e Palkia per aprire l’apertura. Inoltre, Arceus ha fatto in modo che le Lastre passino di re in re, in modo che se anche un re morisse non farebbe perdere al suo paese la protezione. Ma ovviamente l’Organizzazione ha già una contromossa. Sconfitti tutti i re, conquistando quindi Pokémos, le Lastre cesseranno il loro effetto, perché non ci sarà nessuno a cui possa passare.»
«Ma perché i membri dell’Organizzazione collaborano a questo piano?! Perché accettano questa follia.»
«La maggior parte di loro non sa qual è il loro scopo. Sono convinti chel’obbiettivo sia conquistare Pokémos. Gli unici sono i Generali, il Capo ed il Professore che sta a capo delle ricerche. Di questi, i Generali vogliono il potere, mentre il Professore è convinto che l’unica soluzione per i problemi della Pokémos attuale sia cancellarla, anche se credo abbia intenzione di intercedere con il capo per salvare almeno parte della popolazione. Una volta, origliando una conversazione, l’ho sentito parlare con quello che era all’epoca il suo assistente, morto un anno dopo, in circostanze che non furono mai spiegate, dicendo che “Coloro che rimarranno dovranno liberare la mente dai propri paletti”. Quanto al Capo stesso, è un mistero. Potrebbe essere solo accecato dal desiderio di potere come i generali. Ma ci sarà dell’altro.»
Di nuovo, il Gruppo rimase in silenzio. E fu nuovamente Eelektross a parlare «Dobbiamo avvisare l’Alleanza. Queste informazioni devono arrivare il prima possibile.»
«Concordo. Ma come facciamo a mandargliele?» Disse Raichu.
«Temo che ci sia una sola soluzione, a meno che voi Unown non vogliate aiutarci.»
«Non possiamo. Arceus ha stabilito che noi Unown dovremo nasconderci finchè non verrà il momento di entrare in azione come Guardiani delle Anomalie. Oggi abbiamo fatto un’eccezione perché eravate in pericolo.» Rispose A, inamovibile.
«In tal caso, ci resta una sola scelta. Uno di noi deve tornare ad Oscuria e partire per Elettria insieme alle truppe, separandosi dagli altri.»
«No!» Dissero tutti i presenti.
«Non abbiamo scelta! Zangoose non può andare, perché se l’Organizzazione lo scoprisse lo farebbe sparire, per eliminare un testimone dei loro piani. E tolto lui, non ci saranno modi per essere a conoscenza di piani e Progetti del nemico. Quindi deve andare uno di noi, portando con sé una lettera in cui spiegheremo tutti i dettagli.»
«E chi?» Chiese Raichu.
«Non posso mandare te, né posso andare io. Luxray, Draak, Emolga e Tri sono i nostri combattenti migliori, a parte te e me. Plusle e Minun ci torneranno utili, ne sono convinto, li ho portati con noi per questo. I principi e Trubbish sono fuori discussione, sarebbe un’offesa nei confronti dei paesi da cui provengono. Flaaffy allo stesso modo è stato scelto dai Generali e dal re, non me la sento di rimandarlo indietro. Quindi…» Si girò a guardare Mud e Surskit, come tutti i presenti.
«Ho esposto le ragioni per cui credo che debba essere uno di voi due a portare il messaggio a Black Hole City. Voglio lasciarvi scegliere, ma non metteteci troppo. Zangoose, noi intanto scriveremo il messaggio. Raichu, vieni anche tu.»
I due annuirono, ed Eelektross estrasse il necessario per scrivere dalla borsa, per poi allontanarsi insieme agli altri.
«Io non voglio andarmene.» Dissero entrambi, sull’orlo di una crisi di pianto.
«Io… Io ero debole. Nelle Palafitte ero sempre impegnato a nascondermi dietro qualcuno, sempre nascosto. Avevo un solo amico, Toto. Ma poi voi siete arrivati e finalmente io ho iniziato a diventare forte. E ho trovato altri amici, qualcosa che credevo fosse fuori dalla mia portata.» Disse Mud, scoppiando definitivamente a piangere.
«Io non voglio lasciarvi. Voi siete i miei amici. Insieme a voi ho vissuto avventure che non riuscivo neanche ad immaginare. Ho combattuto, mi sono allenato. Non… Non voglio andarmene.» Rispose Surskit, anche lui in lacrime.
Gli altri si guardarono e rifletterono. Non riuscivano a credere di dover perdere uno dei propri compagni. Anzi, uno dei propri amici.
Nessuno parlava, fissando semplicemente il terreno.
«Ascoltate» Disse Emolga, rompendo il silenzio «Dovete scegliere voi. Non voglio obbligare nessuno di voi ad andarsene, come non lo vuole nessun altro. Non lo vuole neanche Eelektross, cosa credete? Ma è necessario. Non possiamo far altro, anche se lo vorremmo.»
Mud e Surskit si fissarono, poi iniziarono a parlare a bassa voce. Alla fine, annuirono.
«Va bene, abbiamo deciso.» Dissero entrambi con le lacrime agli occhi.
 

Darken

Passante
Beh, questo posto è diventato un po' silenzioso.

CAPITOLO 96: SALUTI, SEPARAZIONE E RIUNIONE​
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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 22

«Andrò io.» Disse Surskit ad Eelektross.
«All’inizio pensavamo di andare entrambi.» Disse Mud.
«Ma sono ancora esausto dopo la battaglia contro Roserade. L’ho capito prima, quando sono crollato. Inoltre, fisicamente parlando sono il più debole del Gruppo.»
«Capisco. Beh, ci mancherai.» Disse Eelektross.
«E voi mancherete a me.» Disse Surskit, lanciando un’occhiata a Draak.
«Bene, questo è il messaggio. Mi raccomando, portalo con te ad Electronvolt dai Generali. Per fare prima, ti consiglio di partire con la squadra che costruirà il Punto di Teletrasporto ad Elettria. E consegna questa copia ai Re della Coalizione.» Disse Zangoose porgendo a Surskit due fogli piegati.
«D’accordo. Bene, credo sia il momento di salutarci.» Disse Surskit.
Uno a uno, tutti i presenti si avvicinarono per salutare il pokémon ed augurargli buona fortuna.
«Se per caso dovessi incontrare un Croconaw di nome Toto, o forse un Feraligatr se si è evoluto dall’ultima volta che ci siamo visti, salutamelo e digli che Mud è ancora in viaggio.» Gli disse Mud.
«D’accordo.» Disse Surskit, annotandoselo mentalmente.
«Buona fortuna. E, ehm, se per caso,» sussurrò Raichu «se per caso dovessi incontrare una Pikachu di nome Pika, potresti, ecco, salutarmela? Era un capitano nell’S.T. che ho conosciuto a Volt Port e…»
«Non mancherò.» Rispose Surskit sorridendo.
«Mi raccomando, se passi a Volt Port salutami quelli della Tifone.» Disse Tri.
«Buona fortuna. E ad Electronvolt se ti capita salutami Emolg, una dell’S.T.» Disse Emolga.
«Chi è?» Chiese Surskit, sperando di ricordarsi anche quel nome.
Emolga si guardò intorno, arrossendo, poi avvicinò le labbra all’orecchio di Surskit (o almeno al punto dove supponeva si trovasse l’orecchio) e sussurrò «La mia fidanzata.»
«La tua?!» Gridò Surskit alzando il tono di voce.
«Sssh, non dirlo!» Disse Emolga, che era arrossito ancora più violentemente.
«Va bene, va bene.» Rispose Surskit, ridacchiando.
«Bene.» Disse Eelektross, quando anche Draak riuscì a salutare Surskit tra le lacrime «Credo sia meglio che tu vada ora.»
«Allora arrivederci. A presto.» Disse Surskit voltandosi verso l’uscita della città.
«A presto!» gridarono gli altri salutandolo.
Surskit uscì dalla città e procedette verso sud. Quando fu abbastanza lontano, guardò indietro, si fermò, e scoppiò in lacrime.
 
Da qualche parte ad Oscuria, 20/06/4783, circa le 21
Houndoom aprì gli occhi, trovandosi davanti Weavile, Arbok, Spiritomb e Banette, intenti a fissarlo. Guardandosi intorno, si rese conto di essere in una grande stanza. Gli ci volle qualche secondo per capire che era la propria stanza.
«Ehi Houndoom, mi spieghi cos’è successo?» Chiese Weavile.
«Non… Non lo so. Ero appena arrivato alla Città Sconosciuta insieme agli altri e ora mi ritrovo qui.»
«Sei comparso al centro della Sala in cui facciamo le riunioni, poco dopo l’arrivo di Spiritomb e Banette. I tuoi due Tenenti erano nelle loro stanze, come tutti gli Houndour che erano venuti con te. E nessuno di loro è riuscito a spiegarci cos’è successo.» Disse Arbok.
«A quanto pare non ci riuscirò neanch’io. Come ho detto, l’ultima cosa che ricordo è…»
«Sì, ce l’hai detto, come ce l’ hanno detto tutti gli altri, l’arrivo alla Città Sconosciuta. Qualunque cosa sia successa, però, dovete aver combattuto, perché eravate feriti.» Disse Spiritomb.
Houndoom riflettè un po’, poi scosse la testa «No, non mi viene in mente nulla, mi dispiace.»
«Quindi non ti ricordi proprio niente?» Disse una voce sulla porta. Tutti si girarono e videro Roserade sulla porta, sorridente «Ci sarebbe utile sapere cosa vi è successo.»
«No. Dannazione, scommetto che il Gruppo mi ha fatto qualcosa.» Houndoom era furente, tanto che alcune lingue di fuoco iniziarono ad uscire dalla bocca. Evidentemente se ne accorse, perché sospirò «Piuttosto, è arrivato qualcosa dalla Base?»
«Sì, l’ordine di rientro per tutte le truppe della Coalizione.» Rispose Banette.
«Quindi stanno arrivando tutti quelli di Espia ed Arenia? Dannazione, non ci tengo proprio a rivederli, specialmente il Capitano in Comando di Arenia.»
«A chi lo dici.» Disse Roserade. «A proposito, non sono ancora arrivati i Capitani di Arenia, vero?»
Arbok e Weavile si fissarono, sorridendo «Ecco, a questo proposito…»
«Mia bellissima rosa!» Gridò una voce dal corridoio, prima che qualcosa irrompesse a tutta velocità nella stanza. Un attimo dopo, un Breloom rosso era in ginocchio davanti a Roserade, tenendole la rosa sinistra tra le zampe. «Mi sei mancata ogni giorno in questi diciassette anni, mia bellissima.»
Il volto di Roserade era un’autentica maschera di orrore e disgusto. Sembrava che un qualche essere informe le stesse strisciando davanti. Liberando la rosa con uno strattone, si voltò verso Arbok e Weavile, che evidentemente stavano trattenendo un eccesso di risa.
«Breloom, io non sono la tua bellissima!»
«Certo mia bellissima, certo. Ora, quando potremo organizzare un appuntamento romantico?» Chiese Breloom, sorridendo come se Roserade non avesse detto nulla.
«Sparisci, viscido essere!» Gridò Roserade, uscendo dalla stanza, sbattendo rumorosamente i piedi mentre si allontanava.
«Ah, le donne. In realtà è pazza di me!» Disse Breloom, convinto.
«Ceeerto, non capisco come possa resisterti.» Ridacchiò una nuova voce dalla porta. Un Metagross entrò nella stanza, facendola improvvisamente sembrare molto più piccola.
«Che c’è, hai dei problemi, progetto M?» Chiese Breloom fissandolo.
«Sicuramente ne ho meno di te, progetto S dei miei stivali.»
«Cosa c’è, vuoi litigare? Ti faccio vedere cosa significa essere una Terza Generazione.» Disse Breloom.
«Fatti sotto, così dimosterò la superiorità di noi M!» Disse Metagross. Ormai le facce dei due si toccavano, mentre si guardavano negli occhi infuriati.
«Breloom, piantala!» Disse il pokémon che entrò in quel momento dalla porta. Blaziken si avvicinò e separò i due come fossero bambini litigiosi.
«Anche tu Metagross, controllati. Certo, la compagnia non è un granchè, ma bisogna sapersi accontentare.» Ad entrare questa volta fu un Espeon dal bizzarro colore verde, con un’aria estremamente altezzosa.
«Anche io sono felice di vederti.» Disse Weavile, sarcastico.
«Nessuno ti ha rivolto la parola, ladruncolo da quattro soldi. A proposito, ho sentito che hai perso contro il nemico che ci tenevi tanto a distruggere. Quanto mi dispiace. Vieni, Metagross, andiamo.» Espeon fissò per tutto il tempo Weavile, con uno sguardo estremamente sarcastico. Poi i due uscirono.
«Andiamo anche noi Breloom.» Disse Blaziken, uscendo.
«Quell’odioso, piccolo…» Disse Weavile, furibondo.
«Ah lasciali perdere, quelli di Espia sono tutti odiosi.» Disse Arbok.

«Perché, quelli di Arenia?» Chiese Houndoom. «Spero che non passi troppo tempo prima della partenza per Elettria, non ho certo voglia di restare in loro compagnia troppo a lungo.»
 

Dancer9

Passante
Domande:

Non mi ricordo... dove incontrano Tri? Sopratutto qual è il suo vero nome?

Poi non ho capito perché dovrebbero distruggere pokemos se costruissero un portale per mondi paralleli?
 

Darken

Passante
Domande:
Non mi ricordo... dove incontrano Tri? Sopratutto qual è il suo vero nome? Tri è un Pichu Spunzorek (ma il nome rimane Tri) che hanno incontrato come guardia alla società navale E. & Co. Poi Eelektrik gli ha ordinato di seguire il Gruppo, cosa che lui ha fatto. Alla fine è diventato un membro stabile, su sua richiesta, accettata da Eelektross, ad Aeria e definitivamente a Velenia.
Poi non ho capito perché dovrebbero distruggere pokemos se costruissero un portale per mondi paralleli? Perché il portale deve essere enorme per permettere all'Org. di passare verso mondi paralleli per cui, evidentemente, il capo ha maggiore interesse (non chiedere perché, è un mistero ;) ). Secondo i calcoli dell'Org., un portale che permetta di mantenere aspetto e ricordi di tutti i membri del suo esercito criminale deve essere grande quanto Pokémos.
CAPITOLO 97: ZANGOOSE​
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Città Sconosciuta, 20/06/4783, circa le 24
Quella notte, il Gruppo decise di accamparsi nella Città Sconosciuta. A aveva augurato loro buona fortuna, ma aveva accuratamente evitato di rispondere a qualsiasi domanda riguardo lo scopo degli Unown, i loro obbiettivi o più in generale qualunque informazione che non volesse condividere. In compenso, si erano offerti di aiutarli ad attraversare Espia in sicurezza.
“Ci porteranno fino a Medium City, la Capitale, poi dovranno fermarsi. Per lo meno ci risparmieremo cinque giorni di cammino.” Aveva detto Eelektross circa un’ora prima al resto del gruppo, intento a prepararsi per la notte nella grande sala di un palazzo abbandonato che avevano occupato. Raichu, seduto davanti alla porta, di guardia, stava riflettendo su queste parole, ma anche sugli eventi di quel giorno.
«Giornata interessante, eh?» Chiese in quel momento una voce alle sue spalle. Raichu trasalì e si girò, trovandosi davanti Zangoose.
«Oh, sei tu.» Disse Raichu.
«Già, sono io. Ti chiedo scusa, ma soffro di insonnia da quand’ero piccolo, quindi sono uscito a prendere una boccata d’aria.» Rispose questi, passando oltre e sedendosi a pochi metri dalla porta, su un basso muretto di pietra.
Per qualche minuto nessuno dei due parlò. Raichu era perso nei suoi pensieri, mentre Zangoose si limitava a guardarsi intorno.
«Quanti?» Chiese improvvisamente Raichu.
«Quanti cosa?»
«Quanti pokémon hai catturato per l’Organizzazione.»
Zangoose rimase in silenzio per qualche minuto prima di rispondere «Non molte in realtà, il mio settore non erano i rapimenti.»
«Allora perché hai partecipato all’assalto al Pika Village?»
«Ero nel loro cosiddetto “Settore Armato” ossia ero un soldato. Quindi mi hanno scelto per partecipare all’attacco.»
«E non potevi fare nulla per evitarlo?»
Zangoose lo fissò, poi annuì «Credo di capire cosa intendi, ma purtroppo la parte peggior del lavoro di infiltrazione è questa. Se devi restare col nemico, non puoi scegliere chi attaccare e chi lasciar fuggire, ma eseguire gli ordini a prescindere.»
«Anche se sai che in questo modo aiuterai il nemico?»
«Anche in quel caso. Non sono sciocco, ragazzo. Non sarei sopravvissuto tanto a lungo se lo fossi.»
 Raichu sospirò. Zangoose aveva ragione, lo sapeva bene «Però un uovo l’hai salvato.»
«Sì e no. Iniettarono un qualche strano liquido in tutte le uova rubate, che per fortuna non erano molte, giusto sei o sette, e le misero in un carro apposito. Una di loro però cadde dal suo scomparto, suppongo, dato che la trovai per terra durante una sosta. Senza farmi notare, la feci rotolare in mezzo all’erba. Tutto qui. Nessun atto di eroismo, solo un colpetto dato a un guscio. Non so neanche se si sia salvato.»
«Sì, si è salvato. Il Pichu che è con noi, Tri, è stato trovato dal padre adottivo nelle pianure a nord proprio poco dopo l’attacco al Pika Village.» Disse Raichu. Non sapeva perché lo stesse dicendo, ma sentiva di doverlo fare.
Zangoose non rispose, ma Raichu notò che aveva gli occhi lucidi, e le lacrime brillavano alla luce della luna. Poi Zangoose battè le palpebre, e le lacrime scomparvero.
«Ne sono felice. Davvero. Ho fatto tante cose orribili mentre ero nell’Organizzazione e raccoglievo informazioni, o anche nelle mie infiltrazioni precedenti, che sono felice di aver fatto anche qualcosa di buono.»
«Non devi aver avuto una vita facile.»
Zangoose annuì «Vuoi sentire la storiella strappalacrime di un pokémon di Normalia?»
«Certo.»
«Mia madre e mio padre» Iniziò Zangoose «Si conobbero mentre questi era in viaggio. Era un Excadrill, un giovane viaggiatore di Metallia che amava trovare nuovi luoghi in cui raccogliere minerali e pietre rare, oltre che un amante delle investigazioni che mi insegnò molte cose quando ero piccolo. Mia madre, al contrario, era una giovane Zangoose di una famiglia piuttosto benestante. Non so come si conobbero, ma so che la loro unione fu molto osteggiata.»
«Perché?»
«Vedi, Metallia e Normalia sono paesi che potremmo definire quasi rivali, per via delle ideologie radicate nei due. A Normalia, si crede che la Conoscenza di tutte le cose, storia, geografia, cultura, sia da considerare e conservare sopra ogni cosa. Al contrario, Metallia ritiene che le cose pratiche, come l’ingegneria, la medicina, l’abilità in battaglia siano le uniche cose importanti. Questo confronto può apparire sottile, ma è causa di una grande rivalità tra i due paesi.»
«Puoi immaginare quindi che l’unione dei miei genitori non fosse ben vista. Per farla breve, i due presero tutto ciò che potevano e fuggirono, lasciandosi tutto alle spalle. Comprarono una fattoria di Bacche nella campagna a sud di Normalia e vi si stabilirono. E fu lì che nacqui io. Poi, 29 anni fa, quando io avevo otto anni, un gruppo di criminali attaccò la nostra casa. Mio padre morì per proteggere mia madre, che riuscì a fuggire insieme a me mentre la nostra casa bruciava, ma purtroppo le ferite riportate erano molto gravi. Quando arrivammo in città e mia madre fu portata da un medico, era chiaramente già troppo tardi.»
«Ero rimasto orfano senza neanche rendermene conto. Fui portato in un orfanotrofio, ma fuggii quasi subito. Mi cercarono per un po’ credo, ma ormai me n’ero già andato dalla città. E fu così che iniziai a viaggiare in cerca di quei criminali. Entrai nei giri più pericolosi, a rischio della mia vita e basandomi solo sugli insegnamenti di mio padre, con il solo scopo di trovare il mio nemico e smantellarne la banda. Una dopo l’altra, distrussi dall’interno ogni organizzazione in cui entravo, sempre facendo ricadere la colpa su qualche altro componente, facendo pensare di essere abile nel non farmi scoprire. Fu in quel periodo che conobbi Eelektross, che mi diede una mano in diverse occasioni, visto che riteneva che meno rivali la sua organizzazione aveva meglio era. All’epoca era solo il vice di un’organizzazione di medie dimensioni, ma mi aiutava comunque come poteva. Alla fine, dopo sette anni, trovai davvero coloro che avevano distrutto la mia vita. Come al solito, entrai nel loro gruppo per distruggerlo dall’interno. Diversamente dal solito, dopo sei mesi, fui scoperto e sbattuto nelle loro prigioni.»
«Prigioni?»
«Avevo scoperto che il capo del gruppo che mi interessava era un barone violento che attaccava i proprietari di fattorie per impossessarsi delle loro terre. Quando capii che i miei genitori erano morti per una cosa del genere, non ci vidi più e lo attaccai. Ovviamente fui sconfitto, la sala in cui ci trovavamo era piena di nemici. Ma il barone decise di rinchiudermi. E fu lì che incontrai Lopunny. Era la figlia di un grosso proprietario terriero, ma era stata rapita dal barone, che voleva costringere il padre a vendere le sue terre, troppo ben protette per attaccarle come era solito fare. Insieme, io e Lopunny fuggimmo dalle prigioni. Impiegammo diversi giorni, e quando arrivammo alla sua fattoria, ci eravamo innamorati l’uno dell’altra.»
«E il barone?»
«Il destino è buffo a volte. Morì di malattia, appena tre giorni dopo la nostra fuga. I suoi uomini, scacciati dal figlio, si diedero al banditismo e furono schiacciati dalle truppe dell’esercito. Poi, quando credevo di poter dare un taglio alla mia vita da “Investigatore dell’Ignoto”, ci fu il fattaccio di Eelektross e infine seppi dell’Organizzazione. E questo è quanto.» E terminato il discorso, Zangoose si alzò dal muretto, superò Raichu ed entrò nella sala, senza dire una parola, lasciando il pokémon solo con i suoi pensieri.
 
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Darken

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CAPITOLO 98: DIREZIONI DIVERSE​
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Città Sconosciuta, 21/06/4783, circa le 08
Quella mattina, il Gruppo si alzò ed uscì, dirigendosi alla piazza. Poco dopo, gli Unown ricomparvero, in una nube simile a quella del giorno prima, disponendosi intorno ai quattordici.
«Bene» disse A, raggiungendo il Gruppo «ora vi teletrasporteremo a Medium City. Non possiamo portarvi direttamente in città per colpa delle mura trattate, ma possiamo portarvi a meno di dieci minuti di cammino dall’ingresso. Volendo potremmo portarvi anche più vicino, ma non vorremmo che qualcuno vi facesse domande su come siate comparsi sulla porta della città.»
«Ma certo, capisco. Vi ringrazio.» Disse Eelektross.
«In tal caso, prepariamoci. Tu» disse rivolgendosi ad Abra «Preparati, perché quando te lo dirò dovrai usare Teletrasporto pensando a Medium City.»
«M-ma Teletrasporto non può portarmi così lontano. Io personalmente posso percorrere solo cento metri, e so che i migliori coprono un kilometro scarso.»
«Lo sappiamo. Tuttavia, qui entreremo in gioco noi. Noi Unown possiamo dirigere il Teletrasporto e dare ad esso la forza per coprire la distanza necessaria. Non preoccuparti, dovrai solo comportarti come fai di solito, al resto penseremo noi.»
«D-d’accordo.»
«Bene. Voi aggrappatevi ad Abra, o comunque a qualcuno che si tenga a lui, senza lasciare la presa per nessun motivo. Non posso sapere dove finirete in caso contrario.»
A quelle parole i tredici si strinsero il più possibile a Abra. A li osservò e annuì «Bene. Ora andate.»
Abra annuì e attivò il Teletrasporto. Istantaneamente, gli Unown presero a ruotare intorno a loro, sempre più velocemente.
Quando si fermarono, nella piazza non era rimasto nessuno, eccetto A.
 
Oscuria, Strada di Arceus, 21/06/4783, circa le 08
Surskit aprì gli occhi e si guardò intorno. La sera prima era scoppiato in lacrime, e si era risolto nel correre più velocemente possibile il più a lungo possibile. Alla fine, si era ritrovato completamente esausto e si era addormentato sotto un albero, nascosto tra l’erba.
Quando si risvegliò inizialmente non ricordò nulla. Poi tutti i ricordi del giorno prima irruppero nella sua testa. Per un attimo, rischiò di scoppiare di nuovo a piangere, poi sospirò.
“No, non devo piangere. Ora ho altro da fare.” Pensò, mentre si sollevava ed apriva la borsa. Afferrò un paio di Bacche, mangiandole avidamente, bevve un sorso d’Acqua Fresca, poi si preparò a ripartire.
“Bene, direi che può andare.” Richiuse la borsa, assicurandosi che i documenti fossero al sicuro, poi ripartì.
Nonostante tutto, mentre si allontanava non riuscì a fare a meno di guardare verso la direzione da cui era venuto, nella vana speranza che qualcosa o qualcuno lo obbligasse a dirigersi di nuovo dai suoi compagni.
E invece, dopo un attimo, girò la testa e riprese la strada.
 
Espia, Strada di Arceus (Poco lontano da Medium City), 21/06/4783, circa le 09
Raichu annaspò, mentre atterrava in malo modo sopra Luxray, Zangoose e Abra, seguito dal resto del Gruppo, fra cui il pesantissimo Draak. Quando riuscirono finalmente a sollevarsi, si contarono. C’erano tutti.
“Per fortuna” Pensò Raichu. Poi si girò. Non erano sulla Strada di Arceus, anche se riuscivano a vederla. In lontananza si vedeva già una città, probabilmente Medium City.
«Bene, sembra sia andato tutto per il verso giusto, a parte l’atterraggio.» Commentò Zangoose massaggiandosi il collo.
«Non lamentarti. Arrivati a Medium City, potrò anche farti il favore per cui mi hai cercato. Anche se mi sembra un piano un po’ folle. Non sapete neanche come reagiranno.» Rispose Eelektross.
«Che c’era da aspettarsi dal Custode di quel vecchio drago pazzo? Però è la nostra ipotesi migliore. Non preoccuparti, vedrai che il loro supporto ci servirà.»
«Si può sapere di che state parlando?» Chiese Raichu, confuso.
Zangoose lo fissò, poi scosse la testa «Spiacente, ma non posso dirtelo. Solo, sappi che presto l’Alleanza avrà una gradita sorpresa. E l’Organizzazione una sorpresa molto sgradita.»
Raichu riflettè ed annuì «Dopo ieri sera, credo di potermi fidare di te. E di Eelektross mi fido quanto basta.» Aggiunse.
Zangoose sorrise «Direi che “quanto basta” è il massimo che potrai ottenere Eelektross.»
Eelektross ridacchiò «Che ti aspettavi? Sono pur sempre un criminale, mentre lui è un Capitano dell’S.T. Forza, muoviamoci.»
Il Gruppo procedette lungo la Strada di Arceus, guardandosi intorno. Era molto più affollata di quanto avessero visto finora.
«È normale.» Spiegò Eelektross quando Plusle e Minun gliene chiesero il motivo «Non solo ci troviamo vicini alla capitale di Espia, ma anche a meno di un giorno di cammino dal regno dei combattimenti, Arenia.»
«Ah, ho capito.» Risposero i due all’unisono.
Abra, dal canto suo, si era addormentato e fluttuava con calma accanto a Zorua, Trubbish e Lamp.
«Dorme sempre così tanto?» Chiese Emolga, guardando il pokémon.
«Gli Abra devono dormire diciotto ore al giorno. Credo sia un miracolo già che non si sia addormentato finora. Per le prossime diciotto ore, sarà quasi impossibile svegliarlo. Forse anche di più, visto che non ha dormito il tempo giusto.» Disse Zorua.
«Un bel guaio. Che facciamo se veniamo attaccati?»
«Combattiamo come abbiamo sempre fatto, cercando di non farlo finire in mezzo.» Rispose Luxray, che si era avvicinato.
«Mi spiace dirlo, ma credo tu abbia ragione.» Commentò Draak, che si era avvicinato insieme a Luxray «Speriamo che non ci capiti di lottare mentre dorme.»
«Cioè speriamo di combattere sempre nelle sei ore in cui è sveglio? Mi pare un tantino improbabile.» Rispose Trubbish.
«Già» Sospirò Draak «Temo di sì.»
«Divertente.» Bofonchiò Lamp.
Dopo pochi minuti di cammino, arrivarono davanti alle mure di Medium City. Accanto al grande portale, sorgeva una grossa costruzione simile a una casa, da cui uscivano parecchi Pokémon.
«Cos’è?» Chiese Raichu.
«Il punto di Teletrasporto. Lì dentro c’è un macchinario che permette di teletrasportarsi in varie città della Coalizione.» Rispose Zangoose.
«E perché è fuori dalle mura?»
«Probabilmente il trattamento blocca il passaggio di qualsiasi Teletrasporto.» Rispose Eelektross «Comunque non ci interessa particolarmente. Piuttosto, sbrighiamoci, vorrei superare lacittà il prima possibile, visto che non dobbiamo fermarci qui.»
 
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Darken

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CAPITOLO 99: RICCHEZZA ED IPOTESI DEL CRIMINALE​
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Medium City, Le tre carte di Reuniclus, 21/06/4783, circa le 10

Entrati a Medium City, il Gruppo aveva seguito Eelektross e Zangoose attraverso le vie della città. Raichu era convinto che anche questa volta si sarebbero ritrovati nella solita locanda da due soldi, ma inaspettatamente i due non accennarono a cambiare strada, procedendo verso il centro. 
Alla fine si ritrovarono nella piazza centrale della città. Una grande fontana a forma di Musharna, con l’acqua che usciva dall’apertura sulla testa, sorgeva al centro della grande piazza affollata. Tutto intorno si trovavano parecchi alberghi di lusso ed edifici che Raichu identificò come casinò. Il Gruppo seguì Eelektross con una certa sorpresa quando questi entrò con noncuranza in uno di questi casinò, un grande edificio con colonne di marmo e grandi vetrate. Sopra l’ingresso, a grandi lettere, era incisa la scritta “Le tre carte di Reuniclus – Camere e Casinò”.
Eelektross e Zangoose attraversarono l’ingresso rapidamente, dirigendosi al banco della reception. Raichu si accorse subito che i componenti dello staff chinavano il capo davanti al pokémon. Eelektross fece loro cenno di aspettarlo.
Arrivato al banco, il pokémon prese a parlare con un Duosion, che impallidì e prese a spiegare qualcosa che però Raichu non riuscì a sentire. Eelektross imprecò, poi riprese a parlare. Questa volta Raichu colse la richiesta di alcune stanze. Duosion annuì, controllò un grande libro. Poi porse ad Eelektross un mazzo di chiavi.
«E fa il possibile perché Reuniclus ritorni in fretta.» Disse Eelektross prima di ritornare dal Gruppo, che si stava guardando intorno piuttosto smarrito.
«Bene, a quanto pare saremo costretti a fermarci qui per oggi, visto che Reuniclus se n’è andato e tornerà solo stanotte.»
«Fammi capire bene» disse Emolga «Questo posto è tuo?» e fece un ampio gesto del braccio per indicare l’intero atrio.
«Certo, e non solo questo. Ci sono una ventina di casinò che mi appartengono qui ad Espia. In fondo, questa è anche la terra del gioco d’azzardo. Può sembrare strano, ma a quanto pare quando gli avversari possono leggersi la mente a vicenda si ha una sfida molto più impegnativa.» Ridacchiò il pokémon, compiaciuto.
«Allora Eelektross, che facciamo?» Chiese Zangoose.
Eelektross riflettè per qualche secondo, poi sorrise «Direi che per oggi possiamo riposarci. Tanto non possiamo ripartire.»
«D’accordo. Abbiamo bisogno di riposarci. Inoltre abbiamo guadagnato tre o quattro giorni, credo che possiamo permetterci di perderne uno.» Disse Raichu.
Gli altri assentirono e si diressero verso il fondo della sala seguendo Eelektross. Arrivarono ad alcune pedane luminescienti, con accanto una sorta di palo metallico con una serratura.
 «Quelle servono per arrivare ai piani alti. Ecco, prendete una chiave» disse porgendo ad ognuno una delle chiavi del mazzo «ed inseritela nella serratura.»
Raichu annuì, ed un attimo dopo provò la stessa sensazione del Teletrasporto, ritrovandosi ad un altro piano. «Ma che…»
«Te l’avevo detto. Siamo all’ultimo piano. Guarda fuori.» Eelektross indicò la vetrata. Raichu guardò ed in effetti, erano parecchio in alto. Riusciva a vedere buona parte di Medium City, incluso il grande palazzo reale e alcune altre costruzioni che non riuscì ad identificare.
«Mi costò un occhio della testa costruire questo albergo, ma mi ha ampiamente ripagato.» Commentò Eelektross «Insomma, chi penserebbe che un’organizzazione criminale usa come base un casinò nel centro della capitale?»
«Già, capisco.» Commentò Raichu, asciutto. Più conosceva Eelektross, più non riusciva a capacitarsi del suo potere.
«Forza, andiamo.» Disse, quando tutto il Gruppo fu arrivato. Indicò loro il numero sulle chiavi, e si diressero alle cinque stanze. Le stanze erano riccamente decorate e sembravano comodissime.
«Siamo fortunati, c’erano cinque camere libere sullo stesso piano.» Disse Eelektross quando tutti ebbero messo a posto la propria roba.
«Allora,» disse Zangoose «Io ed Eelektross abbiamo parecchie cose di cui discutere in attesa dell’arrivo di Reuniclus. Voi che intenzioni avete?»
«Io voglio riposarmi.» Disse Raichu, e gli altri annuirono. Si diressero nelle rispettive camere, e poco dopo stavano già dormendo.
Zangoose ed Eelektross, nel frattempo, si sedettero al tavolo della stanza dei due.
«Allora, che ne pensi?» Chiese Zangoose.
«Te l’ho detto, credo che tu e quel Custode abbiate ideato un piano assurdo. D’altra parte però è innegabile che convincere le varie Chiese sia necessario. E gli unici che possono farlo sono i Custodi. Quindi come ti ho già detto ti aiuterò.» Rispose Eelektross, versandosi un Succo di Bacca in un bicchiere di cristallo.
«Considerato che i Reshikromisti sono dalla nostra grazie a lui, è già un passo avanti. E a Normalia, se tutto va bene, convinceremo gli Arceisti.»
«Poi il resto del lavoro lo faranno i Custodi, sì. Piuttosto, quello di cui voglio parlare ora è ben altro. Per la precisione, voglio dirti quello che penso sugli Unown e l’Organizzazione.»
«Sentiamo.»
«Gli Unown ci hanno detto ben poco, però sono riuscito ad intuire qualcosa. Anzitutto, credo che abbiano almeno tre poteri.»
«Davvero?»
«Sì. Innanzitutto, possono potenziare una mossa. Non mi è chiaro se siano in grado di potenziare ogni attacco, ma indubbiamente hanno ampliato e guidato il Teletrasporto di Abra. Poi ci sono le capacità che hanno detto di aver usato su Houndoom e i suoi. Una è quella di mandare qualcuno verso il luogo a cui tiene di più, l’altra è la capacità di cancellare i ricordi. Sono due poteri che hanno detto di saper usare, e dubito avrebbero mentito.»
«Interessante, ma non capisco dove vuoi arrivare.» Commentò Zangoose.
«Hanno dichiarato di essere Guardiani delle Anomalie, e hanno ritenuto “interessante” quello che hai raccontato tu. Credo che lo scopo degli Unown in questo mondo sia quello di bloccare i tentativi come quello dell’Organizzazione. Suppongo che interverrano solo come ultima azione, nel caso in cui l’Alleanza sia sconfitta. Pensaci, i loro poteri sono simili agli effetti che mi hai descritto tu riguardo al passaggio tra universi. Perdita della memoria, cambiamenti nelle capacità e ovviamente spostamento di luogo.»
«Ho capito. In parole povere, gli Unown interverranno quando la situazione sarà disperata, ossia quando il nemico riuscirà ad aprire il portale, per fermare “l’anomalia”. Sì, può darsi, ma è meglio non farci troppo conto.»
«Lo so, volevo solo esporti la mia teoria. Ora devi essere tu a dirmi qualcosa. Gli incidenti degli ultimi anni sono stati causati dall’Organizzazione? Parlo dei grossi eventi degli ultimi anni.»
Zangoose sbuffò «Quasi tutti i grossi eventi degli ultimi diciassette anni sono stati colpa loro. La sparizione dello zio e del padre dell’attuale re Drapion, l’incendio dei Quattro Templi originali, la scomparsa di Dodici Regine di Alvearia e la perdita della voce della tredicesima, ed altro, sono stati colpa loro. Ai quattro templi pare sia stato per una profezia di cinquant’anni fa da far scomparire. E suppongo che i Drapion e le regine avessero scoperto qualcosa.»
«E quindi gli hanno chiuso la bocca.» Commentò Eelektross.
«Già. E temo non saranno gli ultimi.» Rispose Zangoose, tetro.
 
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E traguardo numero uno fatto

CAPITOLO 100: AZZARDI E NOTIZIE​
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Medium City, Le tre carte di Solosis, 21/06/4783, circa le 21Seduto in camera sua, Raichu stava mangiando un piatto di Bacchesalak alla griglia che aveva ordinato. Gli altri erano già usciti da un po’ per una visita di Medium City insieme al resto del Gruppo. Gli unici rimasti al Tre Carte erano lui, Eelektross, Zangoose e Luxray, che appena alzatosi si era fatto una doccia e si era precipitato nel casinò insieme a quasi tutte le pepite che si era portato dietro. Eelektross gli aveva consigliato di non mettersi assolutamente a giocare a carte, e Raichu sperava che avrebbe seguito il consiglio. Da quel che aveva capito, leggere la mente dell’avversario ad Espia non era considerato barare, visto che quasi tutti potevano farlo.
“E comunque” aveva detto Eelektross “Chi non sa leggere la mente può giocare alla roulette o roba del genere.”
Quanto a Raichu, dopo essersi alzato si era fatto una doccia ed era rimasto in camera. Aveva parlato un po’ con Eelektross, ma in ogni caso non aveva fatto nulla di che.
Finito di mangiare lasciò il piatto davanti alla porta e si diresse verso la camera di Eelektross. Qui trovò, oltre che Zangoose, anche un terzo pokémon. Sospeso a mezz’aria davanti al tavolo, le grandi braccia posate sul tavolo, mentre mescolava due mazzi di carte, uno per mano, il Reuniclus discuteva con Eelektross.
«Sono felice di vederti capo, ma vorrei che me l’avessi detto. Ti avrei aspettato.»
«Stai tranquillo, non c’è problema. Allora, come vanno gli affari?» Chiese Eelektross, facendo cenno a Raichu di sedersi. «A proposito, lascia che ti presenti Raichu.»
«Piacere.» Disse Reuniclus lasciando andare il mazzo che teneva nella zampa destra, che però rimase sospeso a mezz’aria e continuò a mescolarsi, per stringere la mano che gli porse Raichu «Il capo dice che sei parecchio forte, anche se qui ti servirà a ben poco. Si sa, in un casinò conta la fortuna.» E ridacchiando lasciò andare la zampa di Raichu e riprese il mazzo, ricominciando a mescolarlo.
«Lui è Reuniclus, mio vice qui ad Espia e uno dei migliori giocatori di Pokér che conosca.»
«Solo di Pokér? E io che credevo di essere bravo anche negli altri.» Chiese Reuniclus, fingendosi offeso. «Comunque gli affari vanno a meraviglia in città, ma nei paesi più piccoli ci sono problemi. Ultimamente la terra ha perso fertilità, e meno ricchezza significa che si hanno meno soldi per giocare.»
«Capisco. Bene, direi che possiamo esporti il progetto di Zangoose.» Disse Eelektross.
«Come vuoi.» Rispose sorridendo Reuniclus, posando i mazzi, che comunque proseguirono imperterriti a mescolarsi. Raichu si chiese come fosse in grado di parlare così tranquillamente mentre muoveva  con la mente due mazzi di carte, cosa che doveva richiedere una certa concentrazione.
«Raichu, vorremmo che il nostro piano restasse un segreto. Quindi mi faresti il favore di andare a vedere cosa sta combinando Luxray?» Chiese Eelektross.
«D’accordo.» Rispose Raichu, alzandosi. Discutere sarebbe stato inutile. E poi Zangoose ed Eelektross dovevano avere i loro motivi per non volergli dire nulla.
Quando Raichu fu uscito, Reuniclus sorrise «Non volete dirglielo perché siamo ad Espia, vero?»
«Assolutamente. Se fossimo in qualunque altro paese, non avremmo problemi a rivelarglielo, ma qui ad Espia, dove leggere il pensiero è una cosa normale, non possiamo dirgli la verità. Io sono stato addestrato dal mio maestro a proteggere i miei pensieri e Zangoose è diventato abbastanza bravo a nascondere ciò che pensa. Quindi siamo gli unici che devono sapere di questo piano.»
«Capisco. Bene, allora posso sapere la vostra idea?»
Eelektross e Zangoose spiegarono rapidamente tutta la situazione, poi esposero il loro piano.
Quando terminarono, Reuniclus fermò i mazzi, che si bloccarono di colpo, poi parlò «Questa idea è ai limiti della follia, un gioco d’azzardo che neanche io mi arrischierei a fare, eppure da quel che mi dite sarebbe davvero utile. Quindi capo, dammi l’ordine e io faccio entrare in azione i nostri uomini.»
«Bene. Reuniclus, esegui.» Rispose Eelektross, sorridendo.
 
Black Hole City, palazzo reale, 21/06/4783, circa le 21
Surskit seguiva Gengar, che lo guidava mentre rileggeva il foglio. Quando era arrivato a palazzo, dopo un giorno intero passato a correre, Surskit era esausto. Per fortuna, Gengar lo aveva riconosciuto subito e lo aveva fatto rifocillare. Quando finalmente era riuscito a spiegare la situazione al Generale, che per tutto il tempo lo aveva osservato, questi aveva praticamente strappato il foglio dalle mani del pokémon e lo aveva letto impallidendo a mano a mano.
«Sono informazioni vitali, ma forse avrei preferito continuare a credere che il piano dell’Organizzazione fosse solo conquistare Pokémos. Seguimi, dobbiamo avvisare i re.» Aveva detto, per poi fluttuare via seguito da Surskit.
Arrivati alla porta dietro cui si trovava la stanza in cui si riunivano i re ed i generali della Coalizione, Gengar l’aveva attraversata senza fermarsi, e Surskit aveva rischiato di sbatterci contro. Si fermò e attese. Dopo qualche secondo, la porta si aprì e il pokémon potè entrare.
«Surskit, Gengar ci ha detto che avete notizie importanti. Per favore, parlacene.» Disse Chandelure.
Surskit annuì. Non sapeva se fosse la cosa giusta, ma decise di non nominare gli Unown. Per il resto raccontò nel dettaglio tutto quel che Zangoose aveva raccontato loro. Fu costretto a fare il nome del pokémon, cosa che probabilmente questi non avrebbe gradito, ma non poteva nascondere la fonte delle informazioni ai re ed ai Generali, anche se li pregò di non farne il nome con nessuno. Più a lungo Zangoose restava in incognito, meglio era.
Quando ebbe finito, Gengar porse a Chandelure il foglio. Uno dopo l’altro, tutti i re lessero il foglio ed ognuno di loro impallidì, mentre leggeva. Alla fine, nessuno parlò per qualche minuto. Infine fu Alakazam a prendere la parola «Anzitutto, riconosco di essermi sbagliato. Se quel che c’è scritto su quel foglio è vero, e non ho la minima ragione di dubitarne, allora la Coalizione non sarebbe mai stata sufficiente per affrontare l’Organizzazione. L’Alleanza è davvero necessaria, e probabilmente è l’unica cosa che possa mettersi tra i nostri nemici ed i loro piani.»
«In secondo luogo, credo dovremmo cercare di accelerare i tempi. La squadra è già pronta a partire, quindi vi invieremo a Venom Port con il teletrasporto. Da lì partirete con la nave che Drapion ha fatto approntare, la più veloce della Nuova Flotta, e vi dirigerete verso Elettria. In questo modo, entro una settimana sarai in grado di comunicare la situazione ai re riuniti ad Electronvolt.»
«Sono d’accordo, e dopo ciò che abbiamo letto credo che nessuno abbia qualcosa da ridire.» Disse Machamp. Il resto dei re annuì.
Surskit dopo essersi inchinato nuovamente seguì Gengar, che lo guidò fuori dal palazzo, verso la base delle truppe della Coalizione di stanza ad Oscuria. Dopo un quarto d’ora arrivarono alla base, una costruzione a caserma alta cinque piani.
Entrati, Gengar lo guidò al piano superiore, superando l’ampio atrio. In una stanza si trovavano riuniti diversi pokémon che si misero sull’attenti quando videro il Generale.
«Riposo. Ascoltate» disse Gengar, indicando Surskit «Questo è un messaggero che deve arrivare ad Elettria con voi. La sua missione è della massima importanza, quindi prestate attenzione alla sua sicurezza. Sappiate comunque che è un combattente abbastanza abile.»
«Signorsì, signore.» Dissero i cinque pokémon.

«Bene. In tal caso, arrivederci e buona fortuna.» Disse Gengar, sull’attenti. I cinque pokémon e Surskit chinarono il capo mentre il generale usciva. Poi Surskit si girò e si preparò a presentarsi ai cinque.
 

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CAPITOLO 101: SURSKIT, IL MESSAGGERO​
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Black Hole City, caserma della Coalizione, 21/06/4783, circa le 21

«Avanti Grump, porta da bere. Mi raccomando, sei bei boccali di Succo di Bacca, dobbiamo festeggiare il nostro nuovo compagno!» Disse Cacturne, dando una pacca sulla schiena a Surskit. Pacca che sarebbe stata molto più piacevole senza le spine che coprivano il braccio.
«Allora ragazzo. Hai detto di chiamarti Surskit giusto? Bene, allora» Proseguì il pokémon «Io sono il capitano di questa squadra, Cacturne. Sappi che nella mia squadra ci sono solo tre regole. Primo, eseguire gli ordini del capitano e dei suoi superiori. Secondo, proteggere i compagni. Terzo, essere sempre attenti e rispettarsi l’un l’altro. Ci sono capitani che sono convinti che comandare la propria squadra col pugno di ferro sia sufficiente, ma io credo che la sola disciplina senza la fiducia sia inutile. Per questo sono abbastanza accondiscendente. Mi hai capito ragazzo?»
«Sì, capitano.» Rispose Surskit.
«Perfetto, vedo che ci capiamo in fretta. Bene, per proseguire quello che è uscito è Grump. Come lottatore è eccellente, e non se la cava male neanche con le parole. Questo qui invece» Disse indicando il pokémon accanto a lui, un tizio enorme che maneggiava una trave d’acciaio come fosse un fuscello «è il tecnico della squadra, oltre che il terzo combattente migliore. Si occuperà di installare il Punto di Teletrasporto. Gurdurr, saluta forza.»
«Tanto piacere» disse Gurdurr «e non preoccuparti, il capitano è un tipo parecchio bizzarro ma ci sa fare. Non è diventato capitano per niente.» Aggiunse a bassa voce.
«Bene, e adesso… Dove sono finiti gli altri?» Si chiese Cacturne guardandosi intorno.
«I-io sono qui capitano.» disse una voce dalla brandina in alto.
«Dustox, vieni giù, di che hai paura. Dannazione, mi farai impazzire. Ogni volta che uno nuovo si unisce alla squadra cominci a nasconderti. L’ultima volta ci hai messo due settimane per convincerti a parlare davanti a Gurdurr. Dai, Surskit viene addirittura da Alvearia. Dico bene?»
«Sì, esatto.» annuì Surskit. In quel momento un’ombra calò su di lui. Un attimo dopo, posato di fronte a lui, c’era un Dustox.
«D-Davvero vieni da Alvearia? Io ci sono nata, poi però mi sono evoluta e ho dovuto cambiare paese, perché la Predominanza mi attirava qui.»
«Non mi dirai che la cosa ti dispiace, Dustox?» chiese Cacturne, ridacchiando.
«N-no capitano, certo che no. In fondo, se non fossi venuta qui, non sarei mai entrata nell’esercito della Coalizione.» Rispose la Dustox.
«Bene,» disse il capitano «Dustox è un’eccellente supporto. Non nascondo che più di una volta ci siamo salvati la pelle grazie a lei.»
«N-No, che dice capitano.» Rispose Dust arrossendo violentemente.
«Bene, ora direi che manca solo una persona. Aegislash, dove sei?»
«Qui capitano.» Rispose una seconda voce da una branda lontana dalle altre.
«E dai Aegislash, vieni qua e presentati.» Ridacchio Cacturne.
«D’accordo, d’accordo.» Rispose il pokémon alzandosi di malavoglia.
Aegislash aveva uno strano aspetto. Sicuramente era fatto di metallo, ma aveva un aspetto molto bizzarro. Due grandi braccia simili a tessuto sporgevano ai lati della testa (o almeno quella che sembrava tale, vista la presenza di un grosso occhio) e si incrociavano dietro uno scudo rotondo.
«Molto piacere.» Disse Aegislash, anche se non sembrava molto convinto «Io sono Aegislash. Suppongo che tu sia davvero importante per la Coalizione se ti hanno richiesto di unirti alla sqaudra.»
«Che intendi?»
«Oh, già, in effetti non puoi saperne nulla. Vedi, la squadra di cui facciamo parte è di fatto parte di un corpo speciale. Se ci pensi, siamo cinque rappresentanti di altrettanti paesi membri della Coalizione. Siamo stati selezionati per comporre una squadra che fosse in grado di agire in ognuno dei propri paesi. In parole povere, il nostro ruolo è quello di occuparci di missioni che richiedono di uscire dalla giurisdizione di un singolo paese. Per questo veniamo inviati in missioni all’estero.» Spiegò Aegislash.
«Ed è per questo che tutti i presenti qui conoscono almeno sei lingue regionali.» spiegò una nuova voce. Grump si avvicinò a Surskit e gli porse un Succo di Bacca. «Molto piacere, mi chiamo Grump. Spero che il capitano non ti abbia terrorizzato.»
«Oh, andiamo,» Rispose Cacturne «non esageriamo.»
«No, no, non si preoccupi.» Rispose Surskit, imbarazzato.
«Non c’è bisogno che mi dai del lei. A dirla tutta, l’unico a cui devi rivolgerti così è il capitano.» Ridacchiò Grump.
«Va bene.»
«Bene, e adesso perché non ti siedi e non ci racconti qualcosa di te? Ho sentito che sei un membro di quel Gruppo di cui la gente continua a parlare, sono curioso.» Disse Cacturne, sedendosi su una branda. Gli altri lo imitarono, fissando il pokémon.
Surskit annuì e, dopo qualche momento di incertezza, iniziò a raccontare.
 
Da qualche parte a Oscuria, 21/06/4783, circa le 22
«Ehi Metagross,» chiese Blaziken «Hai visto Espeon?»
«Oh, ha detto che visto che il trasferimento è fissato per domani pomeriggio voleva andare a divertirsi un’ultima volta.»
«E quindi? Dov’è finito?»
«Non lo immagini? Quello non sa contenersi, quindi ci sono solo tre posti dove può essere andato. A bere, a giocare a carte o a fare a botte.»
«Il Demone con la faccia da angelo, lo chiamavano così una volta no? Sembra sempre un così bravo ragazzo, ed è proprio questo il suo vantaggio.» Rispose Blaziken, annuendo «Va bene. Quando torna dimmelo, perché ho un paio di cose da dirgli.»
 
Medium City, le tre carte di Reuniclus, 21/06/4783, circa le 22
Luxray fissò i due pokémon che giocavano a Pokér. Era chiaro chi tra i due avrebbe vinto, perché continuava a vincere una mano dopo l’altra.
E infatti, tre mani dopo, lo sconfitto se ne andava con la coda tra le gambe, mentre il vincitore guardava le sue nuove Pepite con enorme soddisfazione.
Luxray sorrise. Certo, non era esattamente quello che aveva detto Eelektross, ma quella sera aveva sbancato al Duskjack, lettura della mente o no.
“Quanto vorrei fare una partitina a Pokér. Peccato che non si possa.” Pensò, guardando il decimo avversario di fila che veniva sconfitto dallo stesso giocatore.
In quel momento il vincitore si guardò intorno e Luxray ebbe l’impressione che stesse guardando proprio lui.
«Tu,» disse il pokémon «Avanti, fatti una partitina. O hai paura?»
Luxray avvampò. Se qualcosa poteva farlo infuriare, era chiedergli se avesse paura.
«D’accordo. Fatti sotto.» E si piazzò al tavolo.

«Ottimo. Credo proprio che sarà una partita molto, molto interessante.» disse Espeon, fissando il Luxray con un sorrisetto indecifrabile sulle labbra.
 
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CAPITOLO 102: GIOCARE D'AZZARDO​
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Medium City, Le tre carte di Reuniclus, 21/06/4783, circa le 23

«Punto» Disse Luxray.
Espeon sorrise «Lascio.»
«Anch’io.» Borbottò il terzo partecipante, un Meowstic che aveva già perso quasi tutto ciò che aveva. Facendolo finire tutto in tasca ad Espeon ovviamente.
Dal canto suo, lui aveva vinto quattro mani. E ne aveva perse otto. E ogni volta aveva perso almeno il doppio di quello che aveva vinto.
“Dannazione” pensò Luxray “Come diavolo faccio a vincere? Ormai è chiaro che all’inizio ha perso due mani di proposito, per convincermi ad abbassare la guardia. Sa cos’ho in mano ed agisce di conseguenza. Quindi…”
Luxray guardò la mano. Asso, Re, Regina, Dieci, Sette. Tutti di cuori.
“Colore. Bene, ma vediamo adesso.” Luxray posò il Sei sul tavolo e sorrise «Cambio.»
«Bene.» Disse il mazziere, un Chimecho, cambiando la carta.
Luxray sollevò la carta, ma prima di poterla guardare una voce lo chiamò.
«Luxray, che stai facendo?» Chiese Raichu, osservandolo «Ho passato due ore a cercarti in questo postaccio e ti ritrovo a giocare a Pokér. Eelektross non te l’aveva proibito?»
«Non è il momento.» Sussurrò Luxray, innervosito.
Luxray gettò uno sguardo alla carta, di sfuggita. E vide un Sei di cuori. “Dannazione” pensò “Non mi resta che puntare sul Colore.”
Espeon sorrise «Punto.»
Meowstic annuì «Anch’io.»
Luxray riflettè. Se avesse mollato di nuovo, avrebbe perso e basta. Inoltre, con Raichu lì di fianco, avrebbe dovuto lasciare il tavolo. E se doveva scegliere, preferiva perdere giocando fino all’ultimo. Inoltre, non aveva la certezza che quei due non stessero bluffando.
«Rilancio.» Rispose, aumentando la posta. Al massimo, avrebbe recuperato il tutto a Duskjack, la prossima volta che fosse finito in un casinò.
«Chiamo.» Disse Espeon, puntando la stessa cifra.
«Lascio.» Rispose Meowstic.
«Bene, ora vediamo.» Disse Espeon. «Scala di Colore.»
Luxray imprecò, poi buttò la mano «Color…» Poi si interruppe e fissò il Sei. E si rese conto che era macchiato.
Jack di Cuori. Scala reale.
Quando se ne accorsero, i presenti si girarono verso il mazziere, che fissò la carta.
«Sono spiacente, deve essersi trattato di un incidente. Tuttavia, questo non cambia che il signor Luxray qui presente ha ottenuto una Scala Reale e di conseguenza ha vinto. Provvederò a cambiare mazzo. Chiedo ancora scusa per l’incidente.» Rispose il Chimecho, ignorando lo sguardo infuriato di Espeon.
«Bene. Ora direi che possiamo andare.» Ridacchiò Luxray rivolgendosi a Raichu.
Espeon fissò Luxray. Per un momento, provò il desiderio di saltargli addosso, ma sbuffò e cercò di calmarsi. In fondo, quella sera ci aveva guadagnato lui. Quelle informazioni non erano niente male.
 
Medium City, Le tre carte di Reuniclus, 21/06/4783, circa le 23
«Sei completamente impazzito!?» Gridò Eelektross, infuriato. «Una cosa ti avevo chiesto, una sola. Non giocare ad un gioco in cui gli avversari abbiano interesse a leggerti nel pensiero. E tu cosa fai? Ti metti a giocare a Pokér con degli sconosciuti!» Luxray abbassò il capo.
«Ti rendi conto del rischio che hai corso? Se uno dei tuoi avversari fosse stato un membro dell’Organizzazione, avresti potuto compromettere la missione.»
«Ma allora non vale la stessa cosa anche solo per gli altri che sono andati a visitare Medium City?» Chiese spontanemante Raichu.
Reuniclus scosse la testa «Nessuno si prenderebbe mai il rischio di leggere nel pensiero delle persone per strada. Vedi questi mazzi?» Chiese indicando i due che gli fluttuavano intorno alla testa «Per mescolarne uno con il pensiero, esercizio difficile, ci vuole la stessa quantità di concentrazione necessaria per leggere il pensiero di qualcuno come te, che non sa proteggere la mente né cambiare i propri pensieri. Credi davvero che qualcuno si metterebbe a leggere a caso la mente di chi passa per strada, specialmente considerando che ci sono anche pokémon in grado di capire se qualcuno sta cercando di leggergli la mente? Io non credo. Ma a un tavolo da Pokér qui a Espia è una situazione diversa. Tutti sanno che gli avversari cercheranno di leggergli il pensiero, e nessuno reagirà in modo particolare.»
«Questa volta mi hai deluso Luxray. Ti ho dato un solo ordine, e tu non lo hai seguito. Esci, e vedi di non fare altre sciocchezze.» Borbottò Eelektross. Si sentiva che era amareggiato.
Quando Raichu e Luxray uscirono, Zangoose si rivolse ad Eelektross «Sei stato un po’ duro, non ti pare?»
Eelektross annuì «Temo tu abbia ragione. D’altra parte, forse così imparerà che gli ordini del capo si eseguono sempre. Dovrebbe considerarsi fortunato, visto che l’ha imparato con una ramanzina e non perdendo la moglie.»
Zangoose annuì. Capiva bene il pensiero di Eelektross.
 
Medium City, Via dei Templi, 21/06/4783, circa le 23
«E quello è il tempio Reshikromiano. I Reshikromisti credono che la perfetta armonia si raggiunga solo quando gli ideali e la verità vengono posti sullo stesso piano. Per questo i più devoti hanno scelto volontariamente di trascorrere la propria esistenza a cercare di trovare un modo per riunire il Drago Originale.» Spiegò Lamp, indicando l’ennesimo tempio della grande strada.
Emolga lo fissò, affascinato. Sul lato sinistro il palazzo era nero, incluse le sei colonne tra cui si passava per entrare da quel lato, mentre sul lato destro era completamente bianco. Al centro, due grandi colonne grigio chiaro svettavano evidenti, sormontate da una piccola torre verde.
Per due ore avevano seguito Lamp, Zorua e Trubbish in giro per la città. I tre ci erano già stati diverse volte, e Lamp in particolare era un amante della storia dei paesi della Coalizione. Quando erano arrivati nella Via dei Templi, aveva iniziato a spiegare a tutti i presenti le origini di ogni tempio, e anche il tipo di religione che vi si venerava. Gli unici non interessati erano Plusle e Minun, che in compenso si stavano ingozzando di Dolci di Bacche comprati in una bancarella.
«Quello invece è il tempio dell’Equilibrio degli Elementi. Vi si venera la parfetta armonia tra Kyogre, Groudon e Rayquaza, ossia la perfetta armonia tra Terra, Mare e Cielo. I fedeli passano la vita a perseguire gli scopi di mantenere in equilibrio le tre fazioni. Per esempio, a Terria provvedono a proteggere le oasi, mentre a Laghia impediscono che l’erosione cancelli l’anello di terra esterno.»
Il tempio era incredibilmente complesso, osservò Emolga. Non c’era un tetto, ma solo un anello di pietra sorretto da colonne. Avvicinandosi, si rese conto che parte delle colonne erano incise con alcune onde, parte con montagne stilizzate e le ultime con nuvole.
«Incredibile.» Disse osservando il tempio.
«Bello, vero? E vedrai l’ultimo posto in cui vi porterò.» Disse Lamp.
«E dov’è?»
«La Gilda degli Indovini.» Ridacchiò Lamp. «Vedrai che ti piacerà.»

E il Gruppo seguì il pokémon verso la nuova meta.
 
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CAPITOLO 103: LA GILDA DEGLI INDOVINI​
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Medium City, Gilda degli Indovini, 21/06/4783, circa le 23
Quando arrivarono davanti alla grande costruzione, in un primo momento Emolga pensò di avere davanti il palazzo reale.
La gigantesca costruzione circolare era circondata da sei torri bianchissime sormontate da pinnacoli neri. Anziché un tetto, la cima era sovrastata da una cupola trasparente. Inoltre, era ricoperta di simboli che Emolga non riusciva ad interpretare.
«Bella eh? È al terzo posto tra le costruzioni più grandi della città, dopo la Cattedrale Arceista ed ovviamente il Palazzo Reale. Purtroppo sono entrambi piuttosto lontani, nella parte nord della città, quindi credo sia meglio venire qui.» Spiegò Lamp.
«Ma cos’è?» Chiese Emolga.
«Vedete, una delle tradizioni principali di Espia è quella di ospitare indovini, ossia pokémon in grado di predire il futuro. Questi pokémon sono sempre stati tenuti in grande considerazione.»
«Predire il futuro? Abbiamo già incontrato un pokémon che aveva questa capacità, ma onestamente mi sembra incredibile.» Disse Emolga, pensando all’incontro con Sigilyph, ai Quattro Templi.
«Beh, qui ad Espia è un fatto. E come puoi immaginare un sacco di pokémon si spacciano per indovini. Per questo è stata creata la Gilda. Solo un indovino provvisto di autorizzazione dalla Gilda può esercitare questo ruolo. Se qualcuno che non è dotato di un permesso fosse scoperto ad esercitare il ruolo di indovino, subirebbe una multa e la reclusione, anche se ovviamente se sei un vero indovino subisci una pena molto più lieve e, in genere, ti viene conferito il permesso di esercitare appena termina il periodo di prigionia.»
«Inoltre, la Gilda permette anche di tenere sotto controllo gli indovini e di classificarli.»
«Classificarli?» Chiese Draak.
«Esistono diversi tipi di indovini: alcuni prevedono calamità, altri prevedono cambiamenti nei pokémon, altri non hanno controllo sulle previsioni, giusto per fare qualche esempio. Inoltre, cambia anche il periodo di tempo, perché ci sono indovini che prevedono eventi che avverranno tra pochi giorni ed altri che prevedono eventi che avverranno in un lasso di tempo che arriva anche a venti, trent’anni nel futuro, anche se queste sono molto nebulose, oppure risultano difficili da comprendere finchè ormai manca molto poco al loro avverarsi.» Disse Zorua.
«Capisco. Quindi, la Gilda classifica i vari indovini suddividendoli.»
«E li pone in una graduatoria. In pratica, più ti trovi in basso, più sei un indovino di bassa categoria e hai poteri più scarsi. Bene, volete vedere più da vicino. Ah, una piccola cosa. Cercate di non offendere gli indovini. Un tempo lo fece un re di Velenia, e la sua famiglia si estinse.» Disse Lamp.
«Neanche i re resistono al destino. Non so cosa fece quell’indovino, ma certo doveva essere una previsione potente.» Disse una voce alle loro spalle.
Tutti si girarono, e si trovarono davanti un Beheeyem. Questi li fissò per un momento, poi annuì.
«Come previsto. Dieci pokémon, nessuno dei quali provenienti da Espia, all’incirca alle 23 della notte tra il 21 ed il 22 del mese di Caderoth, si presenteranno davanti alle porte della Gilda. Che vengano condotti al mio cospetto.»
«Chi sei?» Chiese Emolga, fissandolo.
«Che maleducato, avete ragione, non mi sono presentato. Sono l’indovino di Classe A, Beheeyem “L’Indovino delle Malattie”. Sono stato inviato qui dalla Grande Indovina per una sua premonizione. Seguitemi per favore.»
Emolga riflettè. Forse era meglio seguirlo. In fondo, erano in dieci. Nella peggiore delle ipotesi, avrebbero dovuto essere in grado quanto meno di fuggire.
Alla risposta affermativa di Emolga, Beheeyem fece loro cenno di seguirli e li guidò dentro la Gilda. Dall’interno, lo spettacolo era incredibile. La gilda era piena di lampade, tutte a forma di Lampent come i lampioni di Spettria.
I dieci seguirono Beheeyem, salendo alcune rampe di scale, finchè non raggiunsero un lungo corridoio. Lo percorsero, e si trovarono davanti a una porta, alla cui guardia erano schierati diversi pokémon.
Superatili, entrarono nella stanza. Qui, al centro di un grande tappeto rosso circolare, fluttava a mezz’aria un Musharna. Il pokémon aveva gli occhi chiusi ed il fumo usciva pigro dalla sua testa.
Per un attimo, rimasero indecisi su come comportarsi, poi Musharna aprì un occhio. In quel momento, guardando qell’occhio, Emolga e gli altri sentirono che dovevano inchinarsi. Nessuno aveva fatto un gesto, né Musharna aveva fatto nulla, ma tutti chinarono il capo.
Musharna sorrise. Era un sorriso caldo, per rassicurarli. Poi parlò, e la sua voce emanava tranquillità e pace. «Benvenuti, vi aspettavo. Sono la Grande Indovina, Musharna “La regina dei Sogni”. Vi ho chiamato per via di una profezia che ho avuto su di voi. Ho percepito di dovervela comunicare quando foste venuti alla Gilda degli Indovini, ed è avvenuto. Quindi ascoltatemi bene, e fissatevi queste parole nella memoria.»
«Nella Terra delle Fiamme, non esitare a scegliere fidandoti del cuore.» Disse, rivolgendosi a Mud.
«Nella Terra in cui imperversa la Battaglia, prestate attenzione a chi professa di esservi amico, perché proprio lui potrebbe portarvi alla rovina.» disse a Draak.
«Nello stesso luogo, non cercate di superare i vostri limiti quando svolgete il compito affidatovi, o rischierete di perdere tutto.» Disse a Plusle e Minun.
«Nella Terra del Gelo, quando sarete l’unica speranza per i vostri compagni, non cedete alla paura.» Disse a Trubbish, Lamp e Zorua.
«Nella Terra Deserta fidatevi di colui in cui dubitate, e potrai puntare alla vittoria.» Disse a Flaaffy e Tri.
«E proprio alla meta, stai pronto ad aiutare un alleato a compiere il suo ultimo desiderio.» Disse ad Emolga.
«Questo è quello che posso dirvi. Francamente, le mie visioni in genere sono molto più precise di così, ma negli ultimi anni i poteri miei e degli altri indovini si sono indeboliti. Mi dispiace davvero. Vi auguro di comprendere ciò che vi ho detto.»
«Vi ringrazio.» Disse Emolga, chinando il capo.
«Dovere. Le forze contro cui vi muovete vanno ben oltre il singolo potere di chiunque. E per qualche motivo, per quanto ci abbia provato, non sono riuscita a prevedere cosa accadrà. Probabilmente, il futuro è talmente incerto che tentare di predirlo sarebbe pura presunzione. Vi auguro buona fortuna. Ed ora andate.»
I dieci chinarono nuovamente il capo ed uscirono, seguendo Beheeyem.
 
Medium City, 21/06/4783, circa le 23
Espeon camminava per le strade della città, guardandosi intorno e ridacchiando. Dopo la partita, per festeggiare quello che aveva scoperto, si era scolato una ventina di Succhi di Baccauva, e iniziava a sentirsi un po’ su di giri. Si guardò intorno, e decide di percorrere un vicolo.
“Sono in un vicolo buio della capitale di un paese a notte fonda, quindi…” Pensò guardandosi intorno, speranzoso.
E infatti un attimo dopo, dall’ombra uscirono alcuni pokémon. Tra di essi riconobbe il Meowstick che aveva battuto.
«Ehilà. Cosa ne diresti di ridarmi i miei soldi? Sai, ho rapinato un bel po’ di gente per raccattarli.»
«Ma tu guarda. Speravo di trovare un diversivo divertente, invece siete solo noiosi. Oh bhe, almeno mi calmerò un po’.»
Poco dopo, dal vicolo usciva un solo pokémon. Espeon si guardò alle spalle e ridacchiò «Sì, tutto sommato è stato decente. Se solo non lasciassero tutte queste macchie rosse sugli artigli.» E si allontanò ridacchiando.
 

Darken

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CAPITOLO 104: NOTIZIE​
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Black Hole City, 21/06/4783, circa le 23

«E questo è tutto.» Disse Surskit.
Gli altri lo guardarono per qualche secondo, poi Cacturne scoppiò a ridere.
«“E questo è quanto”? Ahahahahah, vorrei poterla dire io una cosa del genere. Ma ti rendi conto? Ragazzo, le tue avventure non hanno niente da invidiare a molte delle storie che i soldati si raccontano tra loro riguardo ai generali dei tempi antichi.» Commentò.
«A me interessa quel tuo stile di lotta. Credi di potermelo mostrare uno di questi giorni?» Chiese Grump.
«Intendi il Labirinto degli Specchi di Ghiaccio? Non c’è problema, ma ci vuole parecchio. Ad essere sincero, vorrei davvero perfezionarlo, ma non saprei come.» Rispose Surskit.
«Oh, se ce lo mostrerai sono certo che mi verrà in mente qualcosa. Dico bene Gurdurr?».
«Concordo. Fidati, io e Grump siamo esperti quando si tratta di migliorare gli stili di combattimento.»
«Allora lo farò senz’altro.» Rispose Surskit «Vi ringrazio.»
Dustox si limitò a guardarlo, sorridendo.
Aegislash sbuffò «Bene, ora che la storia è finita, direi che possiamo pure dormire.»
«Non mi credi?» Chiese Surskit.
«Oh, no, non ho ancora mai detto una cosa del genere. Diciamo che preferisco vederti in azione dal vero prima di giudicare.» E detto ciò si allontanò e si infilò nella propria branda.
«Ah, non preoccuparti, Aegislash è sempre stato un po’ scorbutico.» Disse Cacturne «Comunque ha ragione. A dormire gente, domani dobbiamo partire.»
«Sissignore.» Dissero gli altri, dirigendosi verso le proprie brandine.
«Io dove dormo?» Chiese Surskit.
«La brandina sotto quella di Dustox è libera. Dovrebbe andare bene.» Rispose Cacturne sbadigliando.
Surskit posò la propria borsa accanto alla branda e ci si stese, poi si guardò intorno. Gurdurr dormiva nella branda sotto Aegislash, con la trave posata accanto al letto.
Grump dormiva nella branda sotto a quella di Cacturne, e stava già russando. Del resto, a quanto pareva Surskit era l’unico ancora sveglio già dopo pochi minuti.
Rimase lì, a pensare al suo viaggio. All’improvviso sentì un rumore e guardò in alto. Dal bordo della branda, Dustox si sporse sorridendo.
«C-Ciao. A-Allora, come ti senti?» Chiese Dustox, guardandolo.
Surskit la guardò e sorrise «Bene, ti ringrazio.»
«Oh. B-Bene. Allora buona notte.» Rispose Dustox, ritirando la testa, imbarazzata.
Dalla sua branda, con gli occhi chiusi, Cacturne sorrise.
 
Da qualche parte ad Oscuria, 21/06/4783, circa le 24
«Eccoti! Dove sei stato? No, aspetta, non rispondere, tanto lo so.» Disse Blaziken, fissando Espeon.
«Ah, non preoccuparti, sono pure tornato presto.» Rispose Espeon.
«Va bene, va bene, non ho voglia di litigare. Piuttosto, c’è una cosa di cui voglio parlarti.»
«E sarebbe?»
«Voglio sapere come procede il piano.»
Espeon sorrise «Ma come, non era “tutta una sciocchezza”? Non era meglio “concentrare gli sforzi sull’addestramento delle truppe”?»
«Taglia corto, vuoi dirmelo o no?»
«Uhm, no, credo che non te lo dirò. In cambio, però ti riferirò un paio di notizie fresche fresche. Primo, il Gruppo è già arrivato a Medium City. Secondo, uno di loro è mio. Il Luxray. Terzo, uno di loro ha lasciato il Gruppo e ha portato informazioni a Black Hole City.»
«Quali informazioni?»
«Già, questo ci porta al quinto punto. Qualcuno ha modificato la loro mente.»
«Cosa vorrebbe dire?»
«Quel Luxray non era in grado di proteggere la propria mente. Se avesse saputo farlo, avrebbe usato quella capacità per giocare a Pokér. Tuttavia, una parte dei suoi ricordi è protetta. Quindi, ritengo che qualcuno abbia modificato quella parte della sua memoria per proteggerne il contenuto. Ho tentato di forzarla, ma ho avuto solo qualche immagine frammentata. L’unica informazione degna di nota che ho ottenuto superando in parte il blocco è quella su Surskit.»
«Interessante. Sono informazioni utili nonostante tutto. Peccato che non abbiamo la possibilità di approfondire. In ogni caso, è un buon risultato.»
«Già. Suppongo che dovremmo avvisare Vulcania vero?»
«Sì, direi che è meglio, d’altronde sono i prossimi. Di questo passo, quelli che supereranno il confine arriveranno nel territorio delle Fiamme Blu in pochi giorni.»
«Sinceramente, sono quasi tentato di lasciarli fare. Vorrei vedere se sono davvero in grado di risolvere la situazione di quel paese.»
Blaziken ridacchiò «Muoviamoci, ci conviene contattare Vulcania e la base per dare tutte le informazioni.»
E i due si allontanarono.
 
Medium City, Le tre Carte di Reuniclus, 22/06/4783, circa le 08
Il Gruppo, uscito dalle rispettive stanze, si diresse verso il Teletrasporto. Scesi al piano di sotto, trovarono Reuniclus ad aspettarli.
«Ho già inviato le spie ad eseguire il lavoro. Tranquillo, se ce n’è qualcuno qui ad Espia lo troveremo. Ho anche provveduto ad avvisare gli altri paesi. Probabilmente lo sanno già i gestori di mezza Pokémos.»
«Efficiente come al solito, ottimo lavoro. Buona fortuna.» Disse Eelektross.
«Arrivederci. E mi raccomando, fatti vedere più spesso.»
«Prometto che lo farò.»
Reuniclus si limitò ad annuire.
«Bene. Forza gente, in marcia.»
E il Gruppo superò la porta del Le tre Carte di Solosis, diretto verso Arenia.
“E fatto quello che devo fare lì” pensò Eelektross “Ci aspetta una delle parti più difficili del viaggio.”
 
Da qualche parte a Vulcania, 22/06/4783, circa le 09
Seduti su due troni neri, accanto a una grande pozza di magma, il pokémon rideva di gusto.
«E quindi stanno arrivando?»
«Esatto fratello.» Rispose l’altro, serio.
«Se sono partiti da Medium City, arriveranno in una settimana al massimo, forse anche meno. Per favore, passa l’informazione alle Fiamme Nere e alle Fiamme Rosse.»
«Come vuoi tu fratello.» Disse alzandosi.
«Io intanto vado a cercare S-77. Con le leggi del confine, passeranno solo i migliori.» Rispose l’altro, sollevandosi a sua volta.
«Va bene fratello. A dopo.»
«A dopo. Tanto so dove cercarlo, non ci metterò molto.»

E i due uscirono dalla stanza, lasciando solo il magma a borbottare nella pozza.
 
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CAPITOLO 105: ARENIA​
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Arenia, Strada di Arceus, 22/06/4783, circa le 11
Per tre ore, il gruppo procedette come al solito, diretti verso nord-est seguendo la Strada di Arceus.
“Chiunque abbia costruito questa strada, doveva essere estremamente abile. Anche solo per percorrere tutta questa strada, tenendosi protetto da ogni genere di pericolo, e continunando a lavorare, una squadra impiegherebbe mesi.” Pensò Raichu, guardando i ciottoli bianchi che formavano la strada.
Proseguirono per un po’. Raichu notò che improvvisamente era aumentata la presenza di pokémon sulla strada. Convogli di mercanti, gruppi di viaggiatori e anche alcuni pokémon con un Terrorpanno che viaggiavano isolati. Raichu si chiese perché fossero aumentati proprio ora, poi Eelektross indicò loro un cartello. Una grande bacheca coperta di fogli era posizionata accanto alla strada. Sembrava piuttosto vecchia, eppure era in ottime condizioni. Alcuni pokémon la osservavano con grande interesse. Eelektross aprì un varco tra i radi osservatori ed il Gruppo iniziò a leggere.
«Classifica delle scuole d’allenamento di Arenia, pagina 1. Prima, Scuola del Calcio Fiammeggiante. Seconda, Scuola del Pugno Vegetale. Terza… Cos’è questa?» Chiese Raichu leggendo.
«Questa è, come dice il nome, la classifica delle scuole d’allenamento di Arenia. Vedete, la ricchezza di Arenia si basa tutta sulle sue scuole. Da tutta Pokémos, chi aspira a diventare forte in qualsiasi arte del combattimento viene in questo paese.» Spiegò Eelektross.
«Ultimamente, però, i viaggi dai paesi esterni alla Coalizione si sono ridotti. Fino a dieci anni fa, nonostante i problemi di Vulcania, la situazione era stabile, perché il Draak permetteva ai viaggiatori di aggirare il paese ed arrivare ad Arenia. Ma con la crisi che ha colpito in qualche modo tutti i paesi di Pokémos, grazie all’Organizzazione, i viaggiatori si sono ridotti. E questo è andato a creare uno scompenso.» Proseguì Zangoose.
«Ogni anno nascono scuole, e ogni anno altre vanno perse. Rubarsi studenti è diventato un atto comune, al punto che certe scuole si sono specializzate nel distruggerne altre al solo scopo di portare dalla propria parte gli studenti. Per porre un freno a questa situazione, è stata rispolverata un’antica tradizione del paese, che era andata persa da secoli, ossia un torneo tra scuole. In questo modo, le scuole che si classificano ai primi posti avranno meritato di avere più studenti, e quelle agli ultimi posti non potranno lamentarsi di averne pochi.»
«Comunque, quello che mi interessa è che in questa classifica viene indicata la posizione di ogni scuola esistente. Inclusa anche quella del mio maestro. Sempre che esista ancora, cosa su cui non ho dubbi. Devo solo trovarla in classifica.» Disse Eelektross, scorrendo il primo foglio.
«E perché ci interessa?» Chiese Raichu.
Eelektross sbuffò «Ve lo spiegherò senza troppi giri di parole. La maggior parte di voi è troppo debole per continuare il viaggio. Per dirne una, tu e Tri non sapete usare il Locomothunder. E se all’inizio del nostro viaggio non sapevamo quanto fosse pericolosa l’Organizzazione, oggi non si può dire la stessa cosa. Pensate a quello che ci ha detto Surskit su quella Roserade, e considerate il fatto che potrebbero essercene altri alla pari, e che ce ne saranno di persino più forti. Credete davvero di poter combattere alla pari con loro nelle vostre condizioni attuali?»
Per qualche momento nessuno replicò. Poi fu Raichu a parlare «E cosa proponi?»
«Ho fatto rapidamente due conti. Abbiamo sempre proceduto alla massima velocità possibile. Ci siamo, finora, fermati una volta sola, a Medium City, e nemmeno per un giorno intero. Quindi» disse sollevando due artigli «abbiamo guadagnato esattamente due settimane rispetto alla tabella di marcia che Galvantula e Wash avevano previsto. E in queste due settimane, voglio chiedere al mio maestro di aiutarvi a migliorare.»
Raichu riflettè sui capitani che aveva affrontato fino ad allora. Gliscor, Banette, Arbok ed Houndoom. Ognuno di quei quattro era abilissimo nei combattimenti. L’unico che aveva sconfitto da solo era stato Arbok, che però si era pure trovato in svantaggio per via del soffitto basso della Città Caverna. In campo aperto, non sapeva se sarebbe riuscito a sconfiggerlo da solo.
E ognuno degli altri stava pensando le stesse cose. Quindi nessuno ebbe nulla da ridire quando Raichu rispose «D’accordo Eelektross.»
«Bene, perché io nel frattempo ho trovato la scuola del mio maestro, e non è neanche molto lontana da qui. Beh, suppongo che mi sarei dovuto aspettare questa posizione.» Disse ridacchiando. Ed indicò la scuola in fondo alla classifica.
Raichu lesse il nome. Scuola delle trecento arti.
 
Da qualche parte a Vulcania, 22/06/4783, circa le 13
«Che ne dite?» Chiese il capitano rivolgendosi agli altri.
«Dico che per il momento non vedo perché preoccuparsi. Qui, nei territori delle Fiamme Nere, sarà difficile che arrivino. Dovrebbero superare sia le Fiamme Blu che le Fiamme Rosse.» disse uno dei due.
«Sì, ma finora ce l’hanno sempre fatta.» Rispose l’altro.
«Bah, finora hanno avuto fortuna, è questa la verità. A Laghia l’unico capitano modificato non c’era. Ad Alvearia Shedinja non è potuto andare. Ad Aeria, Gliscor si è messo in mezzo per proteggerli da Dragonite. Alla Coalizione dei Cinque, il tipo di sfida scelto li ha messi sullo stesso piano. Finora hanno avuto solo assaggi della nostra potenza. Ma da adesso sarà diverso. Sappiamo che sono partiti da Medium City, e a quest’ora saranno ad Arenia. Una settimana e saranno al confine.» Rispose il secondo.
«Va bene. In tal caso, aspetteremo. D’altronde, le regole sono di non sconfinare se la base non da ordini precisi, e Vulcania è un caso particolare anche di per sé.»
«D’accordo. Sono solo curioso di sapere cosa ne pensano gli altri.»
 
Da qualche parte a Vulcania, 22/06/4783, circa le 13
«Bene, e questo è quanto.» Disse il primo capitano, gettando il foglio tra le fiamme.
«Si preoccupano troppo. Appena saranno nel territorio delle Fiamme Blu, saranno schiacciati, e noi Fiamme Rosse non dovremo muovere un dito.» Rispose il secondo.
«Piuttosto, avevo sentito dire che quel fuggitivo di Aeria sembrava diretto qui. Ci sono novità?»
«Nessuna. Sembra che sia stato visto ad Espia, e tutti credevano che il suo scopo fosse volare qui a Vulcania, visto che ci sei tu. E invece ancora non si vede.»
«Che peccato, speravo tanto che stesse arrivando. Io e Gliscor abbiamo un conto in sospeso.»
«Solo uno? Dannazione, credo che l’unico a cui Gliscor sta più antipatico sia Pidgeot.» Rispose il primo.
«E io non scommetterei neanche su quest’ultima affermazione.» Ridacchiò il secondo «In ogni caso, presto o tardi arriverà.»
«Questo è sicuro. D’altronde, io ho qualcosa che lui vuole.»
 
Arenia, Scuola delle Trecento Arti, 22/06/4783, circa le 14
«Figliolo, lo percepisci anche tu?» Chiese il vecchio, stringendo il bastone tra le zampe.
«Certo papà, come potrei non sentirlo, dopo che per così tanto tempo ci siamo allenati insieme? A quanto pare si è rafforzato ancora.» Rispose il figlio sorridendo.
«Un vero peccato per quella sensazione di malinconia che non lo lascia mai.»
«Già. In ogni caso saranno qui tra un’ora. Tra i suoi compagni, sono in parecchi ad avere un buon potenziale.»
«E uno di loro è sicuramente al pari con lui. Scommetto che si prospetta un periodo divertente.»


[/SPOILER]
 

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CAPITOLO 106: LA SCUOLA DELLE TRECENTO ARTI​
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Arenia, Scuola delle Trecento Arti, 22/06/4783, circa le 15Dopo essere uscito dalla strada di Arceus, il Gruppo seguì un lungo sentiero sterrato diretto ad ovest, circondato solo dalla pianura, l’erba che si muoveva placida al vento. Qualche albero solitario svettava qua e là, ma la vista si estendeva per chilometri. Emolga, che volava sopra gli altri su richiesta di Eelektross, poteva guardare in ogni direzione. Dietro di loro, si vedevano chiaramente il Draak e la Strada Di Arceus. Data la dstanza, sembravano due linee, una bianca ed una azzurra, che si dirigevano verso nord. A nord, si vedevano in lontananza alcuni villaggi e, sulla linea dell’orizzonte, quella che sembrava essere una città.
Ad est, la pianura procedeva ininterrotta per chilometri, salvo qualche piccolo villaggio ed alcune case isolate. Emolga si chiese quante di quelle fossero scuole. Eelektross gli aveva spiegato che molte scuole sceglievano di posizionarsi in luoghi isolati, per evitare ospiti indesiderati e mettere alla prova gli aspiranti.
Anche a sud, la pianura era interrotta solo da case isolate, dalla Strada di Arceus e dal Draak. Scorse anche qualche bosco. E ad ovest, oltre una costruzione ormai piuttosto vicina, che Emolga suppose essere la Scuola delle Trecento Arti, si vedeva solo pianura e, appena sulla linea dell’orizzonte, quelle che sembravano essere montagne.
Quella vista diede ad Emolga una sensazione di vuoto che non aveva mai provato. Fino ad allora, ovunque fosse stato, si era sempre trovato ad osservare dall’alto qualche ostacolo naturale. Ad Elettria, ovunque fosse andato, aveva sempre visto città, villaggi, montagne o boschi. A Laghia si scorgevano sempre acqua, case e soprattutto Hydroheart. Ad Alvearia osservavi sempre mare, L’Alveare e alcune piccole zone pianeggianti. Ad Aeria, erano sempre presenti laghi, fiumi, foreste. A Velenia ci sono città, villaggi, fiumi ed il mare. A Spettria ed Oscuria era tutto troppo buio, e si vedevano parecchi boschi. Ad Espia era stato troppo poco. Questa era la prima volta che vedeva un paeseggio davvero vuoto, senza ostacoli di alcun tipo.
E si trovò a pensare che, se non fosse partito, non avrebbe mai visto niente del genere. «Anzi,» si disse «se non fossi partito non avrei mai potuto neanche fare un paragone del genere. Sarei rimasto chiuso tra le mie quattro pareti, senza sapere nulla del mondo esterno.»
Rimasi lì, sospeso in aria, lasciadosi cullare dal vento, per parecchi minuti. Poi, ad un segnale di Eelektross, scese riunendosi al resto del Gruppo. Il Gruppo proseguì per qualche minuto, e alla fine arrivò davanti alla Scuola. O meglio al grande portone.
In effetti, dall’alto, Emolga aveva notato che intorno all’edificio si ergeva un largo muro di pietra.il grande portone di legno impediva l’ingresso agli estranei.
«Come facciamo a chiedere di entrare?» Chiese Raichu.
«Oh, non serve, ci avranno percepito da più di un’ora ormai.» Rispose Eelektross.
«Acuto come sempre Eelektross. Un’ora e venti minuti, per essere pignoli.» Disse una voce dall’altra parte del portone. Si sentì il rumore di un catenaccio che veniva staccato, poi il portone si aprì.
«Lucario! Quanto tempo!» Disse Eelektross, sorridendo. I due si colpirono i palmi delle zampe, sorridendo.
«Eelektross, è un piacere rivederti. Ed è un piacere vederti in compagnia.» Disse Lucario, avvicinandosi al resto del Gruppo «Dunque…»
Senza preavviso, li toccò sulla fronte uno per uno, velocissimo. L’unico che riuscì a spostarsi in tempo fu Zangoose, che schivò il tocco.
«Non c’è male, almeno l’hanno visto tutti. Alcuni degli studenti che arrivano qui non si accorgono nemmeno che io sto provando a toccarli. E quelli non superano mai la prova.»
«Allora, che ne dici?»
«Un gruppo interessante. Contando anche te, siete due al livello maestro e tre al livello esperto. E gli altri hanno un potenziale elevato. Oserei dire che almeno cinque di loro in poco tempo sarebbero in grado di raggiungere due di quelli che ho definito esperti.»
«Perfetto, proprio quello che speravo. Adesso, ascolta…»
«Non adesso. Mio padre, il gran maestro, mi ha detto di chiamarvi nel momento in cui foste arrivati. Seguitemi.»
Eelektross annuì e fece un cenno agli altri, seguendo Lucario.
Il pokémon li guidò intorno alla costruzione. Raichu la fissò. Era alta tre piani, con ogni piano circondato da una tettoia di tegole. Nonostante la costruzione in pietra sembrasse solida, i muri erano percorsi da diverse piccole crepe, e i vetri delle finestre erano scheggiati.
«Eelektross, di che parlava?» Chiese Raichu mentre camminava, seguendo Lucario.
«La scuola delle Trecento Arti è una scuola molto particolare. Essa divide tutti coloro che appartengono alla scuola in quattro gruppi: Gran Maestri, Maestri, Esperti e Studenti. Quando Lucario vi ha toccato, ha analizzato le vostre capacità combattive ed ha determinato il vostro livello. E quando Zangoose l’ha schivato, ha potuto affermare con sicurezza che deve essere al livello di un Maestro. Maggiore è il tuo livello, più sei abile nelle Arti, ed in questa scuola l’abilità nelle Arti del combattimento è tutto.»
«Le Trecento Arti. Perché si chiama così?»
«Vedi, questa scuola esiste da più di duecento anni. In questo lasso di tempo, essa ha raccolto ogni Arte del combattimento che ha trovato, per conservarla una volta che si fosse estinta. Il numero di Arti estinte raccolte è trecento, ma quelle conosciute sono molte di più. Il Gran Maestro ne conosce, a livello teorico, oltre 1200. Ognuna di esse viene conservata in una biblioteca, sotto forma di libro, con un minuzioso elenco di ogni strategia ideata con l’uso di quest’arte.»
«E tu quante ne conosci?»                                                                                                        
«Oh, no, io, come fanno del resto numerosi allievi di questa scuola, mi sono dedicato ad una sola Arte, quella del Pugno Sanguisuga. D’altronde, quella del maestro è una scelta che non fanno tutti i Gran Maestri. Lucario sarà il prossimo Gran Maestro, ma ha scelto di specializzarsi in poche arti.»
«Quattro, per essere precisi.» Disse Lucario.
«Esatto. Vedrete, da questa scuola si può uscire solo più forti.» Disse Eelektross.
Il Gruppo, attraversato un breve corridoio, arrivò in una grande sala circolare. Qui, a gambe incrociate, erano seduti una decina di pokémon. Davanti a loro, su una sedia, stringendo tra le zampe un bastone bianco, si ergeva un Lucario. Bastava un’occhiata per capire che era lui il Gran Maestro. Emanava un’aria estremamente intimidatoria, intransigente ma al contempo estremamente calma e tranquilla.
«Eelektross, è un piacere vederti.» Disse il Gran Maestro.
«Gran Maestro, è un onore vederla.» Rispose Eelektross, chinando il capo.
«Ed è un piacere conoscere voi.» Disse, guardando uno per uno i membri del Gruppo «Eelektross, credo tu voglia chiedermi qualcosa.»
«Sì, Gran Maestro. Vorrei che per le prossime due settimane, accettaste come studenti i mei compagni.»
Il gran maestro si grattò il mento per qualche secondo «E dimmi, i tuoi compagni accettano di sottoporsi alla prova, come, tutti gli altri allievi?»
Eelektross li fissò e fece loro cenno di annuire. Uno dopo l’altro, tutti chinarono il capo.
«Bene, in tal caso possiamo cominciare.» disse il Gran Maestro, alzandosi.
Raichu alzò la zampa «Se posso chiedere, in cosa consiste la prova esattamente?»

«Dovete fidarvi davvero molto di Eelektross, visto che avete annuito senza esitare, anche se non sapete in cosa consiste la prova. Comunque è molto semplice.» Rispose il Gran Maestro «Dovete solo sconfiggere gli altri studenti, in regolari lotte uno contro uno, per permetterci di determinare a che tipo di Arte siete più adatti.»
 
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CAPITOLO 107: L'ARTE DEL PUGNO DELLE SEI VIE​
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Arenia, Scuola delle Trecento Arti, 22/06/4783, circa le 16
Il Gruppo seguì il Gran Maestro e gli studenti fuori dalla grande sala, sul retro della scuola, circondato da radi alberi. Qui trovarono un largo campo d’allenamento rettangolare. Il terreno era spoglio, senza alcun tipo di ostacolo visibile.
«Bene, chi vuol essere il primo?» Chiese il Gran Maestro osservando il Gruppo. Fissandolo bene, Raichu riuscì a vedere meglio il suo aspetto. Sembrava davvero molto anziano. Le ciocche di pelliccia dietro la testa, che nei Lucario normalmente era nera, erano grigie, così come la punta delle orecchie. La punta d’acciaio sulla zampa sinistra era spezzata. Ma osservandolo meglio, Raichu vide occhi accesi e notò le zampe ben strette sul bastone. Poteva anche essere vecchio, ma era indubbiamente ancora in forma.
Raichu stava per farsi avanti, ma fu preceduto da Luxray.
«Io.» Disse il pokémon, guardandolo.
«Ottimo ragazzo, ottimo. Vediamo un po’…» con un movimento impercettibile, il Gran Maestro sfiorò Lucario sulla fronte ed annuì. «Davvero particolare, proprio come pensavo. Bene, vediamo con chi potresti scontrarti… Riolu, nipotino mio, cosa ne dici?»
Gli allievi si fecero da parte, fissando Riolu. Questi sorrise e piegò il capo «Come desideri.»
I due pokémon si strinsero la zampa, poi si posizionarono ai due lati opposti del campo. Lucario si posizionò al centro, tra i due.
«Bene. La sfida si concluderà quando uno dei due si arrenderà o non sarà in grado di continuare. Nel caso uno dei due si dimostri estremamente superiore all’altro l’arbitro si riserverà il diritto di interrompere il combattimento.» Disse.
Dopodichè, Lucario si spostò, uscendo dal campo. «Cominciate.» Disse, sollevando le braccia per poi abbassarle.
Luxray si mosse veloce. In un batter d’occhio coprì lo spazio tra lui e Riolu, colpendo con uno Sgranocchio. Sembrava che fosse andato a segno, ma il Riolu che colpì scomparve, e Luxray si ritrovò ad azzannare l’aria. Luxray si girò e si trovò circondato. Decine di Riolu si aggiravano intorno a lui.
“Ma che…” Pensò Luxray. Poi capì “Doppioteam.”
Luxray iniziò a riflettere. Colpire gli avversari a casaccio sperando di centrare quello giusto sarebbe stata una sciocchezza. Si guardò intorno. Destra, sinistra, davanti, dietro. Le copie erano ovunque. Poi, improvvisamente, scomparvero. Luxray si guardò intorno, cercando di capire dove fosse l’originale. E un colpo lo centrò al petto, da sotto. Il pokémon fu scagliato lontano, rotolando indietro. Nel punto dove si trovava prima, Riolu era emerso da una Fossa che aveva scavato. Guardando bene, Luxray scorse la terra smossa ad una certa distanza dal punto in cui si trovava prima.
“Si è confuso tra le copie e ne ha approfittato per colpirmi di sorpresa.” Pensò Luxray, osservando l’avversario. Questa volta, si mosse con più prudenza. Prese a muoversi lentamente, in circolo, cercando un’apertura. Ma prima che potesse trovarla, il pokémon  scomparve, e un attimo dopo decine di copie erano tutt’intorno a lui.
Luxray non si fece cogliere impreparato. Anziché attaccare, usò Magnetascesa, sollevandosi da terra. Sicuro di non dover temere attacchi dal basso, si guardò intorno. Le copie lo circondavano. Davanti e dietro, a destra e a sinistra, come prima non era in grado di distinguere le copie dall’originale.
Stava ancora cercando di capire come risolvere il suo dubbio, quando qualcosa lo colpì alla schiena, facendolo arrivare ad un palmo dal suolo, dove il magnetismo lo fermò.
“Ha saltato e mi ha colpito alla schiena, anche se non so con cosa. Che razza di tecnica usa?”
«Oh, l’Arte del Pugno delle Sei Vie.» Commentò Eelektross, fuori dal campo.
«Mio figlio è estremamente orgoglioso di averla imparata. Ci sono voluti mesi per imparare a mantenere le copie fino all’ultimo istante prima di colpire.» Rispose Lucario, sorridendo.
«Lo credo. Mantenere il Doppioteam per tutto quel tempo richiede parecchia energia.»
«Per non parlare della difficoltà nel comprendere il modo di pensare dell’avversario ed agire di conseguenza.»
«Luxray è nato e cresciuto ad Elettria. Non è abituato ad avere a che fare con i pokémon che possono colpire dall’alto, perché ce ne sono ben pochi. Essendo abituato a combattere sulla terra, con attacchi che provengono dalle quattro direzioni, non si premunisce contro quel tipo di attacchi. E avendo una mossa che lo protegge dagli attacchi sotterranei, non si preoccupa di evitarli. Contro di lui, la mossa migliore è usare queste due tecniche.» Disse Eelektross.
«Lo immaginavo. Ricordi? Era anche un tuo punto debole.»
«Ed è stato uno dei più difficili da superare. Non è facile abituarsi a tenere d’occhio sei direzioni. E io sono stato già avantaggiato dall’essere in possesso dell’abilità Levitazione.»
«In ogni caso, temo che per il tuo compagno sia già finita. Temo che dovrò interrompere l’incontro.»
«Aspetta e osserva. Vedrai, Luxray riuscirà a reagire.»
Luxray si guardò intorno. Le copie lo avevano circondato di nuovo.
“Da dove stavolta?” Si chiese, guardandosi intorno. Era stato colpito ancora, una volta sul fianco destro ed una sul viso. Ormai aveva più o meno capito la strategia dell’avversario. “Mi chiedo se…”
Poi alle sue spalle sentì un lieve rumore. Le copie scomparvero.
Luxray fu un lampo. Si girò e colpì con Furto. La mossa andò a segno questa volta. Riolu fu scagliato indietro.
“Come pensavo. Il momento in cui è più vulnerabile è quello in cui deve colpire. Se riesco a capire la direzione da cui attaccherà in tempo, posso contrastarlo. E per capirlo devo usare i suoni.”
Da quel momento, dalla situazione di vantaggio, Riolu si trovò sullo stesso piano di Luxray. Facendosi guidare dal suono anziché dalla voce, Luxray riuscì a colpirlo diverse volte, e a schivare i suoi attacchi.
«Che ti dicevo? Luxray è superiore a Riolu sia in potenza che in abilità combattive. Riolu può essersi addestrato quanto vuole, ma è da quando è un cucciolo che Luxray combatte per davvero.» Commentò Eelektross, sorridendo.
«In ogni caso, è ammirevole che abbia capito come contrastarlo così in fretta. Le copie sono perfette alla vista, ma non emettono alcun suono. Se si ascolta con sufficiente attenzione, è possibile capire da che direzione arriverà l’attacco.» Rispose Lucario.
«Ma questo, nel caso di tuo figlio, significa reagire esattamente nell’attimo in cui attacca.»
«E per questo sono sinceramente impressionato. Devo dire che mi vengono in mente almeno una decina di Arti adatte a lui, tutte basate sui suoi artigli o i suoi morsi.»
«Stringi un po’ il cerchio, non abbiamo il tempo.»
«Sì, credo di averne una. Hai detto che conosce Sgranocchio, Fulmindenti, Magnetascesa e Furto, vero?»
«Già. Credo preferisca usare attacchi fisici, anche se quando l’ho conosciuto aveva anche alcuni attacchi speciali.»
«Capisco. Allora non preoccuparti. So esattamente cosa fare.»
Poi Lucario entrò in campo. I due pokémon si fermarono, fissandolo.
«Bene, direi che è abbastanza. Riolu, ottimo lavoro. Luxray, ho visto quello che mi serviva. So esattamente cosa serve a te.»
Luxray sbuffò, poi uscì dal campo senza rispondere.
«Bene. Chi vuole essere il prossimo?» Chiese Lucario, guardando gli altri.
Il Gran Maestro sorrise guardandoli. Amava vedere le giovani leve allenarsi verso il futuro.
“E a quanto pare non sono il solo ad ammirare lo spettacolo.” Pensò. Da un albero, due occhi li fissavano.
 
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Darken

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CAPITOLO 108: AMMISSIONE​
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Arenia, Scuola delle Trecento Arti, 22/06/4783, circa le 18
Raichu osservò gli studenti. All’inizio aveva creduto che non fossero pericolosi, ma dopo aver visto gli ultimi combattimenti si era ricreduto.
Dopo Luxray, Lucario aveva iniziato a scegliere personalmente chi far combattere.
“Ho analizzato le vostre auree mentre assistevate al combattimento, quindi ora sceglierò io l’ordine se non vi spiace.” Aveva detto.
Prima era toccato a Plusle e Minun, che avevano combattuto contro Makuhita e Meditite, due studenti dell’Arte del Pugno Mentale. I due pokémon Elettro si erano fatti valere, ma Makuhita e Meditite erano chiaramente superiori. Dopo un breve combattimento, Lucario si era comunque dichiarato soddisfatto, interrompendo il combattimento. “Non sono combattenti di alta classe, certo, ma vedo in loro un altro tipo di potenzialità per l’Arte dell’Elettricità Fantasma.” Lo sentì dire ad Eelektross, che annuì.
Flaaffy ebbe un breve lotta contro un Tyrogue. Flaaffy fece del suo meglio, venendo ammesso, ma non era al livello dell’avversario, pur essendo riuscito ad assestare diversi buoni colpi. Raichu era sorpreso dai progressi che aveva fatto quello che una volta era la recluta peggiore dell’S.T.
Subito dopo toccò ad Abra, che riuscirono a risvegliare con non poca fatica. Il timidissimo pokémon si trovò a combattere contro Scraggy. Raichu non avrebbe scommesso nulla su di lui, invece Abra si comportò bene. Schivò gli attacchi dell’avversario e riuscì anche a colpirlo con uno Introforza.
«Oh, interessante. Non credevo fosse così abile.» Commentò Zorua, ammirato.
«Ho sentito dire che in realtà è molto meno potente di suo fratello minore, il principe Kadabra. Non che abbiano molto in comune. Se Abra brilla nello studio, specialmente della storia e della grografia, di contro è molto timido. Ho sentito dire che suo fratello è un abile guerriero, un bravo comandante, una persona brava a parlare alle folle e anche un discreto chimico.» disse Trubbish.
«Brutta storia. Abra è il fratello maggiore, ma se il popolo dovesse preferire suo fratello, non gli rimarrebbe nulla. Maledetto il sistema di scelta del re di Espia.» Disse Lamp.
«E perché? Suo fratello potrebbe essere un buon re.» Rispose Zorua.
«Non lo so. Ha un’aria spaventosa. Quando l’ho incontrato, ho sentito un brivido.»
Alla fine, Lucario dichiarò che Abra aveva superato il test.
Zorua, Trush e Lamp combatterono in squadra. Fu una lotta dura, ma i tre prevalsero su Mankey, Timburr e Pancham.
«Quei tre insieme combattono bene direi.» commentò Eelektross.
«Sì, davvero.» Rispose Luxray «Ma senti capo, perché la scuola è così in basso in classifica?»
«Oh, le altre scuole saranno più forti, non credi?»
«No, non credo, e non lo credi neanche tu. Scommetto che tu lo sai.»
«Stai diventando un po’ troppo furbo per i miei gusti. Comunque hai ragione. La verità è che…»
«Che mi rifiuto di entrare in una stupida competizione al solo scopo di salire in una graduatoria.» Disse il Gran Maestro avvicinandosi. «In ogni caso, Eelektross, c’è qualcosa di cui dovrei parlarti.»
Eelektross ed il Gran Maestro si allontanarono. Poco dopo, Eelektross tornò indietro, giusto in tempo per vedere Tri entrare in campo.
Il Pokémon Elettro si preparò a lottare.
«Dici che è una buona idea far lottare Tri? Sai, per la questione del Locomothunder.» Disse Raichu.
«Tri non rischia di fare del male a qualcuno. Quello che rischia sei tu.» Disse Eelektross.
Raichu rimase interdetto per qualche momento. Eelektross aveva ragione, e lui lo sapeva. Quello che davvero doveva imparare a controllare il potenziale del Locomothunder era lui. Gli tornò in mente Banette che si accasciava, le scintille che sprizzavano tutto intorno colpendo anche Draak.
Tri si dimostrò abile, anche se Mienfoo alla fine lo sconfisse. Nonostante ciò, Lucario dichiarò che Tri aveva meritato l’ammissione.
“L’ha meritata Tri o il Locomothunder?” Si chiese Raichu. Il piccolo pokémon l’aveva usato contro Mienfoo, e anche se questi era stato colpito solo di striscio gli effetti si erano visti “Anzi, non dovrei chiamarlo Locomothunder. Dovrebbe essere l’unione di Locomovolt e un’altra mossa di Tri. Forse Fulmine.”
Raichu si guardò intorno. Ormai erano rimasti in pochi. Mud, Draak, lui, Emolga e Zangoose. Poi avrebbero finito.
Tra i membri della scuola, oltre a quelli con cui avevano combattuto finora, erano rimasti Hawlucha, un Hitmonlee, un Primeape e, ovviamente, Lucario ed il Gran Maestro.
Fu il turno di Emolga contro Hawlucha. Fu un’ottima battaglia secondo Lucario. Quando ebbero finito, erano entrambi sudati e stanchi. In ogni caso, Lucario dichiarò che Emolga aveva vinto.
Mud entrò in campo contro Hitmonlee. Non riuscì a batterlo, ma Raichu rimase sorpreso dai progressi del pokémon. “Anche lui è cresciuto davvero. Come tutti, del resto.”
Draak combattè contro Primeape. Per tutto il tempo, Raichu rimase con il fiato sospeso, chiedendosi chi avrebbe vinto. E soprattutto, preoccupato per il rischio che Draak perdesse il controllo.
Fortunatamente la lotta si concluse senza incidenti. Primeape sconfisse Draak, ma ne uscì piuttosto malconcio. Lucario dichiarò che Draak era ammesso.
«Meno male,» commentò Eelektross «Draak era uno dei due che mi preoccupava di più.»
«E l’altro?» Chiese Raichu.
«Ce l’ho davanti.» Rispose il pokémon.
Lucario fece un cenno a Raichu.
«Contro chi devo combattere?» Chiese Raichu.
«Contro di me.» Rispose Lucario, mettendosi in posizione. Dopo un attimo di incertezza, Raichu lo raggiunse sul campo.
“Gli altri sono tutti cresciuti” si disse “vediamo quanto sono cresciuto io.”
 
Elettria, Palazzo Reale, 22/06/4783, circa le 18
«E abbiamo terminato il conteggio dettagliato delle truppe. In totale, ci sono 180.000 membri della Marina di Laghia, 60.000 membri dell’Esercito di Alvearia, 40.000 membri dell’Aviazione di Aeria. E…» Galvantula, davanti alle cifre, non riuscì a fare a meno di esitare un momento «E 7.000 membri dello Squadrone del Tuono.»
“Niente di cui sorprendersi.” Pensò Electivire IX. Elettria era probabilmente la terra pacifica per antonomasia. Dai tempi della Rivoluzione dei Dodici Ducati, solo una guerra aveva avuto luogo nel paese. E il re dell’epoca vi era morto. “Un gran bel presagio, niente da dire.” Ma cosa si aspettava, che un popolo che per generazioni non aveva avuto bisogno di lottare fosse in grado di passare così velocemente in assetto da guerra? Elettria aveva dodici milioni di abitanti, ma di questi quanti erano davvero in grado di lottare abbastanza bene da non risultare semplice carne da macello in un campo di battaglia? Un centesimo, forse. E di questi, quanti avrebbero accettato di arruolarsi? Un decimo? A quanto pareva, persino quel numero era troppo positivo.
«Oltre a ciò, signore, gli abitanti di Elettria si stanno radunando nelle grandi città. Molti, però, rifiutano di fare più di questo.»
«Già, c’era da aspettarselo.» La maggioranza degli abitanti di Volt Port se n’era andata, ma lo stesso non si poteva dire delle altre città. Ampere City, soprattutto, con la sua Cattedrale Arceista. Si aspettava che i sacerdoti avrebbero rifiutato di andarsene. Non si aspettava che lo facessero anche tutti gli altri.
“Che altro può succedere?” Si chiese.
Lo avrebbe scoperto fin troppo presto.
 
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